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Cristina Orlandi

Emotion-Focused Therapy: la terapia centrata sulle emozioni

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 1 / 2025

Viene fornita una panoramica introduttiva sull’evoluzione della Emotion-Focused Therapy di Leslie Greenberg, sulla teoria del funzionamento e della disfunzione del Sé, e sulle bussole che ne orientano la pratica clinica, dato che rare sono le pubblicazioni italiane su questo modello terapeutico. Va anche detto che la medesima traduzione del nome e lo stesso acronimo (EFT) sono stati utilizzati in letteratura anche per l’Emotionally Focused Therapy di Susan Johnson, spesso generando confusione tra le due modalità terapeutiche. Per restituire alla Emotion-Focused Therapy un’identità distinguibile anche in Italia, ne è stata introdotta, d’accordo con Leslie Greenberg, la denominazione “Terapia Centrata sulle Emozioni”, che sostituisce quella con cui entrambi gli approcci son stati tradotti per oltre due decenni, cioè “Terapia Focalizzata sulle Emozioni”.

Cesare Romano

Angela Rohr (1890-1985). Una psicoanalista nei Gulag di Stalin

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 1 / 2025

La psicoanalista Angela Rohr, pressoché sconosciuta nella storia della psicoanalisi, dopo essersi formata come psicoanalista presso l’Istituto psicoanalitico di Berlino con Karl Abraham, si trasferì col marito Wilhelm Rohr in Russia da dove collaborò come corrispondente sovietica col quotidiano tedesco Frankfurter Zeitung per dieci anni. Dopo l’invasione della Russia da parte della Wermacht, nel 1941 fu arrestata col marito con l’accusa di spionaggio e collaborazione con un giornale fascista. Fu internata per cinque anni nei Gulag di Stalin e poi condannata all’esilio perpetuo che durò altri undici anni. Nel frattempo, lavorò come medico nei Gulag, e fu liberata solo dopo la morte di Stalin e riabilitata qualche anno dopo. Riuscì a sopravvivere alla vita dei Gulag grazie alle sue conoscenze mediche e psicoanalitiche, che le consentirono di mantenere l’integrità del suo Io. Col marito fece parte della Società psicoanalitica russa dalla sua fondazione fino al 1937, e tenne alcune conferenze. Visse fino all’età di 95 anni, senza poter vedere pubblicata la sua opera principale, una voluminosa testimonianza della sua vita di prigionia che uscì postuma nel 1989. Vengono forniti anche alcuni elementi sull’organizzazione del Gulag e sulle differenze tra i campi di lavoro staliniano e i lager nazisti, e un rapido profilo dei pionieri della psicoanalisi russa.

Simone Santamato

Interventi. Confronti atmosferici. Una risposta ai commenti di Gianni Francesetti e Tonino Griffero

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 1 / 2025

. In questa risposta agli interventi di Francesetti (2025) e Griffero (2025), da un lato viene fatta maggiore chiarezza riguardo le posizioni di Santamato (2025) nei confronti dell’atmosferologia e dell’esternalismo emozionale che la costituisce paradigmaticamente, e dall’altro vengono accolte alcune delle critiche. La risposta è strutturata in due parti: nella prima parte vengono riprese le fila del discorso sull’esternalismo emozionale, ribadendo le posizioni di Santamato (2025) attraverso un’anti-critica dell’anti-critica (Griffero, 2025); nella seconda, accogliendo alcune delle critiche mosse nei confronti di una psichiatria atmosferologica, viene ripreso e ampliato il discorso nei riguardi di una clinica atmosferologica.

Tonino Griffero

Interventi. Qualche riflessione atmosferologica. Una anti-critica

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 1 / 2025

Viene presentata una anti-critica che respinge alcune obiezioni presenti del pur interessante articolo di Santamato (2025), focalizzato sulle contraddizioni dell’atmosferologia e sui rischi della sua adozione psicopatologica. Che tale progetto radicalmente esternalista (le atmosfere sono sentimenti presenti nello spazio) sia controverso non è però un deficit ma un valore aggiunto (quanto meno filosoficamente). Va inoltre sia corretta l’interpretazione di Santamato di alcuni concetti chiave (atmosfere spurie, corpo vissuto, aspetti normativi, etc.), sia respinta l’obiezione di una complessiva contraddittorietà. L’articolo, semplicemente, adotta un paradigma (intenzionalità delle atmosfere, introiezionismo affettivo, etc.) del tutto estraneo ai presupposti atmosferologici (primato del patico e del corpo vissuto, critica della autonomia razionale del soggetto, etc.). Ma ha davvero senso abbracciare il paradigma atmosferologico privandolo di questi rivoluzionari presupposti ontologici?

