L’adozione aperta e l’instaurarsi di contatti nel corso del tempo impongono una messa in discussione del modo in cui abbiamo finora inteso l’adozione. Dopo aver definito l’apertura, l’articolo ne presenta le varie fattispecie presenti nel nostro Paese, sia per l’adozione nazionale sia internazionale. I contatti fra adottato e famiglia di nascita avvenuti fuori da una cornice di apertura formale possono essere informativi per questa riflessione: la ricerca evidenzia che, pur nella generale soddisfazione degli adottati (specie quando possono contare sull’appoggio dei genitori adottivi), i vissuti emotivi a seguito del primo incontro sono densi e la successiva costruzione di una relazione che ben si inserisca nell’equilibrio personale e familiare è complessa. Per quanto riguarda l’adozione aperta vera e propria, la letteratura psicosociale va analizzata tenendo presente il contesto in cui è stata sviluppata. Con questa cautela si possono esaminare le possibili implicazioni psicologiche sui vari attori dell’adozione: minore adottato, genitori adottivi, famiglia di nascita. Complessivamente, l’apertura è associata a molti più benefici che a rischi, in particolare per l’adottato, pur richiedendo un impegno maggiore per le famiglie. Affinché si riveli soddisfacente, necessita di personalizzazione e di flessibilità e richiede essere sostenuta nel tempo.