La macchina di cattura. I campi come dispositivo di controllo della mobilità migrante

Il ricorso massiccio a campi (di detenzione, identificazione, accoglienza, ecc.) sembra essere la principale risposta istituzionale per governare il movimento di soggetti a vario titolo !fuori posto". L’articolo prende le mosse dalla proliferazione di centri di confinamento che investe la superficie striata del presente: esplora la continuità tra manifestazioni all’apparenza opposte di campo, ne rilegge la diffusione globale in base al più generale processo di deterritorializzazione dei confini del presente, e ne suggerisce una specifica produttività, come dispositivi che incombono su soggetti displaced ratificandone una costante internabilità e deportabilità. I campi, in questa prospettiva., emergono come snodi di un apparato di cattura che più che definire un’esclusione radicale produce forme di inclusione differenziali all’interno di una superficie problematicamente unificata.;

Keywords:Centri di identificazione e di detenzione; migranti; richiedenti asilo; rifugiati; politiche per la gestione dei confini.

• Indagare le recenti migrazioni trans-mediterranee. Metodi e fonti di ricerca a partire dal contesto dell’accoglienza in Sardegna Cinzia Atzeni, in Geography Notebooks 8/2021
  DOI: 10.7358/gn-2021-002-atze
• Dopo la primavera araba. Visioni tunisine sulle migrazioni Palmas Luca Queirolo, in MONDI MIGRANTI 2/2016 pp.7
  DOI: 10.3280/MM2016-002001
• Underground Europe Luca Queirolo Palmas, Federico Rahola, pp.119 (ISBN:978-3-031-16150-6)
• L'abitare migrante. Aspetti teorici e prospettive di ricerca Enrico Fravega, in MONDI MIGRANTI 1/2018 pp.199
  DOI: 10.3280/MM2018-001010

Federico Rahola, La macchina di cattura. I campi come dispositivo di controllo della mobilità migrante in "MONDI MIGRANTI" 2/2009, pp 69-81, DOI: 10.3280/MM2009-002005