In questo commento all’articolo di Santamato (2025) vengono messe brevemente in luce alcune premesse necessarie per comprendere la prospettiva atmosferologica e la sua potenziale rilevanza per la clinica psichiatrica e psicoterapeutica. Questa esplorazione richiede infatti di abbandonare una epistemologia individualistica, tipica della modernità, compiendo un movimento verso un paradigma che considera il sé come un fenomeno emergente. Questo concetto è già presente in molte esplorazioni fenomenologiche, ma anche nella psicologia e nella psicoterapia della Gestalt e, oggi, nelle scienze della complessità e nelle neuroscienze. Il sé, e quindi la persona, in questa prospettiva è un fenomeno emergente da uno sfondo in cui i poli della soggettività e della oggettività non si sono ancora definiti. Le atmosfere, tonalità affettive diffuse nella situazione, sono tracce di questo processo e informano il clinico sulle forze che si muovono nel campo che nell’incontro prende forma.

Simone Santamato

Atmosfere emozionali nella clinica psicoterapeutica. Alcuni dubbi sulla psichiatria atmosferologica

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 1 / 2025

Vengono individuati e discussi i punti fondamentali della psicopatologia fenomenologica a orientamento atmosferologico: se la fenomenologia rimette il sintomo alla soggettività, l’atmosferologia sposta l’accento delle emozioni verso l’esterno. Le atmosfere ci catturano tanto da indirizzare le nostre intenzioni e la nostra percezione di luoghi, oggetti e situazioni: in psichiatria sarebbe possibile organizzare un criterio diagnostico dove gli agenti psicopatogeni sono individuati seguendo le atmosfere emozionali di cui è preda il paziente-persona. Viene problematizzata la base teorica di questa concezione, argomentando che nell’esternalizzazione delle emozioni si perde la personalità del paziente-persona, così importante per il processo clinico e terapeutico.

Paul L. Wachtel

Il mio percorso di psicoterapeuta

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 1 / 2025

La psicoterapia negli ultimi cinquant’anni ha subìto profonde trasformazioni, e si è evoluto anche il percorso di molti psicoterapeuti esperti. In questo editoriale, richiesto dal Journal of Contemporary Psychotherapy, viene riassunto il percorso di Paul Wachtel come psicoterapeuta, dalla sua iniziale formazione in teoria e tecnica della psicoanalisi presso la Yale University, influenzata dalla Psicologia dell’Io, al suo crescente interesse per l’integrazione in psicoterapia e alla sua curiosità verso altri approcci. In particolare, viene descritto il suo interesse per la terapia comportamentale, e soprattutto per l’importanza della tecnica dell’esposizione, all’interno di una teoria della terapia che continua a essere fortemente radicata nella psicoanalisi ma che la aggiorna alla luce di importanti contributi di altre scuole. Le esperienze reali, e non solo le esperienze dell’infanzia, sono fondamentali per il miglioramento del paziente, e ciò che l’autore ha chiamato “psicodinamica ciclica” è un concetto centrale per la comprensione e il trattamento dei problemi psicologici. A questo proposito, un altro approccio che viene considerato utile nella ricerca sull’integrazione in psicoterapia è la terapia sistemico-famigliare, i cui concetti principali possono essere fruttuosamente inclusi nell’approccio psicodinamico.

Virginia Perutelli, Marialaura Di Tella, Lidia Mislin Streito, Valentina Tesio, Marinella Clerico, Lorys Castelli

Sclerosi multipla e funzionamento familiare: dati preliminari di un’indagine multicentrica sul territorio italiano

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2025

La sclerosi multipla (SM) è una malattia autoimmune e neurodegenerativa del sistema nervoso centrale. A seconda della localizzazione e dell’entità delle lesioni, le persone con diagnosi di SM possono sperimentare sintomi psicologici capaci di compromettere la quotidianità. Per questa patologia non esiste ancora una cura definitiva, il che influisce negativamente nei nuclei familiari con un membro della coppia genitoriale con SM, in cui si è soliti assistere ad un’interferenza negativa sia sulle relazioni coniugali che sul legame parentale. A partire dal progetto di ricerca generale che si pone come obiettivo quello di indagare tali fattori in suddetti nuclei di famiglie, il presente studio riporta i risultati preliminari dell’indagine ancora in corso, riguardanti le sole persone con SM. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare le seguenti scale: la Hospital and Anxiety Depression Scale (HADS), la Multidimensional Scale of Perceived Social Support (MSPSS), la Short form of the Family Assessment Measure Third Edition (Brief FAM-III) e la Dyadic Adjustment Scale (DAS). Il campione finale, composto da 55 persone con SM, ha riportato alla DAS un punteggio statisticamente inferiore rispetto alla popolazione generale. Inoltre, alla HADS rispettivamente il 44% e il 40% ha superato il cut-off circa la manifestazione della sintomatologia ansioso-depressiva e minori livelli al Brief FAM-III hanno correlato con minori punteggi al MSPSS e maggiori alla HADS. Tali risultati dovranno essere confermati dall’analisi della totalità dei dati raccolti da ciascuno dei 13 centri SM attualmente coinvolti nel progetto generale.

