Nonostante il movimento comunitarista abbia guadagnato un notevole spazio nel dibattito socio-politico anglosassone, in Italia è rimasto abbastanza marginale. È difficile spiegare le ragioni di questo scarso interesse. Forse non ha giovato la pluralità delle posizioni rappresentate nel movimento, le accezioni troppo diverse assegnate al termine "comunità", o, ancor di più, la forte contrapposizione fra comunitarismo e liberalismo, in un momento in cui il nostro Paese stava riscoprendo la positività delle posizioni liberali oltre la crisi dell'ideologia marxista. Può anche darsi che in Italia negli anni Novanta abbia continuato a prevalere il bisogno di liberarsi dalle comunità, sentite come ancora troppo forti, piuttosto del bisogno contrario di recuperare il senso della comunità ormai in gran parte perduto.

Oggi, però, la situazione anche nel nostro paese comincia a cambiare, nel senso che i problemi che avevano spinto il sociologo Amitai Etzioni a convocare nel 1990 l'incontro che ha dato vita al Communitarian Network sono del tutto evidenti anche in Italia così come sta diventando sempre più evidente la difficoltà che incontra nel gestirli la concezione di una democrazia procedurale che ha come unico orizzonte di valore la tutela e la promozione dei diritti fondamentali dell'uomo e del cittadino. Per questo il volume si propone di rilanciare all'attenzione degli studiosi italiani le sfide del comunitarismo, presentandone le tante varianti e alcuni dei temi principali.