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Gianluca Bei, Chiara Iacovone

La finanziarizzazione nel mercato degli affitti brevi mediati da piattaforma: una revisione critica della letteratura

RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA

Fascicolo: 3 / 2025

La finanziarizzazione del mercato degli affitti brevi (short-term rental, STR) mediati da piattaforma è un tema emergente negli studi urbani critici. La ramificazione e la complessità del mercato STR mediato da piattaforma non consente una lettura lineare dei processi di finanziarizzazione. Per questo motivo l’articolo si pone come obiettivo di analizzare i vari livelli e le modalità con' cui il mercato STR si sta aprendo a questi processi. Sebbene vi siano diversi contributi che hanno investigato questa prospettiva, questa revisione mira a intercettare le lacune e le prospettive di ricerca che possono emergere dall’attuale dibattito sul tema. Attraverso una revisione critica della letteratura, l’articolo delinea i dibattiti nazionali e internazionali su vari livelli di finanziarizzazione in relazione al mercato STR. In particolare, la revisione della letteratura tematica prenderà in considerazione: i) il ruolo dello Stato e della regolamentazione nella facilitazione della finanziarizzazione abitativa attraverso gli affitti a breve termine; ii) la finanziarizzazione dell’abitazione: investimenti buy-to-rent e buy-to-sell legati agli STR; iii) la finanziarizzazione dell’offerta: strategie proposte da piattaforme e property manager per incentivare gli investimenti negli STR, come micro-finanziamenti, prestiti, ipoteche. Infine, verrà presentato il dibattito italiano sul tema, evidenziando come i gap presenti nella letteratura internazionale si possano rintracciare anche in questo contesto dove è necessaria una ricerca più attenta agli attori e alle pratiche finanziarie che caratterizzano Airbnb.

Con l’avvento del XXI secolo, è riaffiorato un dibattito internazionale sulle grandi trasformazioni urbane nelle città globali, ponendo tuttavia poca attenzione alla finanziarizzazione immobiliare, ovvero al trattamento degli immobili come beni finanziari. Negli ultimi decenni, molte aree urbane si sono trasformate in distretti terziari, con il capitale fondiario convertito in capitale finanziario, influenzando l’urbanistica. In Italia, la finanziarizzazione ha portato alla concentrazione del capitale bancario e alla professionalizzazione del settore immobiliare. Questo studio analizza gli effetti della finanziarizzazione nei casi di Expo-Mind a Milano e Tiburtina-Pietralata a Roma, esaminando la ‘via italiana’ alla finanziarizzazione di attori, strumenti e pratiche delle trasformazioni urbane.

Una svolta infrastrutturale globale attraversa gli studi sulla città. Un consenso generale che equipara le infrastrutture allo sviluppo sociale ed economico determina un significativo aumento negli investimenti richiesti per infrastrutture della circolazione come reti elettriche, oleodotti, sistemi fognari, o ferrovie. Se l’infrastrutturazione di un territorio era in epoca moderna dominata dalla spesa pubblica, l’affermarsi di regimi neoliberisti ha caratterizzato una radicale trasformazione delle forme di finanziamento infrastrutturale, nel segno della privatizzazione e della finanziarizzazione. Questo articolo si pone l’obiettivo di offrire una mappatura concettuale per leggere questi processi, illustrando le ragioni fondanti, gli attori e gli strumenti della finanziarizzazione delle infrastrutture urbane e di considerare, alla luce dei temi emergenti nella letteratura internazionale, alcune future linee di ricerca sul territorio italiano.

