Il saggio pone al centro della propria riflessione il tema della prossimità e dell’incontro con l’Altro, in un tempo scandito dalla complessità e dalla problematicità del vivere quotidiano. Nel tentativo di tracciare, da un punto di vista epistemologico ed ermeneutico, alcune inedite vie per lo sviluppo di possibili scelte e posture di vita autentica ( à la Heidegger). Orientate, peraltro, all’impegno e alla responsabilità ( à la Giovanni M. Bertin). Scelte ritenute inattuali , perché tese a realizzare uno stile di vita solidale con gli altri e con le cose (nel suo profilarsi come epiméleia autóu ) sulla base del principio etico “realizza te stesso, realizzando l’altro”. Antitetiche, dunque, rispetto a stili di vita imperanti e improntati al consumo, alla competizione, all’efficientismo: inclini tanto al tragico quanto al disordine esistenziale .
Per il suo duplice carattere teorico ed operativo-progettuale il saggio è dedicato a studiosi ed esperti di scienze dell’educazione, a formatori ed educatori (docenti, operatori socio-culturali e genitori) attenti a condividere (con le giovani generazioni) la propria consapevolezza metacognitiva rispetto ai modi del conoscere e del progettarsi: in una costante e dialettica disposizione e apertura al cambiamento .

Manuela Gallerani è professoressa associata dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, dove insegna Teorie e modelli dell’educazione permanente (LM). La sua ricerca in ambito epistemologico muove dal razionalismo critico di impostazione problematicista. Tra i suoi saggi più recenti si segnalano: L’abitare etico. Per un’etica problematicista dell’abitare , Loffredo, Napoli 2011; L’impegno lieve , Loffredo, Napoli 2012.