RISULTATI RICERCA

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Massimo Annicchiarico, Silvia Baldan, Michela Bobini, Mario Del Vecchio, Luigi Preti

Il caso del 116117 in Regione Veneto: ridisegnare l’accesso ai servizi per trasformare la sanità territoriale nei contesti aziendali

MECOSAN

Fascicolo: 132 / 2024

Il progetto 116117 della Regione Veneto rappresenta un’esperienza avanzata, nel contesto italiano, nella ridefinizione dei meccanismi di accesso e presa in carico nell’assistenza territoriale. Il 116117 è stato implementato come infrastruttura organizzativa e digitale capace di integrare i servizi sanitari, socio-sanitari e informativi, garantendo un accesso equo, tracciato e uniforme ai percorsi di cura. Il modello veneto si fonda su due centrali operative regionali, supportate da sistemi di intelligenza artificiale e interoperabilità informatica, che consentono una gestione intelligente e proporzionata dei bisogni, con una presa in carico certa e documentata.L’approccio combina la centralizzazione tecnologica con la centralizzazione e l’esplicitazione della conoscenza, assicurando al cittadino una risposta coordinata, tempestiva, coerente con il contesto locale – e soprattutto certa. I risultati della sperimentazione evidenziano un elevato livello di soddisfazione degli utenti e una crescente efficienza operativa. Il progetto pone tuttavia importanti sfide per le Aziende ULSS, chiamate a riallineare processi, flussi informativi e modelli organizzativi in coerenza con gli standard regionali. Il 116117 emerge così come leva strategica di change management e innovazione di processo, capace di promuovere una nuova cultura organizzativa orientata all’integrazione, alla responsabilità condivisa e alla continuità della cura.

Il progetto illustrato riporta l’esperienza dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria sul percorso intrapreso di innovazione e trasformazione digitale dei processi sanitari, con l’obiettivo di migliorare l’erogazione dei servizi di cura. L’iniziativa mira in particolare a massimizzare l’adoption della Cartella Clinica Elettronica attraverso un uso più completo della piattaforma digitale, seguendo uno stream basato sul miglioramento dell’adozione e sull’attivazione delle cartelle specialistiche presenti sull’applicativo, con una predisposizione per il futuro modulo di farmacoterapia.La realizzazione del processo ha richiesto un’iniziale fase di analisi per dimensionare la situazione di partenza, proseguendo con la raccolta dei requisiti attraverso un periodo di affiancamento nei reparti fino a giungere alla configurazione in modo puntuale e preciso delle funzionalità di prodotto dell’applicativo.La raccolta e l’analisi finale dei KPI fornisce un riscontro sul raggiungimento dell’obiettivo e apre a considerazioni sul metodo e sulle sfide future.

Francesco Schiavone, Sandro Pignata, Giorgia Rivieccio, Annaluce Mandiello, Anna Bastone, Federica Zeuli, Michele Orditura, Attilio Bianchi, Antonio Maria Grimaldi, Stefano Pepe, Fortunato Ciardiello, Sabino De Placido, Roberto Bianco, Vincenzo Montesarchio, Bruno Daniele, Maurizio De Palma, Ciro Perrone, Davide D'Errico, Elisabetta Coppola, Antonio Nocerino, Cesare Gridelli

Valutazione delle performance nelle reti oncologiche regionali: il modello ValPe.ROC

MECOSAN

Fascicolo: 132 / 2024

La presente ricerca analizza il sistema di valutazione delle performance cliniche ed economiche delle reti oncologiche regionali, concentrandosi sulla Rete Oncologica Campana. In particolare, si è analizzata la V rilevazione (giugno 2022-maggio 2023) del sistema di valutazione “ValPeROC” che adotta l’approccio data-driven per ottimizzare la gestione dei pazienti e il contenimento dei costi. Lo studio mira, attraverso l’osservazione del caso campano, a comprendere in che misura un sistema valutativo contribuisce all’efficientamento di una rete socio-sanitaria. La metodologia quantitativa adottata ha evidenziato come tale strumento sia utile. Attraverso indicatori di performance costruiti ad hoc, si individuano chiaramente le aree di miglioramento e i punti di forza della rete. ValPeROC, quindi, ha un ruolo significativo nel miglioramento delle performance della rete.

