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Martina Salvante

Che genere di fascismo? Una rassegna storiografica oltre il centenario della Marcia su Roma

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 308 / 2025

Quale spazio occupa il genere nello studio di un fenomeno complesso come il fascismo e quale spazio è riconosciuto nella vasta storiografia sul fascismo storico a chi adotta il genere come “utile categoria di analisi storica”? Questa rassegna critica mira a vagliare una selezione di temi e a commentare alcune ricerche recenti e recentissime che mostrano la vitalità e la varietà di questioni e approcci nello studio del fascismo da un’ottica di genere. L’articolo riflette così sulle nuove tendenze della storia del fascismo italiano da un’ottica di genere, propone alcune riflessioni su possibili filoni di ricerca futuri e abbozza anche alcune considerazioni finali sullo stato della storia di genere del fascismo in Italia.

Questa rassegna storiografica prende in considerazione alcune delle opere più innovative e influenti pubblicate nell’ultimo decennio nel campo crescente e dinamico della storia dell’alimentazione durante il fascismo. Delinea quattro importanti tendenze e sviluppi tematici nell’ambito della storia dell’alimentazione e della storia del fascismo a cui queste opere hanno contribuito. In particolare, la rassegna sottolinea: 1) l’enfasi posta da queste opere sulla natura e l’importanza politica del cibo e della sua produzione, del suo approvvigionamento, della sua preparazione e del suo consumo; 2) l’enfasi sull’analisi delle traiettorie storiche di particolari prodotti alimentari, aziende e marchi durante il periodo del dominio fascista; 3) l’attenzione all’intersezione di questione di genere e razza (insieme ad altre categorie) nelle storie del cibo; e infine, 4), unificando gli altri tre punti, la chiara comprensione, all’interno della storiografia recente, della centralità del cibo, e delle politiche del cibo, per la negoziazione e l’esercizio del potere all’interno dello Stato e della società fascista.

Quali interessi prevalsero all’interno della principale azienda elettrica italiana di Stato in merito alle due questioni delle tariffe elettriche e della nazionalizzazione? In questo articolo si sostiene che per rispondere a questa domanda sia necessario considerare sia gli interessi “politici” che quelli più direttamente “economici” della Sip. In questa sede ci si concentra sui secondi, mettendo a fuoco quegli elementi fondamentali (esigenze di finanziamento, struttura produttiva e risultati conseguiti) che possono contribuire a spiegare la posizione assunta dall’azienda di Stato rispetto alle due principali questioni che interessarono l’industria elettrica italiana nel periodo compreso tra il 1945 e il 1962.

Achille Conti

Tra pacifismo e post comunismo: la sinistra italiana e la guerra (1991-1999)

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 308 / 2025

Il saggio analizza il ruolo che ha svolto il pacifismo nel processo di costruzione dell’identità della sinistra post comunista in Italia. In particolare, sono state analizzate le posizioni del Partito democratico della sinistra (Pds) e del Partito della rifondazione comunista (Prc) di fronte alle crisi internazionali degli anni Novanta, come la Guerra del Golfo, in Bosnia e nel Kosovo. A partire dalla crisi irachena i due partiti hanno sviluppato un diverso rapporto con il pacifismo il quale ha rappresentato un fattore di rottura tra le due formazioni nate dallo scioglimento del Partito comunista italiano (Pci). Dopo la guerra in Iraq, il Pds si schierò a favore dell’intervento nei Balcani per legittimarsi come forza di governo affidabile e fedele all’alleanza atlantica, mentre il Prc sviluppò una forma di pacifismo assoluto anche per contrastare la sinistra riformista e legittimarsi agli occhi del movimento no global.

Esponente di movimenti — extraparlamentari, ecologisti e pacifisti — di rilievo italiano e internazionale tra gli anni Settanta e Novanta, consigliere regionale in Trentino-Alto Adige, europarlamentare dal 1989 sino alla morte, avvenuta il 3 luglio 1995, Alexander (noto come Alex) Langer occupa un posto significativo e singolare nella storia politica italiana. Se la pubblicistica lega il nome di Langer principalmente agli interventi durante la guerra in ex Jugoslavia, egli partecipò attivamente alle mobilitazioni per la pace anche in altri contesti. Tra essi, rilevante fu il ruolo assunto nei tentativi di mediazione politica all’interno del conflitto israelo-palestinese. Il saggio intende proporre una prima riflessione circa l’interpretazione del conflitto israelo-palestinese, le sue origini e gli sviluppi fino agli inizi degli anni Novanta da parte di Langer, aprendo a un’analisi più ampia di reti di individui, associazioni e movimenti per la pace. Attraverso lo studio di interventi pubblici e fonti a stampa, il saggio si propone di proporre prime considerazioni in merito alla storia delle culture politiche, dell’azione europea, delle forme di mediazione e interposizione nonviolente che si intrecciano tra Italia, Europa, Israele e Palestina.

