Perché la solidarietà acciai e diminuisce? Perché i gruppi eversivi dilagano? Perché aumentano delitti, sequestri e rapine? Perché le grandi concezioni del mondo si sgretolano; i partiti, da fattore di aggregazione, diventano luogo di clientela; lo stato di benessere crea malessere? Perché la lira perde valore e la disoccupazione è crescente? Di questi fatti si è soliti dare spiegazioni tecniche, economiche o meccaniche. A seconda della prospettiva disciplinare in cui le si esamina, si invocano ora la crisi petrolifera, ora la migrazione della curva di Philips. ora il disavanzo del budget pubblico, ora il ciclo economico o il progresso tecnico o gli oligopoli. Ma oltre queste ragioni, vi sono in campo altre forze: le questioni morali e le convinzioni interiori.

Questo libro vuole appunto mettere a fuoco tali dimensioni, riprendendo la questione morale là dov'era stata lasciata dal classici della sociologia, Durkheim e Weber, ma anche da Freud, da Piaget e dalla filosofia morale, da Rousseau a Rawis. Etica e società è insieme, quindi, una ricostruzione delle origini della sociologia e un riesame critico del funzionalismo, dell'utilitarismo, del materialismo e del determiniamo nelle scienze sociali, per arrivare, nell'ultimo capitolo, a una "interpretazione sociologica della storia", della decadenza e dello sviluppo.

Giuseppe Colasanti (Roma, 1946) si è laureato in sociologia a Trento e ha quindi collaborato con Francesco Alberoni presso il Crs di Milano. Qui, insieme a B. Mebane e M. Bonolis, ha sviluppato vari modelli previsionali nel campo dell'istruzione e del mercato del lavoro. Nel 1980-81 è stato research phellow presso il Dipartimento di sociologia di Harvard. Attualmente insegna storia dell'analisi sociologica e metodologia della ricerca sociale all'Università della Calabria. Negli ultimi anni si è occupato prevalentemente di modelli di simulazione dei sistemi politici e di ricerca demoscopica.

E' autore di numerosi saggi, del volume Scioperi e movimenti collettivi (La casa del libro, Roma, 1982. con L. Perrone) e curatore, con N. Totaro, dell'antologia Capitalismo, criminalità e devianza (Savelli, Roma, 1973).