Alessandra Bigoni, Simona Caputo, Annalisa Paterna, Anna Viganò, Francesca Brivio, Silvia Cozzolino, Anna Maria Cebrelli, Michela Bernardini, Andrea Greco

Paziente simulato online e in presenza: implicazioni in termini di apprendimento, percezione di autoefficacia e sicurezza psicologica nel contesto sanitario

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2025

Background. La simulazione in ambito sanitario è una tecnica formativa che consente agli studenti e ai professionisti di sperimentare, in un contesto protetto, situazioni cliniche tipiche del lavoro sanitario. Tale formazione può essere erogata attraverso diverse modalità, che implicano la pratica riflessiva e deliberata delle abilità acquisite in forma teorica. Ad oggi, per quanto di nostra conoscenza, un numero limitato di studi ha esplorato le differenze tra simulazione online e in presenza. Per questo, il presente contributo intende porre a confronto queste due modalità di simulazione. Metodi. Sono stati coinvolti 28 studenti iscritti al Corso di Studi in Infermieristica presso l’Università del Piemonte Orientale, i quali hanno partecipato singolarmente ad attività di simulazione con paziente simulato in presenza oppure online. Successivamente sono stati condotti in totale 6 focus group con gli studenti, 4 tutor, 3 debriefer e 3 pazienti simulati. Risultati. Dall’analisi emergono similarità nell’apprendimento, con risultati positivi sulla percezione di sicurezza psicologica nel contesto lavorativo e sul senso di autoefficacia; in aggiunta, la presenza del paziente simulato sembrerebbe garantire il realismo dello scenario. Elemento centrale di distinzione tra i due tipi di attività, invece, viene rivestito dalla dimensione non verbale della comunicazione con il paziente. Conclusioni. Emergono potenzialità di crescita professionale legate all’implementazione delle tecniche di simulazione (in presenza e online) nei curricula universitari. Viene rilevata, inoltre, la necessità di applicazione e integrazione delle due modalità in differenti contesti didattici, ampliando la possibilità di sviluppare progetti per l’apprendimento delle abilità relazionali, affiancate a quelle tecniche, importanti per la cura del paziente e il benessere degli operatori.

Elena Argenti, Hermes A. J. Morales

“Il Café Alzheimer: il caso di una realtà umbra”

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2025

La letteratura sul caregiving dei malati con Alzheimer evidenzia come il carico assistenziale sia fisico cognitivo, emotivo e sociale. Il presente studio concerne un intervento di promozione della salute in una realtà umbra, secondo la concettualizzazione dell’Alzheimer Café (1997), con la proposta di un servizio psicosociale teso a rafforzare la rete dei servizi già esistenti per una presa in carico di sistema (persona con demenza, caregiver, nucleo familiare e comunità). Gli obiettivi sono: diffondere conoscenza sulle malattie neurodegenerative, facilitare co-costruzione di strategie per la gestione della malattia e l’elaborazione del carico assistenziale, e attenuare lo stigma sociale del caregiver e del malato. Sono state effettuate interviste semi-strutturate ai caregiver (N=10) prima e dopo l’intervento. Gli autori, a partire dall’analisi dei risultati, rilevano come l’intervento possa favorire le capacità di elaborazione dei vissuti di malattia, una migliore gestione dell’accettazione della delega nelle dimensioni di cura, e la possibilità di usufruire dei servizi sul territorio.