Esponente di movimenti — extraparlamentari, ecologisti e pacifisti — di rilievo italiano e internazionale tra gli anni Settanta e Novanta, consigliere regionale in Trentino-Alto Adige, europarlamentare dal 1989 sino alla morte, avvenuta il 3 luglio 1995, Alexander (noto come Alex) Langer occupa un posto significativo e singolare nella storia politica italiana. Se la pubblicistica lega il nome di Langer principalmente agli interventi durante la guerra in ex Jugoslavia, egli partecipò attivamente alle mobilitazioni per la pace anche in altri contesti. Tra essi, rilevante fu il ruolo assunto nei tentativi di mediazione politica all’interno del conflitto israelo-palestinese. Il saggio intende proporre una prima riflessione circa l’interpretazione del conflitto israelo-palestinese, le sue origini e gli sviluppi fino agli inizi degli anni Novanta da parte di Langer, aprendo a un’analisi più ampia di reti di individui, associazioni e movimenti per la pace. Attraverso lo studio di interventi pubblici e fonti a stampa, il saggio si propone di proporre prime considerazioni in merito alla storia delle culture politiche, dell’azione europea, delle forme di mediazione e interposizione nonviolente che si intrecciano tra Italia, Europa, Israele e Palestina.

Nei primi anni Cinquanta del Novecento iniziano a farsi strada nel dibattito interno all’istituzione militare italiana argomentazioni che tendono a ridefinire la natura della minaccia posta dall’Unione Sovietica. Ripensamenti suscitati da stimoli e spinte provenienti dal contesto internazionale — le crisi nel Mediterraneo, in Algeria e a Suez, e soprattutto quella in Ungheria nel 1956 — trovano una sintesi nella teoria della guerra rivoluzionaria di provenienza francese. Leggendo la Guerra fredda come un permanente conflitto di aggressione all’Occidente da parte del comunismo globale, i teorici della guerra rivoluzionaria identificano nella politica della distensione una delle armi più efficaci a disposizione dell’avversario. Di conseguenza il pacifismo, sia nella sua versione socialcomunista, sia nella declinazione cristiano-sociale, appare come una vera e propria arma nelle mani del nemico. Potrebbe sembrare un discorso tutto interno all’istituzione militare italiana, se non fosse che va a innestarsi in un più ampio discorso politico già presente nel Paese almeno dal 1947, rafforzandolo e legittimandolo da un punto di vista tecnico.

Nell’ambito della più generale offensiva condotta dai governi centristi alle autonomie locali guidate dalle sinistre, centinaia di amministratori comunali furono implicati in procedimenti giudiziari o amministrativi per il loro attivo coinvolgimento in manifestazioni e iniziative per la pace. Il saggio ripercorre le vicende del decennio che si aprì con l’estromissione delle sinistre dal governo nazionale (1947), dal punto di vista dell’attacco alle autonomie locali, attuato in chiave anticomunista con il fondamentale apporto dei prefetti. Si propongono dati qualitativi e una prima messa a punto quantitativa di un fenomeno poco approfondito a livello storiografico, analizzando alcuni fondi del ministero dell’Interno relativi a tutte le province d’Italia e compiendo un significativo affondo su nove di esse.

Marco Labbate

Obiezione di coscienza e rappresentazioni di genere nell’Italia repubblicana

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 308 / 2025

Se non mancano gli studi sul rapporto tra guerra, servizio militare e virilità, meno affrontato è invece il nesso che il rifiuto del servizio militare instaura con le rappresentazioni del maschile e del femminile. Il saggio cerca di indagare questa relazione in tre tempi: il primo si concentra sull’interpretazione dell’obiezione di coscienza da parte del pacifismo maternista; il secondo guarda da un lato all’autorappresentazione dell’obiettore e al modo in cui questa interagisce con il tradizionale modello di virilità, dall’altro all’immagine veicolata dall’estrema destra che vede nell’obiettore un antagonista del modello di mascolinità. La terza parte si concentra, infine, sulla peculiare interpretazione della leva che viene elaborata dal femminismo disarmista, soprattutto in vista dell’allargamento del servizio militare al volontariato femminile.

