«Questo nostro secolo che, negli ultimi sinistri bagliori del suo tramonto, manda lampi di segnali che nell'arte contemporanea documentano una particolare situazione sismografica degli ultimi sviluppi dell'arte, non sta tuttavia emanando segni preoccupanti che riguardano solo l'arte. Essi riguardano l'umanità dell'arte e quindi l'uomo nella sua attuale situazione di difficile transito verso un nuovo secolo. La disgregazione o sparizione dell'arte ha a che fare con una disgregazione o sparizione dell'uomo. Qui non è certamente più questione di qualche apocalittico moralismo etico o politico. C'è un problema di destino e di cammino. Quello che non ha mai abbandonato il filo rosso delle nostre ricerche. Così può risultare venata di gravi interrogazioni e di severe riflessioni anche la pura gioia - che è la gioia immaginativa e creativa sia nell'artista che nel critico - che sorge dalla più profonda intimità e si fa più sottile e struggente sul tramonto dei valori e della sensibilità, ma che continua a riempire, e sempre riempirà, finché sarà lecita e possibile una difesa dell'uomo, le ore e i giorni dell'arte».

Dino Formaggio