Sandro Limaj, Antonio D'Urso, Maria Giovanna D'Amato, Federico Taddeini, Elena Capitani, Francesco Vencia, Valeria Catani, Luca Pianigiani, Eleonora Salutini, Antonio Albino, Roberto Turillazzi, Emanuele Vendramini, Assunta De Luca

Metaverso in sanità: prospettive future e la sperimentazione in Toscana Sud Est

MECOSAN

Fascicolo: 132 / 2024

L’articolo esplora l’uso del metaverso e dell’intelligenza artificiale (IA) come strumenti potenti per migliorare l’efficienza e i risultati della “moderna” sanità territoriale. Strumenti a supporto anche della Medicina Generale che vede il carico di lavoro aumentato per i medici di base, altresì a causa delle procedure burocratiche, e il contestuale calo del numero di professionisti.Quindi, il metaverso e l’IA aiutano anche a ridurre il carico amministrativo del medico per consentirgli di dedicarsi maggiormente alla pratica clinica.Il metaverso offre potenzialità per la telemedicina e la formazione a distanza, mentre l’IA supporta il processo decisionale clinico, l’articolo sottolinea, a tal proposito, l’importanza di affrontare le questioni legate alla privacy e all’integrazione dei dati sanitari.Infine, il progetto pilota della Casa di Comunità hub di Abbadia San Salvatore (provincia di Siena, Toscana), presentato nell’articolo, è un esempio pratico di integrazione di queste tecnologie con la pratica corrente per migliorare l’accesso ai servizi sanitari, nonché di un nuovo modo per fare prevenzione e offrire cura e assistenza.

Fulvio Paone, Domenico Salvatore, Francesco Schiavone, Emilio Mirante

La transizione verso sistemi informativi digitali integrati: il caso della ASL Napoli 1 Centro

MECOSAN

Fascicolo: 132 / 2024

L’innovazione verso sistemi informativi digitali integrati identifica una leva strategica per la trasformazione strutturale del settore sanitario. L’integrazione tra piattaforme ospedaliere e territoriali consente una gestione più efficace dei dati clinici, una maggiore continuità assistenziale e una governance più trasparente e orientata al valore.Tuttavia, il processo di transizione verso processi intensamente digitalizzati non è esente da complessità: richiede un profondo ripensamento delle architetture organizzative, una leadership trasformativa e un equilibrio tra standardizzazione dei processi e personalizzazione delle cure.Il contributo analizza l’esperienza di una grande azienda sanitaria locale, la ASL Napoli 1 Centro, riguardo al processo di transizione digitale in atto.Sotto molti punti di vista questa esperienza può essere considerata un successo per il quale, secondo gli autori, sono stati determinanti quattro fattori: l’approccio adottato nella gestione del rapporto tra integrazione e differenziazione dei sistemi informativi, l’impegno diretto del management strategico, il ruolo cruciale del sistema di controllo e la gestione dei rapporti con i fornitori.Conoscere questa esperienza e prestare attenzione a questi quattro fattori può essere utile a comprendere e gestire meglio i processi di transizione digitale nelle grandi aziende sanitarie pubbliche.

Il nuovo Accordo Collettivo Nazionale presenta numerosi elementi di innovazione e cambiamento del ruolo della Medicina Generale e del suo posizionamento nel “sistema delle cure” dell’assistenza territoriale. Tre aspetti chiave mirano a una migliore connessione e integrazione della Medicina Generale con l’intera rete dei servizi rappresentando elementi cruciali per la riuscita del percorso trasformativo: (i) forme organizzative della Medicina Generale (Unità Complesse di Cura Primarie e Aggregazioni Funzionali Territoriali); (ii) connessione/integrazione con le Case di Comunità; (iii) istituzione del Ruolo Unico di Assistenza Primaria.Questi aspetti di riorganizzazione andranno coordinati con le previsioni del PNRR e DM 77/22 e la necessaria costruzione di nuovi assetti che coinvolgeranno anche il Distretto.Gli Autori, anche in base alla loro esperienza e conoscenza del settore, esaminano questi temi per definire i “nodi cruciali” di questo processo di rigenerazione organizzativa e professionale che disancorandosi da schemi e modelli ideologici (dipendenza, presenza fisica ecc.) individui un percorso di costruzione di un nuovo network per l’assistenza territoriale.È anche difficile poter dire al momento quanto dell’ipotesi di un approccio “sistemico” della Medicina Generale potrà essere realizzato, stante il recente avvio di questo percorso innovativo.Negoziazione Collaborativa, corrispondenza delle Case di Comunità (CdC) Hub e Spoke con UCCP e AFT, Formazione Specifica per Referenti e Coordinatori UCCP, politiche regionali condivise con gli assetti e bisogni territoriali, potrebbero in questa fase avviare e favorire questo processo virtuoso di chanching management per la costruzione di un nuovo network dell’assistenza territoriale e con esso della Medicina Generale italiana.Al contrario una negoziazione regionale autoreferenziale, differenziazione CdC Hub e Spoke con UCCP e AFT, individuazione di Referenti/Coordinatori per solo ruolo “rappresentativo”, politiche regionali su CdC direzionale e/o non coerenti con assetti ed esigenze territoriali, potrebbero introdurre rigidità tali da impedire o rallentare lo sviluppo di questo processo.

