I contributi sul tema del suicidio raccolti in questo volume nascono come tentativi di riflessione davanti ad un fenomeno che si va proponendo in modo ineludibile all'opinione pubblica e particolarmente a chi è impegnato in campo sociale e sanitario.

Anche il Piano Sanitario nazionale 1998-2000, nel paragrafo dedicato alla Salute Mentale, si pone l'obiettivo di "ridurre l'incidenza dei suicidi nella popolazione a rischio per problemi di salute mentale".

In questa prospettiva, un momento di attenta riflessione appare essenziale per due motivi.

Occorre innanzitutto fare uscire il suicidio da un ambito strettamente "malato". Esso ha, in qualche modo, il respiro di un fenomeno umano e si deve riconoscere con chiarezza che avere pensieri suicidari o problemi di salute mentale non implica necessariamente il dover considerarsi (o essere considerati) "pazzi". La "semplice" depressione è uno dei fattori di rischio più importanti. Non evidenziare questa elementare verità ostacola una richiesta d'aiuto da parte di chi attraversa una condizione di rischio.

Inoltre è necessario contrastare un atteggiamento "fatalista" da parte di chi lavora in campo sanitario, perché il comportamento autolesivo è "anche" un problema sanitario e la sua prevenzione è uno degli obiettivi della salute pubblica. Vi sono ormai prove evidenti che strategie di prevenzione sono possibili e che hanno una loro efficacia: sempre più abbondano esempi e modelli in moltissimi paesi del mondo.

Iniziare a parlare in modo aperto e non retorico del problema e coinvolgere i diversi soggetti sociali è già in qualche modo prevenzione.

Mario Ballantini , nato in provincia di Livorno nel 1958, vive e lavora dal 1986 in Valtellina, come medico psichiatra responsabile del Centro Psicosociale di Tirano. È stato tra i promotori dell'ASIS (Associazione per lo Studio e l'Informazione sul Suicidio), associazione impegnata, a livello locale, a diffondere una maggiore conoscenza e sensibilizzazione intorno al tema del suicidio e della sua prevenzione. Ha approfondito e curato iniziative e conferenze rivolte agli utenti e agli operatori sanitari e dell'informazione e ha partecipato ai lavori dell'Osservatorio Regionale Lombardo sul Suicidio.