L'aziendalizzazione delle strutture sanitarie da un lato, le molteplici angolazione dello sguardo umano dall'altro: queste le due dimensioni che si intrecciano e si rincorrono in questo volume. Due argomenti che difficilmente trovano un punto di incontro in altri studi e che in questa ricerca smascherano se non la loro reale essenza sicuramente il loro carattere dinamico.

In un momento storico in cui tutte le istituzioni pubbliche italiane (poste, ferrovie, scuola, etc.) hanno imboccato il sentiero della aziendalizzazione, la sanità vive questo travagliato processo di trasformazione con un alone supplementare di polemiche per la peculiarità del servizio che rende. Anche il processo di federalismo fiscale, accodandosi temporalmente alla già decennale riforma di aziendalizzazione delle strutture sanitarie iniziata nel 1992, contribuirà a condizionare chi gestisce le strutture sanitarie meridionali, come la Puglia, obbligando a ripensare il modo di erogare i servizi sanitari, a ripensare i modelli di gestione delle risorse economiche, tecnologiche ed umane, a ripensare se stessi ed il proprio modo di lavorare.

La ricerca riportata in questo volume tenta di mettere a nudo il reale pensiero della classe medica pugliese circa il tema dell'aziendalizzazione e delle gestioni dei sistemi di qualità in sanità; in questo tentativo il lavoro prodotto, lungi dall'essere un jaccuse , smaschera la morfologia sociale di una classe professionale medica sempre meno in accordo al suo interno quando si tratta di interpretare gli eventi che le si consumano intorno. I medici pugliesi sono stati intervistati nell'intento di verificare se il loro punto di vista sposasse l'idea dell'aziendalizzazione come ideologia dominante vincente o se invece ne contestassero il valore di presunta panacea: la differenza di sesso, ruolo professionale, età e collocazione politica sono stati i quattro poli cardine che hanno guidato le ricerca. Ancora più di attualità alla luce dell'imminente adozione del federalismo fiscale, questa ricerca risulta essere un ottimo spunto di riflessione su come le trasformazioni imposte alle istituzioni turbino equilibri di potere e di distribuzione delle risorse ed attivino insospettabili energie per erigere barricate di resistenze al cambiamento.

Gianni Perilli , sociologo, dottore in Scienze politiche ed in Sociologia, attualmente collabora alla Ausl Città di Bologna presso l'Ufficio qualità. Responsabile del Sistema qualità in una azienda certificata Iso 9000 e docente in numerosi corsi post-laurea, approfondisce da anni i temi legati alla qualità delle prestazioni sanitarie e gli studi sul mutamento delle organizzazioni che erogano tali prestazioni con particolare attenzione alla realtà dell'Italia meridionale ed alle sue trasformazioni sociali.