Omer Bartov

La guerra di Israele a Gaza e la questione del genocidio

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 308 / 2025

Il nostro presente è dominato dal riproporsi della guerra quale strumento principe per la risoluzione di controversie e crisi nello scenario globale. Proprio di fronte a questo stato di cose, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia decidemmo di mettere in cantiere la sezione monografica del presente numero della rivista, dedicata a “Culture e pratiche della pace in Italia. Dal 1945 a oggi”. Da allora, il quadro è diventato ancora più fosco. Il coinvolgimento della popolazione civile, in primis a Gaza, ha assunto forme sempre più drammatiche.Tutto questo sollecita con urgenza la riflessione di studiose/i di discipline quali il diritto (penale) internazionale e la storia delle relazioni internazionali, ma naturalmente anche la storia contemporanea, che si è dimostrata capace di dare un contributo essenziale alla comprensione delle dinamiche belliche e in particolare del vissuto di chi la guerra la subisce.Gli scenari delineatisi negli ultimi anni hanno infatti riportato in primo piano una violenza generalizzata contro i civili, che ha richiamato nel dibattito pubblico categorie come crimini contro l’umanità, pulizia etnica e genocidio.Per questo motivo abbiamo scelto di includere in questo fascicolo anche un contributo che non ha la forma del saggio di ricerca né della nota di discussione storiografica. Si tratta della relazione di Omer Bartov alla “Conference on the Jewish Left”, tenutasi il 28 febbraio 2025 presso l’Università di Boston.Bartov è uno dei massimi esperti nel campo dei Genocide Studies e il suo libro “Anatomy of a Genocide” (2018) è stato insignito dello Yad Vashem International Book Prize for Holocaust Research nel 2019. La sua riflessione sulle tragiche vicende di Gaza e la categoria di genocidio nasce come intervento pubblico di uno studioso di alto profilo specializzato sul tema, finalizzato a sollecitare il dibattito e l’analisi storica a fronte di un quadro di guerra eccezionale, impossibile oggi da ignorare.  Lo proponiamo dunque ai nostri lettori e lettrici, in considerazione della centralità che rivestono per “Italia contemporanea” i temi della guerra e della violenza. Siamo infatti intenzionate/i a tornare nei prossimi fascicoli a discutere della trasformazione dei conflitti armati, delle loro forme e delle loro conseguenze, nonché specificamente della categoria di genocidio, ospitando articoli sul mutamento di concetti e periodizzazioni che la cesura del 2022 e l’attualità hanno imposto nel confronto pubblico internazionale, come anche nella sensibilità e nelle prospettive d’analisi di storiche e storici dell’età contemporanea. La redazione

Massimo Baioni

Romanità e dintorni. Letture e usi pubblici dell’antico nell’Italia fascista

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 308 / 2025

L’articolo prende in esame alcuni volumi recenti dedicati all’uso pubblico dell’antico nell’Italia unita, con particolare riferimento ai miti della romanità in epoca fascista. L’autore evidenzia come la discussione storiografica abbia conosciuto importanti trasformazioni negli ultimi decenni: l’antico è diventato un osservatorio privilegiato per ricostruire più ampie dinamiche politiche, culturali e sociali che riguardano i processi di legittimazione del potere, il ruolo delle immagini e delle mostre, lo spazio urbano, l’importanza attribuita all’architettura, all’archeologia, all’arte. La discussione sugli usi pubblici dell’antico e della romanità consente di evidenziare le tante implicazioni della questione: i vari soggetti protagonisti, gli strumenti della trasmissione della storia, gli aspetti di continuità e rottura tra Italia liberale, Italia fascista, Italia repubblicana.

Annalisa Capristo

La mancata nomina del cardinale Giovanni Mercati all’Accademia d’Italia nel 1937

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 308 / 2025

Il saggio ricostruisce la bocciatura della candidatura del cardinale Giovanni Mercati all’Accademia d’Italia nell’aprile del 1937 ed è basato su un insieme documentario inedito ricavato da vari archivi, italiani e vaticani, oltre che su testimonianze diaristiche, articoli tratti dalla stampa dell’epoca e da quella postbellica. La vicenda è interessante anche in relazione a un altro tema storiograficamente rilevante: la progressiva definizione da parte di Mussolini e del fascismo di una politica antiebraica, che proprio nel 1937 giunse a un punto di maturazione molto avanzato, anche se ci volle ancora un anno perchè venisse annunciata pubblicamente.Resta comunque una vicenda complessa, con numerose implicazioni politiche anche internazionali, ambientata in un’Italia ormai avviata verso il razzismo e l’antisemitismo.

Autori Vari

Rassegna bibliografica

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 308 / 2025

Il Fascismo in Marcia; Identità, confini, territori; L’internamento militare nella Seconda guerra mondiale; Dopo l’8 settembre; Violenza politica e terrorismo negli anni Settanta; Anni di cambiamento: divorzio e femminismi; Percorsi biografici a cavallo di due secoli; Per una storia dell’ambiente; ItalianAmerican: storia culturale transnazionale