Giovanni Schettino, Leda Marino, Vincenza Capone

Navigare nell’incertezza: il ruolo dell’employability percepita ai tempi della formazione a distanza

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2025

L’adozione della formazione a distanza è ormai diffusa nelle università. Queste ultime sono da sempre chiamate a sostenere l’employability degli studenti e, negli ultimi anni, a coniugare tale obiettivo con le trasformazioni digitali e le relative sfide che esse comportano, senza trascurare l’attenzione alla promozione del benessere. Pertanto, questo studio mira a indagare il ruolo dell’employability percepita nella relazione tra technostress legato alla formazione a distanza e il benessere degli studenti universitari. Un totale di 242 studenti, universitari, principalmente donne, ha completato un questionario self-report che includeva misure per valutare il technostress legato alla formazione a distanza, l’employability percepita interna, l’employability percepita esterna e il benessere psicologico. Le analisi statistiche hanno riportato associazioni significative tra technostress e le altre variabili considerate ad eccezione dell’employability percepita esterna. Inoltre, l’employability percepita esterna è emersa essere un potenziale mediatore nella relazione tra technostress e benessere. Questi risultati evidenziano la necessità, in particolare per le organizzazioni accademiche, di implementare interventi volti a ridefinire i contesti di apprendimento online e a promuovere l’employability percepita degli studenti al fine di favorire il loro benessere.

Ilaria Picci, Stéphanie Frau, Andrea Moi, Mersia Gabbrielli, Silvia Caredda, Federica Casula, Alessandra Cau, Martina Deidda, Marco Guicciardi

Guess Your Health, un progetto pilota di promozione della salute in contesto scolastico

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2025

Il progetto pilota “Guess Your Health” è un intervento sviluppato da studenti e studentesse della Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute dell’Università di Cagliari, finalizzato a promuovere l’adozione di stili di vita sani tra i giovani. L’intervento si è svolto nel contesto scolastico e ha coinvolto quattro diverse scuole secondarie nella Città Metropolitana di Cagliari, con un totale di 11 classi e 187 studenti di età compresa tra 14 e 19 anni. L’intervento ha utilizzato una metodologia partecipativa che incorpora strumenti ludico-interattivi e multimediali, permettendo agli studenti di impegnarsi attivamente nel diventare più consapevoli dei loro stili di vita. L’analisi preliminare ha indicato l’interesse degli studenti coinvolti nelle attività verso i temi proposti e un alto livello di apprezzamento dei metodi multimediali utilizzati per comunicare le informazioni. I risultati acquisiti finora mettono in luce l’importanza di promuovere interventi che utilizzano strumenti innovativi e multimediali capaci di promuovere una riflessione partecipata e attenta tra gli adolescenti riguardo agli stili di vita sani in campo scolastico.

Giulia Zucca, Oriana Mosca

Consapevolezza in apnea: un intervento di psico-promozione

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2025

L’apnea consiste nell’immergersi trattenendo il fiato sott’acqua, sperimentando sensazioni di sofferenza con il protrarsi dell’apnea che inducono una condizione di stress psicofisico. Per un minor consumo di ossigeno, occorre una capacità di mantenere presenza, calma e gesti tecnici adeguati. La ricerca evidenzia che la mindfulness può aiutare a combattere lo stress, aumentare l’auto-compassione e migliorare il benessere. Sono state proposte pratiche mindfulness come strumento utile sia alla promozione del benessere, della consapevolezza e della regolazione emotiva sia al miglioramento della performance atletica. Il percorso della durata di 6 settimane aveva l’obiettivo di fornire agli agonisti uno strumento utile alla gestione della prestazione sportiva, benessere eudaimonico, regolazione emotiva, e consapevolezza. Tra il 2022 e il 2023 è stato realizzato un gruppo di mindfulness con 12 soggetti partecipanti, composto da apneisti agonisti. Le misurazioni sono state effettuate prima, dopo l’intervento e di follow-up tramite la somministrazione dei questionari Five Facet of Mindfulness Questionnaire (FFMQ), Difficulties in Emotion Regulation Scale (DERS), Questionnaire for Eudaimonic Wellbeing (QBE) e la rilevazione dei tempi e distanze percorse in apnea. Sono state svolte correlazioni tra le variabili analizzate nei 3 tempi ed un’analisi della varianza entro i soggetti. Le analisi mostrano un miglioramento generale per tutte le variabili considerate con oscillazioni su specifiche sottoscale. È stata svolta un’analisi qualitativa per comprenderne le oscillazioni nei punteggi. L’approfondimento di questi risultati ottenuti a livello locale arricchirebbe gli interventi applicati allo sport basati sulla mindfulness e le sue applicazioni su traiettorie globali per costruire salute in campo apneistico.