Andrea Fontanella, Paola Orlandini, Gianni Origgi

Verso una salute più efficace ed efficiente: il percorso di digitalizzazione dell’ASST Melegnano-Martesana

MECOSAN

Fascicolo: 132 / 2024

Questa ricerca propone l’analisi approfondita dei percorsi di digitalizzazione implementata dall’ASST Melegnano-Martesana, finalizzata all’accrescimento della creazione di valore per i pazienti-utenti di cui l’azienda socio-sanitaria è responsabile.La digitalizzazione della sanità è un processo dinamico e perpetuo che si introduce nel più ampio contesto di digitalizzazione della società. Le tecnologie digitali, che traggono valore dai dati e dalla loro elaborazione, appaiono sposarsi particolarmente bene con la sanità, un settore che, per le sue caratteristiche, produce e gestisce grandi moli di dati, di cui alcuni sensibili e strettamente legati ai pazienti-utenti. Appare dunque evidente come lo scopo di un efficace sistema di sanità digitale debba essere multidimensionale, capace cioè di conciliare le fasi di approvvigionamento e stoccaggio dei dati, la loro elaborazione e trasformazione in informazione utile per gli obiettivi strategici aziendali, per l’azienda socio-sanitaria, tutti i suoi stakeholder e, tra loro, i pazienti-utenti di competenza.Inoltre la protezione di tali dati da attacchi esterni e software malevoli, che pregiudicherebbero la sicurezza dei sistemi aziendali e dei pazienti-utenti stessi, rappresenta una delle sfide in cui i sistemi informativi dell’azienda socio-sanitaria dovranno cimentarsi.

Candida Bussoli, Saida El-Assal, Nicola Raimo, Filippo Vitolla

Il crowdfunding in ambito sanitario: l’impatto della comunicazione sul successo delle campagne

MECOSAN

Fascicolo: 132 / 2024

Il crowdfunding si sta affermando sempre più in ambito sanitario come strumento per sostenere i pazienti e le famiglie nella raccolta fondi per cure mediche e per finanziare l’innovazione nel settore medico. La rilevanza delfenomeno ha attirato l’interesse anche degli accademici, interessati principalmente a indagare i fattori in grado dideterminare il successo delle campagne di crowdfundingin ambito sanitario.Tuttavia, gli studi accademici si sono concentrati principalmente sulle campagne finalizzate ad agevolare l’accesso alle cure mediche, trascurando invece quelle relative all’innovazione sanitaria promosse dagli imprenditori del settore. Questo studio mira a colmarequesta importante lacuna della letteratura accademica indagando, attraverso la signaling theory, l’effetto delle caratteristiche della comunicazione sul successo delle campagne di crowdfunding in ambito sanitario. A tal fine, esso prevede un’analisi econometrica condotta su un campione di 544 campagne lanciate negli Stati Uniti sulla piattaforma Kickstarter tra il 2010 e il 2021. I risultati evidenziano che una maggiore presenza di video, aggiornamenti e commenti, una migliore leggibilità e un più forte orientamento alla comunità aumentano la probabilità di successo delle campagne di crowdfunding in ambitosanitario, mentre una lunghezza eccessiva del testo ha un impatto negativo.Questo studio estende la letteratura accademica e fornisce importanti implicazioni pratiche.

Michela Bobini, Giordana Puritani, Angelo Croatti, Caterina Florescu

Sanità digitale e telemedicina nell’AUSL della Romagna: evoluzione, esperienze e prospettive

