Esperienze di affido familiare tra ipotesi legislativa e realtà

Francesca Ichino Pellizzi

Esperienze di affido familiare tra ipotesi legislativa e realtà

Una ricerca del Centro ausiliario minorile su 164 casi dopo la legge 4 maggio 1983

Edizione a stampa

43,50

Pagine: 320

ISBN: 9788820455866

Edizione: 1a edizione 1993

Codice editore: 2000.289

Disponibilità: Fuori catalogo

A tre anni dalla pubblicazione delle problematiche e dei risultati di una precedente ricerca sull'affido familiare, la stessa équipe di lavoro, affiancata da nuovi specialisti, procede nel compito che si è prefisso di osservare e studiare dal vivo il fenomeno ancora non molto diffuso e conosciuto dell'affido stesso e di "raccontarlo" agli altri.

Protagonista di questo volume è la novità portata, nel tessuto giuridico e sociale dell'affido, dalla legge n. 184/'83: questa legge regola qualcosa che già esiste e prescrive qualcosa che non esiste ancora, tendendo verso un dover essere ideologicamente ben definito e auspicabile, ma nella prassi ancora incerto.

Ciò spiega perché, come dice il titolo del volume, l'affido stia lentamente procedendo "tra ipotesi legislativa e realtà" Il capitolo conclusivo della nuova ricerca, pur riconoscendo la sostanziale bontà della legge, indica la serie di contraddizioni che costellano l'attuale realtà dell'affido.

Il ricovero dei minori in istituto, dalla recente normativa subordinato all'eventualità che "non sia possibile un conveniente affido familiare", dovrebbe essere un fenomeno ormai in declino; eppure nella maggior parte dei casi i decreti di affido di un minore "per idoneo collocamento" sono ancora interpretati come invito al collocamento in istituto.

La temporaneità dell'affido viene drasticamente contrapposta dalla nuova normativa alla defínitività dell'adozione: ma quante sono le situazioni in cui al minore può esser consentito il rientro in una famiglia d'origine totalmente recuperata?

Gli affidi. prolungati o senza termine sono, allora, sempre e soltanto i residui di una realtà che deve andare in esaurimento? o sono, a volte, una necessità ineliminabile che richiede nell'interesse e del minore e della famiglia d'origine un eventuale approfondito ripensamento?

Questi ed altri interrogativi si pone l'équipe di ricerca, senza proporre soluzioni, ma semplicemente esponendo e analizzando la fenomenologia dei casi, per metterla a disposizione in particolare dei giudici, degli amministratori del territorio, del legislatore (che nel giro degli ultimi 20 anni è ritornato più volte sul tema dei diritti dei minori).

Argomenti più specifici di tecnica dell'affido sono trattati nella seconda e nella terza parte in un'ottica originale e stimolante. Il "bisogno" della famiglia affidataria, "diagnosi e prognosi" sulla famiglia d'origine, "parzialità dell'operatore e neutralità del giudice", costituzione di gruppi di lavoro su di un singolo caso, affidamenti di bambini maltrattati con genitori in "terapia coatta", preparazione del bambino e delle famiglie, recupero della famiglia d'origine e condizioni per il rientro del minore sono argomenti di indubbio richiamo per assistenti sociali e psicologi che reperiscono e selezionano le famiglie affidatarie, per educatori e direttori di istituto, per affidatari divenuti essi ' pure degli esperti dell'affido, o che vogliono diventano, per parenti di bambini in affido, che si sforzano di capire il come e il perché di questo tipo di intervento.

Francesca Ichino Pellizzi, avvocato, giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano, membro del Consiglio direttivo del Centro ausiliario per i problemi minorili (Cam) ha coordinato la ricerca, avvalendosi della collaborazione di un gruppo di psicologi, di giuristi e di assistenti sociali, che uniscono all'impegno della ricerca scientifica l'esperienza viva dei casi. Molti di loro vengono chiamati a operare e insegnare in strutture pubbliche e private di varie regioni d'Italia particolarmente interessate alla promozione dell'affido familiare. Tra questi Stefano Cirillo, Franca Colombo, Graziamaria Dente, Dante Ghezzi, Mariarosa Maggi, Francesca Mazzucchelli, Matteo Selvini hanno curato e steso alcuni capitoli del presente volume.

