LIBRI DI ANTONIO DI CAMPLI

Antonio Di Campli

Contro l’imperialismo intellettuale dell’urbano

TERRITORIO

Fascicolo: 104 / 2023

La nozione di ‘urbano’ e quella a lei prossima di ‘città’ hanno da tempo assunto la funzione di vassoio portaoggetti per un insieme di assunti, ipotesi e strategie operative su una varietà di ambienti e stili di vita. Le crisi ecologiche, le politiche infrastrutturali o dell’abitare tendono quasi sempre a essere affrontate come questioni urbane. Allo stesso modo, problemi di giustizia spaziale sono quasi sempre interpretati come inerenti al ‘diritto alla città’. È tempo di riconoscere alla nozione di ruralità la stessa complessità e densità che oggi esprime il concetto di urbano, mettendo in discussione i punti di vista da cui il rurale è oggi pensato e prodotto, mettendo a nudo la brutalità e, al tempo stesso, la debolezza dell’urbano.

Antonio Di Campli, Chiara Nifosì

Oltre Eboli. Questioni di ordine rurale

TERRITORIO

Fascicolo: 104 / 2023

Questa sezione propone riflessioni attorno a diverse condizioni e significati attribuiti al rurale e di come questi producano effetti e si riflettano nella configurazione e nel pensiero spaziale, informando diverse idee di ruralità. Obiettivo è cogliere la ricchezza e l’ampiezza della ricerca sul tema e, possibilmente, anticipare alcuni dei temi e degli approcci che saranno al centro dell’indagine e del progetto rurale nei prossimi anni. L’ipotesi sostenuta è che, a partire dal 2008, il susseguirsi di crisi ecologiche, economiche e, ultimamente, sanitarie, abbia innescato profondi, e al tempo stesso opachi, processi di ridefinizione degli spazi e delle società rurali occidentali, caratterizzati da nuovi fenomeni di frantumazione sociale, da conflitti, da prese di distanza e da nuove interazioni tra gruppi sociali, ecologie e forme di produzione spaziale.

Simonetta Armondi, Beatrice Moretti, Elisabetta Canepa, Federica Fava, Antonio Di Campli

Percorsi

TERRITORIO

Fascicolo: 95 / 2020

ornare sul campo per capire l’Italia. Una ricerca ‘non allineata’ su produzioni e territorio / La città portuale. Nuove tracce per la ricerca contemporanea / Dicotomia e simbiosi tra città e porto: nuovi paradigmi operativi / Essere spontanei nella città del XXI secolo, o dell’adattarsi / Riscritture della prossimità

Antonio Di Campli

Forme dell’abitare transnazionale. Il caso di Vilcabamba, Ecuador

TERRITORIO

Fascicolo: 88 / 2019

Questo contributo restituisce gli esiti di una ricerca su come varie forme di ‘turismo residenziale’ o ‘lifestyle migration’, prodotto da soggetti provenienti da città e territori del cosiddetto Global North, abbiano innescato dinamiche complesse di modificazione sociale e spaziale nei paesaggi e ambienti rurali di Vilcabamba, Ecuador, un piccolo centro andino di circa 5000 abitanti. Per analizzare tali processi, i concetti di ‘extractive zone’ e di ‘remittance urbanism’, definiti rispettivamente da Macarena Gómez-Barris e Sarah Lynn López, diventano strumenti operativi di ricerca spaziale. Il risultato è una rappresentazione spaziale dei modi in cui alcune pratiche specifiche del turismo residenziale sono territorializzate, modificando il significato e il funzionamento degli spazi rurali di Vilcabamba.

In Latin America in the past decade a new generation of architects emerged, able of restoring a sense of civic value in urban design researches. They work on a new urban design tradition where wounds, ruptures, spatial and social divisions, typical in Latin America, are finally conceived as a place where to experiment new devices for social exchange, interaction and also urban densification. This tradition is characterized by extraordinary capacities of both inventing new public space and hybridization strategies between architectural typologies. Many spatial solutions proposed, moreover, correspond to the attempt of restoring specific non-colonial modes of inhabiting the city. The attempt is conceived according to a utopian attitude, marked by an excess of imagination, which describes the radical character of the contemporary Latin American city

Il contributo offre una riflessione sul concetto di prossimità spaziale a partire da una lettura delle pratiche dell’abitare, intese come un qualcosa che va oltre la dimensione della casa, e delle oscillazioni del rapporto tra pubblico e privato prodotto dagli usi routinari degli spazi. Si sostiene l’ipotesi che, proprio a partire da quanto emerge da tali letture, sia possibile riformulare l’idea di comfort attraverso la quale riscrivere il progetto della prossimità spaziale nella città contemporanea. Un’indagine compiuta a Ginevra, attraverso un processo di campionamento di alcuni spazi urbani (diversi quadrati di 1 km lato identificati nel tessuto urbano), ha permesso di definire questioni generali sul rapporto tra comfort degli spazi di prossimità e strategie di progetto, individuando con più precisione temi e parametri per ripensare gli spazi comuni

Daniela Ruggieri, Anna Todros

Meyrin

Progetto e modificazione dello spazio moderno

Il Moderno, di cui si parla nel libro, è quello della Cité de Meyrin, prima città satellite di Ginevra, progettata alla fine degli anni Cinquanta e tuttora abitata da circa 18.000 persone. Un esempio paradigmatico per la cura dei luoghi e delle abitazioni. Funzione, uniformità, rarefazione, essenzialità, densità, mixité, décalage ci parlano dei significati e delle possibili modificazioni del progetto funzionalista e li mettono in tensione con l’abitare contemporaneo.

cod. 1862.136

Antonio Di Campli

Arona

Strategie e pratiche del progetto urbanistico

Un esercizio di progettazione, urbanistica, ambientale, architettonica e di paesaggio, che ha visto come luogo d’azione un tratto costiero della città di Arona, sul Lago Maggiore. La dimensione litorale descrive una condizione periferica per eccellenza, un luogo di conquista e di rimozione, di specializzazione, frantumazione, estasi. È in queste situazioni che la soluzione dei problemi richiede l’adozione di una posizione e di un pensiero laterale.

cod. 1862.122

Angelo Sampieri

L'abitare collettivo

Attraverso lo studio di casi italiani e stranieri il libro osserva forme diverse dell’abitare collettivo. Ipotesi di fondo è che l’abitare collettivo trovi le sue ragioni non unicamente nel fatto di costituire un’apprezzabile soluzione tecnica, di mercato o di progetto, ma entro un orizzonte più ampio di valori, pratiche, atteggiamenti, che sembra attraversare la società contemporanea.

cod. 1862.145