L’articolo si propone di analizzare, a partire da una analisi socio-giuridica, il tema della gestione delle malattie croniche in ambito scolastico, evidenziando le principali sfide e diseguaglianze territoriali insite nell’attuale quadro normativo. Attraverso un’analisi documentale dei principali strumenti legislativi e delle linee guida operative, il contributo esamina l’evoluzione storica e il contesto normativo che ha portato all’adozione di politiche volte a garantire il diritto all’istruzione e la tutela della salute degli alunni affetti da patologie croniche. In particolare, lo studio mette in luce come in assenza di un atto avente cogenza normativa per la gestione delle malattie croniche a scuola, il quadro nazionale si articoli attraverso una molteplicità di protocolli e di documenti di indirizzo a livello regionale e locale che mirano a garantire sia il diritto alla salute che quello all’istruzione. Vengono evidenziate le tensioni derivanti dalla scarsa integrazione tra politiche educative e sanitarie e le conseguenze che tale disallineamento comporta per l’inclusione e il benessere degli studenti. Le riflessioni critiche proposte suggeriscono la necessità di un ripensamento dei meccanismi normativi, finalizzato a promuovere una maggiore coerenza tra diritto e prassi educativa in grado di favorire una gestione più integrata e inclusiva delle malattie croniche a scuola.

Davide Diamantini, Mirella Ferrari

Sostenibilità e imprese: l’eco-corporate welfare in un distretto industriale

SOCIOLOGIA URBANA E RURALE

Fascicolo: PRE / 1900

The article explores the relationship between sustainability, welfare and businesses in an Italian industrial district, studying various practices adopted by companies of different sizes between 2023 and 2024. The research, combining quantitative and qualitative methods and taking inspiration from GRI and ESRS standards, highlights a possible correlation between the crisis of the welfare state, the ecological crisis and environmental paradoxes. Eco-corporate welfare, emerging from the intersection of the plans investigated, highlights critical issues such as the gender pay gap and the under-representation of women. The companies analysed demonstrate virtuous practices that can serve as models to be followed, capable of creating a truly sustainable green scenario

Cristina Calvi

Dall’aula al reparto pediatrico: la scuola in ospedale (SiO) come spazio di agency e continuità educativa

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 1 / 2025

La Scuola in Ospedale (SiO) rappresenta un servizio essenziale per la tutela congiunta dei diritti all’istruzione e alla salute dei minori, così come sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dalle disposizioni costituzionali italiane. L’articolo ricostruisce, innanzitutto, l’evoluzione normativa che, dalle prime circolari ministeriali del 1986 alle Linee di indirizzo nazionali del 2019, ha progressivamente definito la SiO come struttura scolastica autonoma, flessibile e inserita a pieno titolo nel percorso terapeutico del giovane paziente. Adottando la prospettiva della New Childhood Sociology, il contributo analizza la tensione tra i principi di protection/provision e quello di participation che permea i contesti di cura pediatrici. In tale cornice, la SiO emerge come spazio privilegiato in cui l’agency dei bambini e degli adolescenti viene riconosciuta e rafforzata: il rapporto quasi sempre uno a uno con l’insegnante consente agli studenti-pazienti di negoziare tempi, contenuti e modalità di apprendimento, attenuando l’asimmetria di potere tipica della scuola ordinaria e contrastando l’isolamento prodotto dalla malattia. Parallelamente, l’insegnamento in ospedale impone ai docenti un’alta capacità di adattamento ai ritmi clinici, competenze relazionali avanzate e la gestione di relazioni multiple con équipe sanitarie, famiglie e scuole di provenienza. Tale complessità trasforma gli insegnanti in figure chiave di una comunità di cura multidisciplinare, in grado di ricomporre frammenti di normalità nella quotidianità ospedaliera e di fungere da ponte simbolico con la vita esterna. Infine, il lavoro evidenzia criticità strutturali - numero limitato di sezioni, mancanza di un protocollo nazionale uniforme per la presentazione del servizio ai piccoli pazienti e alle loro famiglie, carenza di ricerche che coinvolgano direttamente gli studenti-pazienti - e avanza l’esigenza di potenziare investimenti, formazione e studi partecipati per consolidare la funzione terapeutica ed educativa della SiO. Il quadro che ne risulta configura la scuola ospedaliera come istituzione “straordinaria” e imprescindibile nella riduzione delle disuguaglianze educative e di salute in età evolutiva.

