Una discussione sui temi della pace non ha oggi bisogno di giustificazioni; sarebbe anzi tempo di delegittimare totalmente la guerra e la forza come motivo delle politiche interstatuali e infrastrutturali.

Ciò di cui, invece, si sente oggi il bisogno è una riflessione sulla pace: da decenni infatti i movimenti pacifisti in lotta cercano, illusoriamente, rincorrendo i ritmi della macchina bellica mondiale nel suo complesso, di correggere gli indirizzi governativi e le politiche statuali nella scena internazionale.

L'insufficienza dei movimenti pacifisti non deriva soltanto dalla forza degli interessi in gioco e delle formazioni di sovranità transnazionali e, oggi, transpolitiche, volte a dividersi territori e genti ed a spartirsi le risorse del globo; deriva, probabilmente, anche da una tematizzazione dimezzata della questione della pace, bloccata sulla soglia di più incisive radicalizzazioni.

La contrapposizione tra pace e guerra le ha unidimensionate al punto da sminuire la valenza differente della prima in favore di una sua autolimitazione residuale pur sempre sussunta dal paradigma dominante della forza statuale. Interrompere tale continuum può significare andare oltre tale contrapposizione, innovando radicalmente la questione della pace, attualmente incentrata su di un'organizzazione della società tale da neutralizzare l'insorgenza della guerra come esito del conflitto tra politiche di stato.

La lotta per la pace, pertanto, verrebbe ad assumere un peso inedito, fortemente trasgressivo, radicalmente innovatone della cultura diffusa sui più importanti problemi dell'umanità, indicando nel contempo percorsi di cambiamento qualitativo tali da cancellare dall'orizzonte dei possibili la prospettiva della guerra e del conflitto nucleare globale.

Fabio Magni, insegnante, giornalista e pubblicista si occupa da diversi anni delle tematiche pacifiste ed antimilitariste. Ha pubblicato diversi articoli, servizi speciali e saggi sul tema della guerra e della pace su quotidiani e periodici e collabora attivamente con le riviste del mondo pacifista.

Salvo Vaccaro fa parte dell'équipe di studio della cattedra di storia della filosofia moderna e contemporanea dell'Università di Palermo, e si interessa di filosofia politica e di strategie dei saperi. Ha all'attivo diversi articoli e saggi. L tra ali autori di "Il camaleonte e l'iscrizione" (Palermo, 1982) e di "Il capitalismo regolato statualmente"' (Milano, 1984).