LIBRI DI LUIGI ONNIS

La ricerca ha estratto dal catalogo 48 titoli

Anna Maria Nicolò, Gemma Trapanese

Quale psicoanalisi per la coppia?

Quale psicoanalisi per la coppia? ha il pregio indiscutibile di definire quali caratteristiche fondamentali ha il lavoro psicoanalitico nella coppia e discute quale formazione dello psicoterapeuta può dirsi sufficiente per un lavoro analitico. Nel testo sono presenti con rilevanti contributi gli autori più significativi in questo approccio, sia italiani che stranieri, tutti cimentati nel compito di fornire al lettore il panorama complesso, articolato e vitale della psicoanalisi della coppia e della famiglia.

cod. 1215.3.6

Luigi Onnis

Una nuova alleanza tra psicoterapia e neuroscienze

Dall'intersoggettività ai neuroni specchio. Dialogo tra Daniel Stern e Vittorio Gallese

Questo libro vuole porre in luce nuova l’annoso problema del rapporto tra mente e corpo. Il dialogo tra due massimi rappresentanti delle scienze psicologiche e delle neuroscienze – Daniel Stern e Vittorio Gallese – delinea le prospettive di una vera rivoluzione scientifica e culturale. Di essa vengono approfondite anche le implicazioni pratiche, in particolare nel lavoro psicoterapeutico.

cod. 1250.243

Luigi Onnis

Lo specchio interno

La formazione personale del terapeuta sistemico in una prospettiva europea

La formazione alla psicoterapia non consiste soltanto nell’apprendimento di una serie di tecniche. Essa deve rivolgere una particolare attenzione alla persona del terapeuta e alla sue reazioni emozionali. Il libro affronta questi aspetti delicati e cruciali del problema della formazione, raccogliendo i contributi dei formatori e didatti dei più prestigiosi istituti europei di psicoterapia sistemica.

cod. 1250.166

Luigi Onnis

Il tempo sospeso

Anoressia e bulimia tra individuo, famiglia e società

Alcune ipotesi interpretative che consentono una più chiara comprensione dell’anoressia e bulimia e forniscono più efficaci orientamenti terapeutici. Un testo per gli operatori dell’area medica, psicologica, psicoterapeutica, e per quanti a qualsiasi titolo (educatori, pedagogisti, assistenti sociali, insegnanti, genitori) sono interessati a capire, in modo aggiornato e approfondito, il senso di una sofferenza sempre più diffusa tra le nostre giovani generazioni.

cod. 1250.68

Edith Goldbeter-Merinfeld, Francesco Bruni

Il lutto impossibile

Il modello del terzo pesante in terapia familiare

Un modello originale di psicoterapia che si iscrive nel quadro della terapia familiare sistemica. Un testo per psicoterapeuti non solo sistemici, ma di vari orientamenti; di grande interesse anche per tutte le figure professionali del settore medico-psico-sociale e inoltre, per gli studenti e specializzandi di psicologia e psichiatria.

cod. 1250.219

Maria Laura Vittori

Guida al paradigma relazionale

La teoria, la clinica, l'intrinseca bellezza

Un testo per gli studenti di Psicologia e gli specializzandi in Psicoterapia che devono o vogliono aprirsi all’orizzonte concettuale sistemico-relazionale. È utile altresì agli psicoterapeuti esplorativi che desiderano incrementare il loro strumentario.

cod. 1250.241

Luigi Onnis

Oltre le mura del silenzio. Saggio sulla follia manicomiale

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 1 / 2018

L’autore propone una interessante riflessione che mette in luce le profonde analogie tra l’opera di Anton Cechov (La corsia n. 6 - 1892) e il pensiero riformatore promosso in Italia da Franco Basaglia, oltre 70 anni più tardi. Il racconto di Cechov dimostra di avere una valenza in qualche modo profetica, proponendo in maniera lucida e profondamente amara uno spaccato della realtà istituzionale manicomiale, descritta mediante immagini vivide della quotidianità al suo interno ed attraverso il drammatico confronto tra il paziente e il medico, nei cui dialoghi è racchiuso tutto il frustrante senso dell’incompiutezza istituzionale e del suo intrinseco fallimento terapeutico. Nella lettura, la constatazione del destino di emarginazione assegnato al malato di mente istituzionalizzato, disumanizzato e privato di qualunque dignità e volontà, fa emergere in modo prepotente forti risonanze etiche ed emotive, ancora attuali.

