Titolo Rivista INTERAZIONI
Autori/Curatori Robert Emery
Anno di pubblicazione 2013 Fascicolo 2013/1
Lingua Italiano Numero pagine 16 P. 99-114 Dimensione file 517 KB
DOI 10.3280/INT2013-001008
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più
clicca qui
Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.
Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF
FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche
A partire dagli anni ’80 l’Autore ha promosso un programma di mediazione familiare nello Stato della Virginia, con sede presso il Tribunale, con l’obiettivo di valutare l’efficacia della mediazione familiare rispetto ai metodi di risoluzione delle controversie basati sullo scontro tra parti opposte; ciò nell’ottica di prevenire l’avvio da parte dei partners in via di separazione di un percorso conflittuale che porti ad un ulteriore deterioramento delle relazioni e fare in modo che la ferita del divorzio non diventi più profonda. È da questa esperienza che ha avuto inizio la ricerca longitudinale presentata nell’articolo, che costituisce un punto di riferimento importante nella panoramica internazionale per lo studio degli esiti della mediazione familiare come metodo di lavoro con le coppie in via di separazione/divorzio o già separate/divorziate al fine di raggiungere accordi cocostruiti dai due genitori riguardo all’affidamento dei figli. Il campione della ricerca è costituito da 71 famiglie che avevano presentato in occasione del divorzio un ricorso in Tribunale per trattare una controversia relativa all’affidamento dei figli, 35 delle quali sono state assegnate casualmente ad un percorso di mediazione della durata di 11 ore e 36 che hanno proseguito un contenzioso in Tribunale. Le famiglie sono state seguite sino a 12 anni di distanza dalla prima rilevazione. I risultati indicano che mentre nel tempo immediatamente successivo al divorzio non si rilevano differenze significative tra i due gruppi (famiglie che hanno seguito una mediazione familiare, famiglie che hanno seguito metodi centrati sulla contrapposizione tra parti opposte), i dati del follow-up condotto a 12 anni di distanza indicano differenze significative, relative in particolare alla frequenza dei contatti tra figli e genitore non convivente che risulta nettamente e significativamente superiore nel gruppo che ha seguito il percorso di mediazione familiare; a ciò si aggiunge il dato della maggiore disponibilità rilevata nelle coppie mediate da parte del genitore non collocatario a condividere i problemi dei figli e a prendere decisioni congiunte. Si è rilevato inoltre che il superamento della controversia è avvenuto per le coppie che hanno seguito la mediazione circa nella metà del tempo che è occorso alle coppie che hanno seguito il percorso contenzioso.;
Keywords:Mediazione familiare, divorzio, Tribunale, cooperazione genitoriale, metodi alternativi per la soluzione dei contenziosi.
Robert Emery, Il legame che perdura: accordi extragiudiziali e sentimenti di perdita nella separazione per genitori e figli in "INTERAZIONI" 1/2013, pp 99-114, DOI: 10.3280/INT2013-001008