L’Italia ha introdotto tardi, nel2019, una misura di garanzia di reddito per i poveri di tipo universale e non categoriale. L’introduzione del Reddito di Cit-tadinanza fu il risultato dell’arrivo al governo di un nuovo attore politico, il Movimento Cinque Stelle. Ciò ha reso questo strumento oggetto di conflitto politico e di un discorso pubblico molto divisivo, rendendone difficile la legit-timazione nell’opinione pubblica. Problemi di disegno e l’inadeguata attua-zione delle misure non monetarie che avrebbero dovuto accompagnarlo han-no ulteriormente contribuito alla sua immagine negativa, nonostante la sua efficacia nel togliere dalla povertà centinaia di migliaia di famiglie, specie durante la pandemia Covid 19. Questa scarsa legittimazione spiega come mai la coalizione di destra-centro che ha vinto le elezioni a Settembre 2022 abbia potuto dare seguito alla sua promessa elettorale di abolirlo senza temere una forte opposizione nel paese. Il RdC verrà sostituito da due distinte misure ri-volte a due diverse popolazioni in base alla composizione delle loro famiglie. Solo le famiglie che abbiano al proprio interno minorenni, o persone con di-sabilità grave o ultrasessantenni riceveranno un sostegno molto simile al RdC. Gli altri riceveranno un sostegno molto più ridotto, con criteri economi-ci più stringenti e per un tempo più breve, purché frequentino un corso di formazione e/o siano coinvolti in politiche attive del lavoro. L’articolo argo-menta che questo nuovo approccio non solo è in contrasto con la recente Raccomandazione Europea sul Reddito minimo e crea nuove disuguaglianze tra poveri, ma non risolve neppure i principali difetti sia di disegno sia di at-tuazione del RdC.