Titolo Rivista TERAPIA FAMILIARE
Autori/Curatori Grazia Attili
Anno di pubblicazione 2002 Fascicolo 2001/66-67
Lingua Italiano Numero pagine 20 P. Dimensione file 179 KB
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In questo articolo vengono riportati dati comparativi e i risultati di ricerche condotte sulla specie umana a mostrare come la relazione madre-figlio si basi su co-adattamenti delle caratteristiche anatomiche, fisiologiche e comportamentali di entrambi, i quali fanno supporre che, ai primordi della nostra specie, fosse il mantenimento del contatto fisico, con la protezione che da questa derivava, ad assicurare la sopravvivenza del piccolo. Le differenze individuali nelle relazioni di attaccamento e i diversi modelli operativi interni cui essa dà luogo possono, quindi, essere letti in termini del risultato dell’inte-razione tra natura e cultura, ovvero del modo in cui la filogenesi si declina nell’ontogenesi e si confronta con la causalità prossima. Tuttavia se alcune modalità di attaccamento insicuro possono riflettere le caratteristiche della cultura e dell’ambiente in cui la diade madre-bambino si ritrova a vivere, i correlati psicopatologici e fisiologici di legami ansiosi possono essere considerati l’esito dello scostamento tra la qualità delle prime relazioni affettive e i desiderata biologici degli individui. Vengono discusse alcune implicazioni relative alla possibilità che la relazione con il terapeuta promuova un nuovo imprinting, relativo a modalità relazionali familiari in linea con le necessità di protezione, che hanno assicurato la sopravvivenza ai membri della nostra specie.;
Grazia Attili, Relazioni e attaccamento tra biologia e cultura: la prospettiva evoluzionistica in "TERAPIA FAMILIARE" 66-67/2001, pp , DOI: