LIBRI DI FABIO DEI

Luca Baldissara, Fabio Dei, Mariachiara Conti

Discutendo di Gap. Tre letture del libro di Santo Peli

ITALIA CONTEMPORANEA

Fascicolo: 281 / 2016

Fra le pubblicazioni edite in occasione del Settantesimo anniversario della Resistenza il testo di Santo Peli "Storie di Gap. Terrorismo urbano e Resistenza" (Einaudi, 2014) si presenta come il contributo di ricerca più originale e innovativo. Un viaggio in una dimensione di militanza resistenziale “diversa”, segnata da regole di comportamento e dilemmi morali estremi, che per il particolare contesto di lotta e gli obiettivi di base che la caratterizzano impone ai suoi protagonisti un “corpo a corpo” personale con il tema violenza, sia agita sia subita. Per restituire la ricchezza delle diverse prospettive e sfaccettature interpretative presenti nel testo abbiamo scelto di chiedere una recensione a tre autori di generazioni e discipline diverse: Luca Baldissara, storico della guerra e della Resistenza; Fabio Dei, antropologo culturale specializzato in studi sulla violenza; Mariachiara Conti, dottoranda dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, impegnata in un progetto di ricerca sui Gruppi d'Azione Patriottica.

Fabio Dei

Banalità del male e costruzione culturale della violenza

PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE

Fascicolo: 2 / 2013

Il concetto di "banalità del male", specie nelle sue declinazioni di senso comune, tende a spiegare la disposizione alla violenza come legata a un vuoto o a un’assenza: l’uccisione della coscienza morale, la "mancanza di pensiero" che Hannah Arendt attribuisce a Eichmann, le "teste vuote" che contrassegnano la delinquenza giovanile. In questo articolo, vengono sostenute le potenzialità di un approccio etnografico che consideri la violenza come un "pieno" - il frutto di processi pedagogici e di costruzione culturale, non meno di altre sfere dell’agire sociale. In particolare, viene discusso il problema della costituzione dei "soggetti violenti" e della loro genealogia in relazione a sistemi di pratiche sociali, in riferimento ad autori come Hannah Arendt, Franz Fanon e Giorgio Agamben.

Alberto Burgio, Adriano Zamperini

Identità del male.

La costruzione della violenza perfetta

Come si è potuto verificare un consenso di massa alle atrocità del nazismo? Come è stato possibile che in pochi anni una delle nazioni più colte e progredite del mondo occidentale sia scivolata in una delle peggiori barbarie della storia, decretando lo sterminio di milioni di persone? Esiste un modo per comprendere l’inquietante realtà del male e della violenza?

cod. 1420.1.151

Nel lavoro antropologico di Francesca Cappelletto, un ruolo centrale ha svolto la ricerca sulla memoria delle stragi di civili compiute dalle truppe nazifasciste nella Toscana del 1944. In particolare, Francesca ha condotto una ricerca etnografica su due paesi colpiti da gravissimi eccidi, Civitella Val di Chiana e Sant’Anna di Stazzema. Questo articolo discute brevemente quattro aspetti fra i più significativi ed originali degli studi di Francesca: a) il rilievo dato al ruolo della "comunità mnemonica" come soggetto delle pratiche pubbliche del ricordo; b) la critica alla nozione di "memoria collettiva" e l’accento posto sul conflitto come elemento strutturante della memoria; c) il ruolo complementare delle narrazioni e delle immagini nella trasmissione generazionale della memoria; d) i problemi cognitivi ed etici che caratterizzano il rapporto tra ricercatore e narratori nello studio della memoria traumatica.

Stefano Adami, Massimiliano Marcucci

Natura, mente, cultura

Pensiero, realtà, storia, scienze naturali

cod. 2000.750