Presentazione, di Giuseppe Zola
1. Premessa
1.1. Facciamo il punto della situazione
1.2. Schema del lavoro
1.3. Al servizio dei servizi
1.4. Il territorio interessato
2. Metodologia
2.1. Il campione
2.2. Il questionario e la raccolta dei dati
2.3. La costruzione dell'indice di positività
2.4. Confronto del giudizio sull'affido con l'indice di positività
2.5. L'elaborazione statistica
Parte I - Mutamenti del quadro generale
1. Uno sguardo ai primi effetti della nuova legge sul nostro campo di lavoro
1.1. Deistituzionalizzazione
1.2. Temporaneità dell'affido familiare
1.3. Divieto ai genitori di affido dei figli a terzi con carattere di definitività
1.4. Poteri e doveri delle famiglie d'origine e affidataria
2. Considerazioni sui primi dati forniti dal Comune di Milano dopo l'entrata in vigore della nuova legge
Parte Il - Lettura dei risultati dell'aggiornamento alla ricerca
1. Primo rilievo: mutata natura dell'affido
2. Confronto tra i due campioni di ricerca.
2.1. Il minore e la sua famiglia d'origine
a. Status del minore
b. Situazione familiare
c. Previsione di incontri tra minore e famiglia d'origine
2.2. La famiglia affidataria nella nuova prospettiva di questi ultimi anni:
a. Dati socio-demografici
b. Motivazioni, iniziative e richieste della famiglia affidataria
c. Consapevolezza sociale e/o motivazione religiosa
2.3. Le caratteristiche dell'affido:
a. Il giudizio sull'affido
b. I rientri nella famiglia d'origine
c. La verifica del rispetto dei programmi
d. Altre conclusioni dell'affido
3. La preparazione e il sostegno all'affido. Integrazione fra il Centro ausiliario minorile e i Servizi sociali territoriali
3.1. Preparazione del minore
a. Il bambino tra bisogno di cambiamento e fedeltà alla famiglia d'origine
b. Rapporti minore-operatore sociale
c. Incontri tra minore e famiglia affidataria
3.2. Preparazione della famiglia d'origine
3.3. Preparazione della famiglia affidataria
a. Proposta di abbinamento
b. Incontri tra famiglia d'origine e famiglia affidataria
c. Incontri col minore prima dell'inserimento
d. Partecipazione ai gruppi preaffido
3.4. Sostegno dopo l'affido
a. Sostegno al minore
b. Sostegno alla famiglia d'origine
c. Sostegno alla famiglia affidataria
d. Chi deve sostenere la famiglia affidataria?
3.5. Integrazione Centro ausiliario minorile-Servizi sociali territoriali
Parte III - Esperienze di tecnica dell'affido
1. La selezione delle coppie affidatarie e l'abbinamento
1.1. Aspetti organizzativi
1.2. Quale selezione?
1.3. Struttura del colloquio
1.4. Traccia per il colloquio di selezione
1.5. L'essere in relazione, il gioco
1.6. Il momento selettivo
1.7. Qual è il gioco?
1.8. L'affido è una risposta corretta?
1.9. Previsioni e prevedibilità
1.10. La consegna dopo il colloquio
1.11. La frequenza al gruppo delle famiglie affidatarie
1.12. L'abbinamento
2. L'affido come intervento per il recupero della famiglia d'origine
3. Una fase delicata dell'affido: il rientro del minore in famiglia
3.1. Il programma di rientro
3.2. Il rapporto famiglia d'origine-minori affidati-affidatari
3.3. Il rapporto tra servizi sociali e famiglia affidataria nella fase del rientro
3.4. Modalità di controllo e di verifica
3.5. Caso di positiva conduzione di un rientro
4. Gruppi di sostegno delle famiglie affidatarie: Risultati, obiettivi, modalità di conduzione
4.1. Il dato statistico
4.2. Gli affidatari, utenti e operatori
4.3. Chi è l'utente dei conduttori del gruppo
4.4. Obiettivi impliciti del gruppo con le famiglie affidatarie
4.5. Obiettivi espliciti: le « costanti » relazionali dell'affido
4.6. La specificità della tematica educativa
4.7. Il controllo sugli operatori sociali che hanno in carico il minore
4.8. Il gruppo come luogo del « buon senso » relazionale
4.9. La conduzione del gruppo
5. Il gruppo: tematiche e riflessioni
5. 1. Rapporto con gli operatori sociali
5.2. La famiglia affidataria e le sue relazioni sociali
5.3. Figli naturali e figli in affido ,
5.4. La famiglia affidataria di fronte alla storia , del bambino
5.5. Spontaneità e calore nel rapporto coi minore affidato
5.6. Rapporto tra famiglia affidataria e famiglia d'origine
6. Importanza di parlarne assieme: dal taccuino delle sedute di gruppo
6. 1. Il rientro in famiglia in un'ottica nuova e più ottimistica
6.2. Crescita di una cultura dell'affido
7. La famiglia affidataria come operatore sociale volontario
8. Conclusioni
8.1 La nuova legge
8.2. Alcune contraddizioni
8.3. Risultati della ricerca
8.4. Tendenziale assimilazione dei due tipi tradizionali di affido
8.5. Poche notizie in più sulla famiglia d'origine
8.6. Parecchie notizie in più sulla famiglia affidataria
8.7. Indagine sui decreti di affido emanati dal Tribunale minorile dopo la nuova legge
8.8. Un dubbio da risolvere
Parte IV - Dati unidimensionali
1. Affidi sine die e affidi temporanei a confronto
1.1. Tabelle dati unidimensionali 1973-1980
1.2. Tabelle dati unidimensionali 1980-1984 - I quadrimestre
1.3. Campione unificato della ricerca 1980-1984 - I quadrimestre
Appendice I
1. Qualche riflessione sui decreti del Tribunale minorile e dei giudici tutelari, in materia di affido, nel primo anno dell'entrata in vigore della L. 184
a. Decreti emanati in corso di procedimento civile dal Tm
b. Decreti emanati in corso di procedura di adottabilità
dal Tm
c. Decreti emanati dai giudici tutelari
Appendice Il
1. Il Centro ausiliario minorile (CAM)
2. La nuova legge 4 maggio 1983, n. 184
3. Il regolamento sull'affido familiare di minori del Comune di Milano


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