This research presents a case study examining how transformational game design promotes sustainable mobility through community psychology approaches in onlife environments. The MUV platform¹, developed as University of Palermo spinoff, demonstrates practical integration of behavioural change models with game design principles. Longitudinal data from 2,856 users across European cities show 33.8% average carbon footprint reduction, with 14.9% daily-to-monthly active user retention. The platform’s sport-as-metaphor framework transforms routine mobility decisions into engaging activities whilst supporting empowerment and social equality. Findings establish that university-led digital innovations can achieve meaningful individual and collective behavioural change, providing replicable pathways for scaling community psychology interventions addressing climate challenges.

The article examines the development of a community map for the campus of the University of Palermo, carried out by students as part of an educational experiment. Within the framework of community psychology, innovative digital tools (GIS and online mapping) were employed to foster the care of shared spaces. Students developed skills in analysis, collaboration, and active participation. The use of open-access online digital software (Google My Maps and QGIS) made the process engaging, supporting the acquisition of digital competencies and active citizenship. This initiative highlights the potential of digital technologies in practices of caring for shared living spaces, as well as their possible impact on the sense of belonging and civic responsibility within the academic community.

With the integration of Wearable AI Technologies into community interventions a reflection has started on the potential of these tools to innovate and simplify qualitative participatory research practices. This paper presents an investigation of the use of artificial intelligence PLAUD within the context of the Internet of Things (IoT) as a device for capturing interactions within graphomaniac communities. Specifically, the study involved 42 participants during meetings of Parole Notturne, a Palermo-based collective dedicated to promoting Community Reading and Writing. The primary objective is to critically evaluate the added value of wearable AI technologies, considering the prospect of kurzweilian technological singularity.

Marco Andrea Piombo, Gaetano Di Napoli, Sabina La Grutta, Cinzia Novara

Parenting in the digital environment: Comparing digital practices, trust, and AI-related concerns in adoptive and non-adoptive families

PSICOLOGIA DI COMUNITA'

Fascicolo: 1 / 2025

In recent years, the widespread use of digital technologies and the rapid integration of generative artificial intelligence (AI) have significantly reshaped family dynamics, influencing how parents guide and supervise their children’s digital interactions. While AI technologies offer considerable educational and social opportunities, they also present significant risks to minors’ safety, privacy, and emotional development. The present study explores AI usage, trust, and perceived risks among 180 parents (87 biological, 93 adoptive), specifically aiming to identify potential differences between these two groups. Results indicated cautious behavior and low trust in AI across both groups, without significant differences. However, adoptive parents reported higher digital literacy and greater involvement in monitoring their children’s online activities. Additionally, qualitative findings highlighted specific concerns among adoptive parents, especially related to unwanted contact with birth families and exposure to emotionally sensitive digital content. The findings underscore the importance of targeted community-based educational interventions to enhance parental skills and confidence in managing AI-related opportunities and risks.

Kate Fogarty, Jihee Song

Navigating the ethical future of conversational AI use by youth

PSICOLOGIA DI COMUNITA'

Fascicolo: 1 / 2025

This theoretical reflection paper explores critical ethical challenges for youths’ use of conversational artificial intelligence (CAI), highlighting promises and pitfalls. Central to the discussion is the challenge of developing ethical AI systems to make morally sound decisions to minimize harm and maximize beneficence. To address ethical concerns and safeguard youth-AI interactions, innovative solutions are highlighted: developing computational ethics paradigms to ensure transparency and accountability in AI algorithms and promoting communities of AI use. The paper concludes by underscoring the ongoing challenge of imbuing AI with ethical reasoning capacities, highlighting the critical need for interdisciplinary approaches to ensure responsible AI development and use by younger and older humans alike.

The aim of this paper is to explore two family models frequently observed during sessions with drug addiction patients: performance-oriented functioning families and, on the other hand, those families with affect-oriented functioning.Based on over thirty years of clinical experience and observation, this paper analyses how these models affect the genesis and preservation of the addiction, focusing on the psychic mechanism related to the object relationship and the structuring of the “Self”.Performance-oriented functioning families deny emotional needs, in favor of concrete and tangible achievements, whilst affect-oriented functioning families are characterized by an emotional enmeshment that can hinder self-sufficiency.Ultimately, the article concludes by highlighting the importance of a specific intervention aimed at restructuring such family dynamics.