Barbara Muzzulini, Marco Rizzo, Anna Paola Capriulo, Norma De Piccoli

Cosa pensano gli psicologi italiani della promozione della salute: una indagine presso un campione di professionisti e specializzandi

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2025

La promozione della salute costituisce un ambito di intervento interdisciplinare e interprofessionale. Delineare la figura dello psicologo che si occupa di promozione della salute è di centrale importanza per integrare l’intervento psicologico in questa disciplina. La presente ricerca è volta a rilevare gli atteggiamenti e le rappresentazioni degli psicologi italiani in tema di promozione della salute, evidenziando eventuali differenze per età, anzianità di servizio, coinvolgimento in e applicazione di prospettive basate su una prospettiva salutogenica. A partire da precedenti ricerche che hanno indagato il ruolo di psicologi e professionisti della promozione della salute in Italia e in Europa, è stato predisposto un questionario per rilevare gli ambiti teorico/paradigmatici ritenuti più coerenti con l’approccio salutogenico e gli obiettivi chiave di un progetto di promozione della salute. I risultati delle analisi di dati qualitativi e quantitativi mostrano rappresentazioni eterogenee: gli psicologi appartenenti ad una generazione “intermedia” (età 31-49 anni e anzianità di servizio 4-10 anni) e chi lavora abitualmente nella promozione della salute sembrano essere i più formati sul tema; i più giovani (età 24-30 anni e anzianità di servizio 0-3 anni), al contrario dei più anziani (età 50+ anni e anzianità di servizio 10+ anni), tendono a discostare la promozione della salute dai tradizionali approcci basati sull’intervento clinico one-to-one. Il presente lavoro offre uno spunto di riflessione per ri-pensare al ruolo dello psicologo promotore della salute all’interno di una prospettiva territoriale, interdisciplinare e salutogenica che opera non solo all’interno del tradizionale setting terapeutico.

Giulia Rosa Policardo, Cristian Di Gesto, Amanda Nerini, Camilla Matera

To do or not to do? Il ruolo dell’immagine corporea e della Teoria del Comportamento Pianificato sull’attuazione dell’autoesame al seno

PSICOLOGIA DELLA SALUTE

Fascicolo: 1 / 2025

La Breast-Self Examination (BSE) rappresenta una strategia di prevenzione del cancro alla mammella efficiente ed economica. Poiché la BSE richiede un esame minuzioso del proprio seno, le donne insoddisfatte e a disagio con il proprio corpo possono eseguire questo comportamento con minore frequenza. Tuttavia, quando le donne sviluppano un atteggiamento positivo verso il proprio corpo, tendono a essere più inclini a prendersi cura della loro salute in generale attuando più frequentemente gli screening medici. Utilizzando la Teoria del Comportamento Pianificato (TCP) come framework, lo studio esamina il ruolo di varie dimensioni dell’immagine corporea (positiva e negativa), insieme alle componenti della TCP, nel predire le intenzioni e il comportamento effettivo di BSE in un campione di donne italiane. Il campione iniziale (T1) di 409 donne (M=30.31) ha visto la partecipazione di 105 donne (M=31.45) al follow-up (T2). Il questionario al T1 ha rilevato le variabili associate alla TCP e all’immagine corporea, mentre al T2 è stato registrato il comportamento effettivo. La path-analysis indica che le intenzioni sono positivamente associate al comportamento, predette da norme soggettive e dal controllo comportamentale percepito (CCP). L’insoddisfazione corporea generale risulta predire indirettamente le intenzioni (tramite CCP) mentre body-compassion e insoddisfazione per il seno si associano direttamente al comportamento. Questi risultati sottolineano l’importanza di strutturare campagne preventive del tumore al seno che prevedano interventi volti a migliorare l’immagine corporea, in un’ottica compassionevole, e che enfatizzino il ruolo degli altri significativi e della percezione di facilità ed economicità dell’esecuzione della BSE per aumentare l’intenzione comportamentale e, di conseguenza, l’attuazione del comportamento.

Andrea Minelli, Francesco Bottaccioli, Anna Giulia Bottaccioli

Psyche and Life: Allostasis between the Predictive brain-mind system and Traditional Chinese Medicine

PNEI REVIEW

Fascicolo: 1 / 2025

The paradigm of allostasis and Traditional Chinese Medicine (TCM) share foundational conceptual and pathophysiological principles, as well as a holistic perspective on the relationships between psychological and biological dimensions. TCM emphasizes the profound connection between the body and Qi, while the allostatic model places the representation and regulation of bodily states at the core of all mental processes. According to predictive processing theories, the brain-mind system employs internal models to anticipate neurosensory states, continuously comparing predictions with incoming data from external and internal environments.
By minimizing predictive errors, the brain-mind system constructs perceptions, plans actions, and regulates allostasis. Disruptions in the balance between predictions and prediction errors can impair allostatic efficiency, leading to clinical consequences. Similarly, imbalances in Qi – stagnation, deficiency, excess – disrupt psychophysical equilibrium and contribute to the development of chronic diseases, notably under prolonged stress conditions.
Integrating Western and Eastern paradigms holds promise for developing more effective, patient-centered therapeutic approaches.