MECOSAN

Fascicolo: 132 / 2024

Negli ultimi anni, l’Azienda USL della Romagna ha assunto un ruolo di rilievo nell’attuazione delle strategie regionali di digitalizzazione in sanità, distinguendosi per un approccio proattivo e sperimentale, ma non per questo privo di criticità. Il presente contributo ricostruisce l’evoluzione organizzativa e progettuale in ambito digitale dell’Azienda, analizzando il livello di sviluppo e maturità delle esperienze di telemedicina attive, a oggi, nei quattro territori di Rimini, Forlì, Cesena e Ravenna. Le esperienze esaminate – dalla gestione dello scompenso cardiaco al telemonitoraggio dei pazienti diabetici, dai percorsi di wound care alle piattaforme per i teleconsulti oncologici – restituiscono un panorama eterogeneo di modelli per livello di avanzamento e consolidamento. Il caso studio restituisce la fotografia di un contesto dinamico, animato da numerose iniziative ad alto potenziale, spesso avviate grazie all’iniziativa di singoli clinici, ma ancora frammentate e non sempre integrate. Le sfide aperte per l’Azienda nei prossimi anni riguardano non solo la necessità di integrare i servizi digitali nei percorsi clinici in maniera più strutturata e omogenea a livello territoriale, ma anche il rafforzamento della governance interna e lo sviluppo di una cultura professionale diffusa dell’innovazione digitale. L’esperienza dell’AUSL della Romagna offre dunque uno spaccato utile per comprendere non solo le opportunità, ma anche alcuni dei nodi ancora da sciogliere per rendere la telemedicina una componente strutturale e realmente operabile e operativa dell’assistenza sanitaria.

L’attività ambulatoriale è uno dei fulcri della produzione delle aziende sanitarie e rappresenta uno dei principali momenti di contatto e cura tra i cittadini e i servizi sanitari. In questa ottica, è fondamentale per le aziende garantire un percorso e un’esperienza di cura che siano volti a ridurre le attese e a massimizzare il tempo a valore per l’utente. La ricerca si è posta l’obiettivo di individuare delle soluzioni organizzative e logistiche volte a ridurre le attese presso il front office centrale del Centro Unico di Prenotazione (CUP) del Presidio Ospedaliero Bassini dell’ASST Nord Milano, mettendo in pratica i principi e le analisi previste dalla teoria delle code. La metodologia utilizzata ha visto un utilizzo combinato di metodi qualitativi e quantitativi.Nello specifico è stato sviluppato un modello statistico che permette di individuare nelle diverse fasce orarie il numero di sportelli ottimale per minimizzare il tempo di attesa degli utenti. I risultati ottenuti sono stati quantificati con una riduzione del tempo medio di attesa presso il CUP centrale del 45%.Questo risultato è stato raggiunto attraverso diverse soluzioni operative, quali la riorganizzazione delle attività nelle diverse fasce orarie, la definizione e la diffusione di istruzioni operative per gli operatori di front office, nonché una serie di iniziative volte alla sensibilizzazione e alla formazione del personale coinvolto a diversi livelli.

Ella Cocchi, Sveva Bonavitacola, Ludovico Cavallaro, Francesco Petracca

La trasformazione dell’ASST GOM Niguarda: verso un ospedale digitale e data-driven

MECOSAN

Fascicolo: 132 / 2024

Negli ultimi due anni, l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda ha intrapreso un percorso di trasformazione digitale finalizzato a migliorare l’efficienza operativa, la qualità dell’assistenza e l’integrazione tra processi clinici, tecnologie e assetti organizzativi. Il progetto, coerente con gli indirizzi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, si fonda su una governance multidisciplinare e sul coinvolgimento attivo di tutti i professionisti dell’organizzazione.In vista dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, l’Ospedale è inoltre impegnato nello sviluppo di un ecosistema digitale avanzato per garantire la continuità assistenziale in contesti ad alta complessità.L’esperienza del Niguarda rappresenta un’occasione per riflettere sul contributo della digitalizzazione all’evoluzione dei modelli assistenziali e alla capacità di adattamento del sistema sanitario.

Il presente studio intende approfondire il contributo che la funzione di Internal Audit (di seguito IA) può offrire al Sistema di Controllo Interno (di seguito SCI), presentando il caso particolarmente emblematico dell’Emilia-Romagna. In particolare, lo studio analizza l’applicazione del workshop Control Risk Self Assessment (di seguito CRSA) durante lo svolgimento di un audit, nonché le successive e conseguenti riflessioni in tema di sistematizzazione del SCI. Degni di attenzione appaiono non solo gli strumenti tecnici utilizzati durante il workshop CRSA, ma anche i successivi sviluppi e implicazioni. Il dialogo e il confronto, a livello sia inter- siaintra-aziendale, tra le linee di controllo coinvolte ha, infatti, sollecitato una profonda riflessione che si è concretizzata con la stesura di Linee Guida regionali che rappresentano in modo organico e sintetico il SCI delle aziende del Servizio Sanitario Regionale (di seguito SSR) e ne definiscono i requisiti minimi e le caratteristiche organizzative e di funzionamento. Oltre a discutere i risultati alla luce della letteratura di riferimento, lo studio evidenzia una serie di importanti implicazioni manageriali.