L'inflazione di testi legislativi, sia comunitari che nazionali, in materia di ambiente rende ormai improcrastinabile quella 'razionalizzazione' della normativa ambientale, invocata già da qualche tempo dalla dottrina giuridica più avveduta, ma che continua a rappresentare, soprattutto nell'ordinamento italiano, un obiettivo di difficile realizzazione. Una delle cause principali della perdurante frammentazione della disciplina dell'ambiente nel nostro paese può essere certamente individuata nell'assenza di riferimenti specifici nel testo della Costituzione, che, oltre a causare incertezze sulla collocazione dei valori ambientali all'interno dell'ordinamento, favorisce una eccessiva settorializzazione di norme ed istituti introdotti, peraltro, prevalentemente per affrontare situazioni di emergenza.

Un corretto approccio metodologico alla materia ambientale non può quindi prescindere da una approfondita analisi degli aspetti costituzionali, in relazione ai quali è però indispensabile allargare l'orizzonte allo studio comparatistico, che può offrire interessanti indicazioni in relazione ai vantaggi di un compiuto inquadramento costituzionale dell'ambiente. In tale prospettiva si muove questo volume che raccoglie i risultati di un confronto fra esperti di diritto ambientale svoltosi sotto forma seminariale presso la Facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli, all'interno di una ricerca finanziata dal C.N.R. e coordinata da Domenico Amirante sullo status costituzionale dell'ambiente nel diritto comparato. Nel libro vengono presentate alcune esperienze emblematiche di paese dell'Unione europea, a partire dalle costituzioni 'ambientaliste' (come quella spagnola, analizzata da Maria Jesus Montoro Chiner, dell'Università di Barcellona), fino a quelle 'revisionate' con l'introduzione di un 'articolo ambientale' (è il caso tedesco, descritto da Helmut Schultze-Fielitz, dell'Università di Wurzburg), per confrontarle con quegli ordinamenti nei quali i valori ambientali sono riconosciuti esclusivamente a livello legislativo, oppure nella giurisprudenza (la Gran Bretagna, con un contributo di Malcolm Grant, dell'Università di Cambridge e la Francia, con un lavoro di Jean Yves Faberon dell'Università di Montpellier). Il raffronto fra questi diversi ordinamenti offre utili spunti per individuare le tendenze attuali del diritto ambientale in Europa: dalla graduale affermazione di una nozione del diritto all'ambiente come 'diritto oggettivo' che s'impone ai pubblici poteri nelle loro scelte quotidiane, all'impatto dei cosiddetti 'diritti delle generazioni future' sull'uso delle risorse naturali, al riconoscimento dell'autonomia scientifica e disciplinare del diritto ambientale.

Domenico Amirante , Direttore della Scuola di Specializzazione in Diritto e gestione dell'Ambiente della Seconda Università degli Studi di Napoli, è professore associato di Diritto amministrativo comparato e docente Jean Monnet di Diritto comunitario ambientale presso la Facoltà di Giurisprudenza dello stesso Ateneo. Si è occupato di vari temi di diritto amministrativo e costituzionale comparato, pubblicando, fra l'altro i volumi L'amministrazione locale in Francia (Cedam, Padova, 1986, in collaborazione con L. Ammannati), Giudice costituzionale e funzione legislativa. L'esperienza francese (Cedam, Padova, 1991), Consulenza giuridica e formazione delle norme (Fondazione G.B. Vico, Salerno, 1999) e diversi articoli e saggi su riviste italiane e straniere.