LIBRI DI ROBERTO LORENZINI

Mariapina Accardo, Roberto Lorenzini

Pestare i piedi all'anima

L’offesa nelle relazioni significative

Il tema del perdono ha già un’ampia bibliografia. Questo volume lo affronta da un punto di vista nuovo: ciò che il perdono dovrebbe sanare, ovvero il concetto di offesa. L’offesa viene qui intesa come un danno morale, come un’invalidazione, come un danno all’integrità psicofisica e alla dignità della persona, come una ferita dolorosa. L’offesa è al bivio tra perdono e vendetta e gli autori ne descrivono i suoi ingredienti essenziali e le forme che assume nelle diverse relazioni.

cod. 1250.316

Antonio Scarinci, Roberto Lorenzini

Orientamenti in psicoterapia cognitivo-comportamentale

Dalla formulazione del caso alla ricerca sull'efficacia

Per alcuni disturbi la terapia cognitivo-comportamentale ha accumulato evidenze a sufficienza da renderla superiore ad altri tipi d’intervento e infatti le principali linee guida la suggeriscono come intervento d’elezione. Questo però non è sufficiente a dirimere definitivamente una serie di questioni su cui si sta dibattendo. Il libro, che si rivolge agli specializzandi in formazione ma anche a più esperti psicoterapeuti, sinteticamente ne ricapitola ed esplicita i punti critici e offre indicazioni chiare e semplici sulle diverse posizioni.

cod. 1250.312

Giovanni Liotti, Roberto Lorenzini

Note sul narcisismo. nella prospettiva cognitivo-evoluzionista

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 42 / 2018

Harry Stack Sullivan fu tra i primi psichiatri a riflettere creativamente sull’universalità, nella specie umana, della tendenza al narcisismo, che considerò la madre di tutte le altre illusioni. Una tendenza ad agire e pensare come se, in fondo, la propria personale realtà (non quella altrui) non fosse toccata dalla morte, da molteplici vulnerabilità, dalla fallibilità e dall’assenza di amore. La tesi di Sullivan sulla universalità di una sorta di illusione narcisistica influenzò, probabilmente, altri Autori, fra cui primariamente Heinz Kohut, nella loro riflessione sull’esistenza di un narcisismo sano come ingrediente indispensabile per un positivo sviluppo della personalità. A partire dal ricordo delle idee di Sullivan, ci siamo posti alcune domande all’interno di una cornice intellettuale cognitiva ed evoluzionista: Qual è la differenza tra narcisismo sano e patologico? Cosa può indirizzare in senso patologico l’illusione narcisistica? Quali processi evoluzionistici conducono all’illusione narcisistica? Cosa hanno in comune le diversissime forme cliniche che può assumere il narcisismo patologico? Che implicazioni ha tutto ciò per la terapia? Questo articolo si sofferma sulle risposte che, in una chiave cognitivista ed evoluzionista, abbiamo tentato di dare a tali domande.

Roberto Lorenzini, Francesco Mancini, Antonio Semerari

Stato dell’arte e nodi di sviluppo della psicoterapia cognitiva

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 42 / 2018

In questo articolo si cerca una risposta alla domanda: quali sono i punti critici che il Cognitivismo Clinico incontra sulla propria strada? I punti critici sono numerosi. Il rapporto della psicoterapia con la psichiatria biologica, a cui è strettamente connessa la relazione fra la mente e il cervello. L’opportunità di ampliare il campo d’azione della psicoterapia a domini diversi dal set clinico tradizionale. L’opportunità di una riflessione critica sulle richieste di terapia per conoscere se stessi e più in generale sul valore terapeutico della auto consapevolezza. I meriti e i demeriti dei protocolli e la supremazia del ragionamento clinico. Come affrontare il complesso problema della nosografia psicopatologica. La necessità di una riflessione critica sulle nuove tecniche terapeutiche, e infine come organizzare la psicoterapia cognitiva al fine di rispondere alla crescente richiesta di benessere psicologico.

Roberto Lorenzini

Il disturbo delirante (già paranoia)

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 42 / 2018

Il delirio non è esclusivamente un sintomo presente in alcune categorie diagnostiche ma una vera e propria dimensione che attraversa tutta la psicopatologia e ha solide radici anche nel pensiero comune. La sua essenza consiste nell’impossibilità di cambiare. Un filo rosso unisce il normale atteggiamento confermazionista di tutti gli esseri umani, la testardaggine, l’autoinganno, la rigidità nevrotica e il delirio psicotico vero e proprio. La tendenza all’autarchia conoscitiva e alla manipolazione della realtà fino al totale distacco da essa costituisce un continuum e utilizza meccanismi di pensiero assolutamente comuni. Il delirio è psicologicamente comprensibile e connesso alla storia del soggetto e serve a spiegare un vissuto altrimenti incompatibile con gli schemi centrali riguardanti l’identità del soggetto. Tutta la dimensione delirante sta a protezione dell’identità. È possibile una psicoterapia del delirio psicotico. Mentre attualmente gli interventi sul delirio, sia farmacologici che psicoterapici, sono orientati alla sua eliminazione come se si trattasse semplicemente di un sintomo senza significato, si propone una psicoterapia del delirio mirata alla comprensione del delirio come protettore della minacciata identità individuale per poterne poi costruire alternative. L’articolo è corredato di 14 schede per il lavoro in seduta e a casa con il paziente delirante.

Antonio Scarinci, Roberto Lorenzini

Il cognitivismo clinico e la questione dell’integrazione

QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA

Fascicolo: 35 / 2014

In questo articolo gli autori ripercorrono in sintesi lo sviluppo storico del cognitivismo clinico dalla sua nascita fino alla terza ondata. Evidenziano come le prassi operative che si sono diffuse negli ultimi anni impongano una seria riflessione sulla possibilità di integrare metodi, tecniche e strumenti in modo coerente e aderente agli elementi che caratterizzano il modello teorico. Ritengono auspicabile costituire una task-force di esperti che abbiano un atteggiamento aperto alla contaminazione e pronti a perdere qualcosa della loro specificità tecnica per dare vita a un’integrazione per assimilazione all’interno di un contesto teorico cognitivista. Tale integrazione può avvenire lungo due assi, uno orizzontale, l’altro verticale utilizzando moduli d’intervento empiricamente supportati capaci di intervenire sia sui processi alti, sia sui processi bassi, che generano la sofferenza avvertita dai pazienti. Il contributo proposto ha l’intento di aprire una seria riflessione sulla possibilità di definire modalità di integrazione tra i diversi approcci psicoterapeutici supportati empiricamente che fanno riferimento ai presupposti teorici del cognitivismo clinico.

Roberto Lorenzini, Antonio Scarinci

Dal malessere al benessere.

Attraverso e oltre la psicoterapia

Sempre più spesso viene rivolta a psicologi, psichiatri e psicoterapeuti una richiesta di aiuto da persone che, pur senza presentare disagi specifici, non sono soddisfatti del loro stare al mondo. Nel volume vengono affrontate quelle disfunzioni che, senza essere delle vere e proprie patologie, amareggiano l’esistenza. Ne sono descritti i meccanismi comuni e alcune strategie di risoluzione.

cod. 1250.216