Fare gli italiani.

Giuseppe Conti

Fare gli italiani.

Esercito permanente e "nazione armata" nell'Italia liberale

Il volume ricostruisce la storia dell’esercito italiano, dalla sua nascita, all’indomani della formazione del Regno d’Italia, agli anni dell’età giolittiana: dalle accuse di essere uno strumento dinastico dispendioso, inadatto a difendere il paese, all’introduzione del modello prussiano, dall’esperimento di militarizzazione di alcuni convitti nazionali, al montante antimilitarismo dell’ultimo decennio del XIX secolo, fino al profondo travaglio culturale del periodo giolittiano.

Edizione a stampa

30,00

Pagine: 224

ISBN: 9788856836929

Edizione: 1a edizione 2012

Codice editore: 896.1

Disponibilità: Esaurito

L'esercito italiano, sorto all'indomani della nascita del Regno d'Italia, per oltre cinquant'anni dovette difendersi dalle accuse di essere uno strumento dinastico, inadatto a uno Stato liberale. Democratici e socialisti proponevano come alternativa la "nazione armata", organizzazione militare esclusivamente difensiva, basata sull'adesione volontaria del popolo. Il dibattito si fece più acceso dopo l'adozione, avvenuta negli anni Settanta, del modello prussiano, presentato dai suoi sostenitori come la vera "nazione armata" e come "scuola della nazione", alla quale era affidato il compito di fornire un'educazione nazional-militare alle migliaia di reclute che ogni anno affluivano ai reparti e di contribuire a formare il carattere degli italiani. A cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta si ebbe un vero e proprio salto di qualità sotto l'aspetto pedagogico, con l'esperimento di militarizzazione di alcuni convitti nazionali, messo in atto dai ministeri della Guerra e della Pubblica istruzione, che segnò "l'uscita" degli ufficiali dalle caserme e provocò la reazione degli ambienti politici della sinistra e di settori liberali, tutti favorevoli a un'educazione marziale della gioventù, ma preoccupati per l'invasione della società civile da parte dell'elemento militare.
L'ultimo decennio del XIX secolo fu caratterizzato da un montante antimilitarismo, destinato a durare a lungo, alimentato dalla vicenda di Adua e dall'aggravarsi della situazione politica interna (stati d'assedio, fatti di Milano ecc.); il clima del momento è rappresentato emblematicamente dalla durissima reazione della stampa militare a seguito della pubblicazione del volume di Guglielmo Ferrero, Il Militarismo (1898) e dal serrato dibattito che ne seguì.
Gli anni dell'età giolittiana videro il mondo militare in preda a un profondo travaglio culturale. Gli ufficiali italiani, anche in relazione agli eventi politici e militari internazionali sempre più allarmanti, non solo rinunciarono a ogni velleità di sostituirsi alle istituzioni civili preposte all'istruzione e all'educazione, ma ripensarono la stessa definizione di "scuola della nazione" attribuita all'esercito, che doveva tornare a dedicarsi ai compiti che gli erano propri e che i lunghi decenni di pace avevano fatto cadere nell'oblio: formare gli uomini per la guerra.

Giuseppe Conti
insegna Storia contemporanea e Storia militare presso la Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione della "Sapienza", Università di Roma. È autore di numerosi saggi sulla storia delle forze armate nel Regno d'Italia e dei volumi Il Primo Raggruppamento Motorizzato, Ufficio Storico Sme, Roma, 1984 e Una guerra segreta. Il Sim nel secondo conflitto mondiale, Il Mulino, Bologna, 2009.



Introduzione
Il mito della "nazione armata"
(Le origini; La "nazione armata" dei democratici italiani: "nessuna armata permanente e ogni cittadino soldato"; Carlo Pisacane: l'esercito democratico nazionale; Carlo Cattaneo: l'ordinamento militare federale; L'esercito prussiano come "vera nazione armata e organata"; La "nazione armata" socialista; Il dopoguerra e il fascismo)
L'educazione nazionale militare nell'Italia liberale. I convitti nazionali militarizzati
(Un popolo da rigenerare; Ginnastica e tiro a segno per l'educazione marziale e nazionale degli italiani; L'esercito "scuola della nazione"; La militarizzazione dei convitti nazionali: le ragioni di un esperimento; Il dibattito in Parlamento; Il dibattito sulla stampa; Il favore dei "padri di famiglia" e l'ostilità degli insegnanti; L'epilogo)
Le conferenze sul militarismo di Guglielmo Ferrero
(Il Militarismo: un atto di accusa; La risposta dei militari)
L'esercito nell'età giolittiana: "scuola della nazione" per la guerra
(Il "ruolo sociale" dell'ufficiale: una formula nuova per compiti antichi; Educare il popolo alla guerra; 10911-1912: il biennio della svolta)
Indice dei nomi.

Collana: I libri di Mondo contemporaneo

Argomenti: Storia politica e diplomatica

Livello: Studi, ricerche

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