Corruzione del Sé, dispersione identitaria e inibizione del pensiero. La difficile elaborazione del negativo con il paziente abusato

Titolo Rivista INTERAZIONI
Autori/Curatori Nadia Fina
Anno di pubblicazione 2019 Fascicolo 2019/1
Lingua Italiano Numero pagine 19 P. 134-152 Dimensione file 196 KB
DOI 10.3280/INT2019-001010
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La ricorrente condizione di non-esistenza come difesa di sopravvivenza al trauma di abuso, distorce il significato di dipendenza dall’oggetto. Per salvare una parte del proprio Sé dal pericolo di annientamento, la vittima deve dissociare parti significanti l’esperienza affettiva, rifugiandosi in una non-vita psichica, che è condizione di pressoché totale agonia, imparando a convivere con aree psichiche morte. La de-significazione e irrappresentabilità dell’esperienza subita, contribuisce a sviluppare un nucleo affettivo del Sé deficitario e un senso di moralità distorto. Nell’articolo si cerca di dimostrare il valore in realtà "propulsivo" della dissociazione. Attraverso lo sguardo del terapeuta che ne coglie il valore prospettico nascosto, secondo il modello proposto da Bromberg. Il problema del setting, inoltre, è questione centrale nella cura del paziente abusato e l’autrice riflette sul gruppo eterogeneo come setting adeguato per la cura di questa tipologia di pazienti.;

Keywords:Trauma, abuso, relazione, dissociazione, latenza terapeutica, gruppo.

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Nadia Fina, Corruzione del Sé, dispersione identitaria e inibizione del pensiero. La difficile elaborazione del negativo con il paziente abusato in "INTERAZIONI" 1/2019, pp 134-152, DOI: 10.3280/INT2019-001010