Gran parte delle funzioni esecutive, dalla memoria alle decisioni, hanno una dimensione inconscia che traspare da una seri di studi clinici. La componente inconscia di numerosi processi cognitivi è oggi al centro di numerose ricerche ed è ormai ben chiaro che si può rintracciare e utilizzare un’esperienza del passato senza avere coscienza di far uso di memorie pre-esistenti. Un caso ben evidente sono le memorie implicite, tra cui la memoria procedurale che è legata al "saper fare" anziché al "saper descrivere" della memoria semantica. La psicoanalisi ha esercitato una notevole influenza nell’indirizzare i neuroscienziati verso alcune aree di ricerca, anche se non bisogna sottovalutare che tra le due discipline vi sono numerosissime discordanze, che le differenze metodologiche sono profonde, il linguaggio fortemente diverso. Resta il fatto che, sia pure con un’ottica e strumenti diversi, le neuroscienze stanno esplorando aspetti della mente che, per lungo tempo, sono stati trascurati o ritenuti scarsamente rilevanti nell’ambito di un approccio riduzionistico.

L’Autore, in questo articolo, ripercorre, innanzitutto, le fasi storiche essenziali del processo di rinnovamento delle teorie e delle pratiche, che ha preceduto e accompagnato l’approvazione della legge 180, che ha sancito la chiusura dei manicomi. Descrive, poi, le caratteristiche della riforma psichiatrica italiana, sottolineando come essa ponga le premesse per una esigenza di metodi nuovi di interpretazione e di intervento sul disagio psichico, di cui la psicoterapia è elemento essenziale e la legge italiana sulla regolamentazione della formazione psicoterapeutica è ulteriore espressione. In particolare, la psicoterapia sistemica presenta principi ispiratori comuni rispetto alla riforma psichiatrica e può proporsi come utile strumento di approfondimento e di sviluppo di concetti e di pratiche innovative. Infine l’Autore mette criticamente in evidenza i problemi rimasti aperti, non solo per quanto riguarda la necessità di dare piena applicazione alla legge di riforma, creando le strutture territoriali là dove esse sono ancora carenti, ma anche e soprattutto promuovendo una più ampia diffusione nei servizi pubblici di una cultura e di una pratica psicoterapeutica.

Luigi Onnis

Le voci interne della famiglia I miti e i fantasmi familiari

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 3 / 2016

Il presente lavoro, coerentemente con l’evoluzione epistemologica della psicoterapia sistemica, focalizza l’attenzione sulla dimensione dei miti familiari, livello più profondo e nascosto rispetto a quello dei modelli di interazione che si possono direttamente osservare nelle famiglie. Tale livello mitico raccoglie l’accesso della terapia familiare, superata la prima cibernetica, al livello profondo del mondo interno individuale e delle famiglie, la così detta "scatola nera". Inoltre lo stesso livello mitico si scopre ora più attuale per le molteplici interconnessioni con il campo delle neuroscienze, fino a mettere in collegamento aspetti psicologici e relazionali con il substrato neurobiologico. Infine viene evidenziata l’utilità del linguaggio analogico in psicoterapia attraverso la tecnica delle "Sculture del Tempo Familiare".

Luigi Onnis

I miti e i fantasmi familiari Il "tempo sospeso"

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 3 / 2016

Il presente lavoro dedicato alla ricerca in psicoterapia ed in particolare ai disturbi del comportamento alimentare (DCA), esplora e descrive la famiglia come un sistema complesso, in cui è riconoscibile una pluralità di dimensioni e di livelli diversi interconnessi: un piano sincronico di interazioni e di modelli comunicativi si incrocia con un piano diacronico di storie individuali e collettive, attraverso cui si strutturano legami e significati condivisi. Questa esplorazione di livelli, attraverso il concetto di mito, ne scopre le peculiarità e i significati nella famiglia. In particolare la ricerca dedicata all’anoressia e alla bulimia evidenzia le prerogative dei miti familiari connesse a tali forme di sofferenza. Infine, in questo lavoro tali miti vengono esplorati attraverso lo strumento delle "Sculture del Tempo Familiare", presentate nei loro presupposti teorici e nella pratica clinica presentata in un caso di DCA.

