Le vendite d’arte della nobiltà romana: una base per il collezionismo europeo

Titolo Rivista IL RISORGIMENTO
Autori/Curatori Gabriele B. Clemens
Anno di pubblicazione 2023 Fascicolo 2023/2 Lingua Italiano
Numero pagine 25 P. 70-94 Dimensione file 221 KB
DOI 10.3280/RISO2023-002003
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Durante il dominio francese nella Penisola italiana (1797-1814), le famiglie nobili dovettero vendere pregevoli opere d’arte per pagare tasse e debiti di guerra. Soprattutto gli esperti d’arte britannici acquistavano dipinti rina- scimentali e barocchi e li mettevano all’asta. Anche intere collezioni passarono di mano. Gli acquirenti di questi oggetti erano principalmente ricchi inglesi, ma anche membri della famiglia Bonaparte e funzionari napoleonici protetti dall’imperatore, che costruirono in pochi anni preziose collezioni, rivendute dopo il 1815. I vincitori di Napoleone colsero l’occasione per acquisire oggetti d’arte molto costosi, con l’idea di dimostrare il loro potere e aumentare il loro prestigio tramite le loro collezioni. Principi e re gareggiavano nella costruzione di musei nelle loro residenze, realizzati sul modello del Louvre.;

Keywords:mercato dell’arte, nobiltà, famiglia Bonaparte, musei, prestigio, collezioni.

Gabriele B. Clemens, Le vendite d’arte della nobiltà romana: una base per il collezionismo europeo in "IL RISORGIMENTO" 2/2023, pp 70-94, DOI: 10.3280/RISO2023-002003