Massima occupazione. Il ministero del Lavoro e della previdenza sociale nell’Italia da ricostruire 1945-1950

Titolo Rivista ITALIA CONTEMPORANEA
Autori/Curatori Michele Colucci
Anno di pubblicazione 2014 Fascicolo 2014/274
Lingua Italiano Numero pagine 32 P. 42-73 Dimensione file 657 KB
DOI 10.3280/IC2014-274002
Il DOI è il codice a barre della proprietà intellettuale: per saperne di più clicca qui

Qui sotto puoi vedere in anteprima la prima pagina di questo articolo.

Se questo articolo ti interessa, lo puoi acquistare (e scaricare in formato pdf) seguendo le facili indicazioni per acquistare il download credit. Acquista Download Credits per scaricare questo Articolo in formato PDF

Anteprima articolo

FrancoAngeli è membro della Publishers International Linking Association, Inc (PILA)associazione indipendente e non profit per facilitare (attraverso i servizi tecnologici implementati da CrossRef.org) l’accesso degli studiosi ai contenuti digitali nelle pubblicazioni professionali e scientifiche

Il ministero del Lavoro e della previdenza sociale assume una particolare rilevanza nella ricostruzione postbellica perché le questioni del lavoro e della disoccupazione sono un terreno di conflitto e di dibattito molto acceso e sentito sia per le forze politiche e sociali sia per l’opinione pubblica. Dal punto di vista della transizione tra fascismo e Italia repubblicana, il ministero si presenta come un interessante laboratorio per analizzare i fattori di continuità e di rottura con il vecchio regime. Abolito dal fascismo nel 1923, esso rinasce con il governo Parri, costituendo un elemento di novità importante nel delicato passaggio in cui le forze della Resistenza assumono la responsabilità di governo. Fino alla rottura dell’unità delle forze antifasciste, nel maggio 1947, il ministero è guidato da socialisti, poi, fino al 1950, dal democristiano Amintore Fanfani; nell’amministrazione mantengono però un ruolo di primo piano i dirigenti del ministero delle Corporazioni. Nel saggio è tratteggiata la storia politica del ministero tra il 1945 e il 1950, la sua organizzazione interna, le competenze che esso via via assume e la significativa azione delle sue articolazioni territoriali: gli uffici del lavoro e gli ispettorati del lavoro, riorganizzati in ogni provincia.;

Keywords:Fascismo, Italia repubblicana, continuità-rottura, ricostruzione, ministero del Lavoro e della previdenza sociale, ministero delle Corporazioni

  1. Enzo Bartocci, Il modello italiano di protezione sociale da Crispi e De Gsperi, “Economia e lavoro”, 2005, n. 3. DOI: 10.1400/5357
  2. Michele Colucci, Organizzare l’emigrazione. Il nuovo ruolo del Ministero del lavoro e della previdenza sociale (1945-57), “Le Carte e la storia”, 2008, n. 1. DOI: 10.1411/2717
  3. Dora Marucco, Alle origini del Ministero del lavoro e della previdenza sociale in Italia, “Le carte e la storia”, 2008, n. 1. DOI: 10.1411/2717
  4. David Mugnai, La critica italiana al piano Beveridge, “Economia e lavoro”, 2005, n. 3. DOI: 10.1400/5357
  5. Pia Quinzio, Un ferroviere nel governo Parri: Gaetano Barbareschi a quarant’anni della scomparsa, “Storia e problemi contemporanei”, 2003, n. 34. DOI: 10.1400/5387

  • Combined Bibliograhy in Journal of Modern Italian Studies /2017 pp.167
    DOI: 10.1080/1354571X.2017.1286105
  • Italian welfare as seen from the standpoint of the International Labour Organization (1944–68) Manfredi Alberti, in Journal of Modern Italian Studies /2017 pp.194
    DOI: 10.1080/1354571X.2017.1286100
  • Il caporalato in Italia dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecento. La scoperta e i caratteri di un fenomeno in mutamento Giovanni Ferrarese, in ITALIA CONTEMPORANEA 306/2024 pp.14
    DOI: 10.3280/IC2024-306002

Michele Colucci, Massima occupazione. Il ministero del Lavoro e della previdenza sociale nell’Italia da ricostruire 1945-1950 in "ITALIA CONTEMPORANEA" 274/2014, pp 42-73, DOI: 10.3280/IC2014-274002