Luigi Onnis, Paola Mari, Benedetta Menenti

La formazione personale del terapeuta a differenti livelli: l’utilità di un linguaggio analogico

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 3 / 2016

In questo articolo, gli Autori descrivono un modello di lavoro sulla persona del terapeuta sistemico, adottato nel programma di training degli Istituti Italiani IEFCoSTRE. Essi sottolineano che la formazione personale del terapeuta non necessita di spazi particolari separati da quelli del training, perché questi potrebbero diventare spazi troppo specificatamente terapeutici (ad eccezione che in quei casi in cui l’allievo richieda chiaramente una terapia personale); al contrario gli autori ritengono che il lavoro sulla persona del terapeuta debba svolgersi all’interno del processo formativo, attraverso le diverse fasi del suo sviluppo. Gli Autori distinguono quattro livelli: a) il lavoro sulla storia familiare dell’allievo; b) l’analisi delle dinamiche interpersonali nel gruppo di training; c) il lavoro sull’allievo attraverso la supervisione diretta, che permette l’analisi delle sue reazioni emozionali nell’impatto con la famiglia durante la terapia; d) il lavoro sull’allievo attraverso la supervisione indiretta, che permette di valutare la capacità dell’allievo di governare il proprio mondo interno, il proprio "Sé" in terapia. Gli Autori focalizzano il discorso, in particolare, sul primo di questi livelli, il lavoro sulla storia familiare dell’allievo, che comincia col genogrammna e continua con altre costruzioni analogiche e metaforiche (sculture, fiabe, racconti metaforici). Essi sottolineano l’utilità di lavorare con un linguaggio analogico e metaforico che è particolarmente efficace nel permettere che possa emergere ciò che, abitualmente, non può essere espresso con le parole: "nodi" non risolti e inconsapevoli del mondo interno dell’allievo, che non possono essere immediatamente esplorati attraverso il pensiero razionale. Viene presentato, a scopo esemplificativo, il lavoro sulla storia familiare di un’allieva. Più in generale gli Autori sottolineano che l’intero processo del training può essere interpretato in termini di ciclo vitale dell’allievo orientato ad acquisire una progressiva autonomia e individuazione del proprio "essere terapeuta".

Il lavoro si propone di esplorare la dimensione attuale della Teoria dell’Attaccamento nel contesto culturale contemporaneo. L’autore evidenzia gli aspetti profondi condivisi dalla teoria dell’attaccamento con la psicoanalisi, il cognitivismo e l’orientamento sistemico. Relativamente a quest’ultimo mette in risalto la comune valorizzazione delle esperienze e delle relazioni "reali" come matrice dello sviluppo psicologico del bambino. Emerge, rispetto alla teoria dell’attaccamento, una visione di questa a "ponte" tra i diversi indirizzi. In questo senso si attiva come un ponte dalle molteplici direzioni, innanzi tutto verso l’interno di ciascun modello, stimolando una ricerca originale di connessioni tra "realtà esterna" e "mondo interno"; poi è un ponte che si costruisce tra modelli psicoterapeuti diversi sollecitando la ricerca e le intersezioni.

Luigi Onnis

Empatia e psicoterapia sistemica Implicazioni teoriche e cliniche

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 3 / 2016

L’autore, dopo aver proposto una definizione e una breve ricostruzione storica del concetto di empatia, prende in considerazione i contributi scientifici che richiamano oggi grande interesse sull’empatia: quelli della psicologia dello sviluppo, attraverso, in particolare, l’importanza della intersoggettività e quelli delle neuroscienze, attraverso la funzione dei neuroni specchio. Emerge che l’empatia è un costrutto relazionale che implica una condivisione su base essenzialmente emozionale e affettiva, prima ancora che cognitiva, mediata da linguaggi impliciti, specificamente corporei. Queste caratteristiche relazionali dell’empatia si sposano perfettamente con la psicoterapia sistemico che pone l’importanza della relazione intersoggettività tra i suoi principi ispiratori e che valorizza l’uso di linguaggi analogici nel lavoro terapeutico proprio per favorire la circolazione emozionale tra terapeuta e famiglia. Viene presentato un caso clinico in cui l’osservazione dell’empatia tra i membri della famiglia e col terapeuta è favorita dal metodo analogico delle Sculture del Tempo Familiare. Nella parte finale vengono anche discussi i rischi di una sopravvalutazione dell’empatia come fattore che da solo può produrre cambiamento.

Luigi Onnis

Empatia e psicoterapia sistemica. Implicazioni teoriche e cliniche

TERAPIA FAMILIARE

Fascicolo: 110 / 2016

L’autore, dopo aver proposto una definizione e una breve ricostruzione storica del concetto di empatia, prende in considerazione i contributi scientifici che richiamano oggi grande interesse sull’empatia: quelli della psicologia dello sviluppo, attraverso, in particolare, l’importanza della intersoggettività e quelli delle neuroscienze, attraverso la funzione dei neuroni specchio. Emerge che l’empatia è un costrutto relazionale che implica una condivisione su base essenzialmente emozionale e affettiva, prima ancora che cognitiva, mediata da linguaggi impliciti, specificamente corporei. Queste caratteristiche relazionali dell’empatia si sposano perfettamente con la psicoterapia sistemica che pone l’importanza della relazione di intersoggettività tra i suoi principi ispiratori e che valorizza l’uso di linguaggi analogici nel lavoro terapeutico proprio per favorire la circolazione emozionale tra terapeuta e famiglia. Viene presentato un caso clinico in cui l’osservazione dell’empatia tra i membri della famiglia e col terapeuta è favorita dal metodo analogico delle Sculture del Tempo Familiare. Nella parte finale vengono anche discussi i rischi di una sopravvalutazione dell’empatia come fattore che da solo può produrre cambiamento.

Philippe Caillè, Yvelin Rey

C'era una volta

Il metodo narrativo in terapia sistemica

cod. 1245.13

Luigi Onnis

Empatia e psicoterapia sistemica. Implicazioni teoriche e cliniche

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2015

L’autore, dopo aver proposto una definizione e una breve ricostruzione storica del concetto di empatia, prende in considerazione i contributi scientifici che richiamano oggi grande interesse sull’empatia: quelli della psicologia dello sviluppo, attraverso, in particolare, l’importanza della intersoggettività e quelli delle neuroscienze, attraverso la funzione dei neuroni specchio. Emerge che l’empatia è un costrutto relazionale che implica una condivisione su base essenzialmente emozionale e affettiva, prima ancora che cognitiva, mediata da linguaggi impliciti, specificamente corporei. Queste caratteristiche relazionali dell’empatia si sposano perfettamente con la psicoterapia sistemica che pone l’importanza della relazione intersoggettiva tra i suoi principi ispiratori e che valorizza l’suo di linguaggi analogici nel lavoro terapeutico proprio per favorire la circolazione emozionale tra terapeuta e famiglia.Viene presentato un caso clinico in cui l’osservazione dell’empatia tra i membri della famiglia e col terapeuta è favorita dal metodo analogico delle Sculture del Tempo Familiare. Nella parte finale vengono anche discussi i rischi di una sopravvalutazione dell’empatia come fattore che da solo possa produrre cambiamento.

Luigi Onnis, Domenico Ardito, Alessandro Pallucchini, Marco Bernardini, Cristina D'Onofrio, Stefano Ierace, Sara Gentilezza, Silvia Meini, Chiara Patruno

Il disturbo di panico nell’esperienza clinica di un servizio universitario. dati preliminari di una ricerca sistemica

PSICOBIETTIVO

Fascicolo: 2 / 2014

Il presente lavoro discute la dimensione psicopatologica del Disturbo di Panico (DP) e ne approfondisce gli aspetti legati alla ricerca clinica. Il DP è considerato in una prospettiva sistemica, come fenomeno complesso, caratterizzato da componenti socio culturali, individuali e familiari. Infine, viene presentato un progetto di ricerca dedicato al DP, che propone di sperimentare metodi di valutazione psicodiagnostici e trattamenti terapeutici che siano in grado di migliorare la prognosi e, se possibile, prevenire la cronicità del disturbo. La ricerca propone l’opportunità di un approccio multi-disciplinare integrato, che vede da una parte l’aspetto psicoterapeutico e dall’altra l’intervento psicofarmacologico.