Sia come attività "da fare" sia come attività ,da vedere» lo sport è stato uno dei grandi protagonisti degli ultimi anni.

Del tutto insoddisfacenti sono le conoscenze di un settore che ha assunto anche dal punto di vista economico un ruolo non certo marginale. In particolare, in ombra sono rimasti sia gli aspetti organizzativi dell'offerta sia le trasformazioni socio-culturali della pratica.

Il cambiamento nel modo di vivere lo sport si manifesta attraverso la diffusione della domanda di attività ginnico-motorie di tipo non agonistico, da ricondursi alla rinnovata attenzione per la corporeità, intesa come cura del proprio aspetto e della propria efficienza fisica. Ciò si accompagna da un lato ad una ristrutturazione dell'associazionismo ricreativo; dall'altro lato fa conoscere un'offerta tipicamente imprenditoriale privata. Si aprono in questo modo numerose questioni. Basti pensare alla sfida che un mercato concorrenziale pone all'associazionismo e alle sue regole, oppure all'assoluta carenza di tutela dell'utente a causa di una legislazione ormai datata. Non meno problematico è il versante delle professionalità. Orientare il processo di definizione dei profili professionali, dello status giuridico e dei processi formativi, diventa un compito urgente: le principali disfunzioni in questo mercato sono oggi causate dai limiti e dall'inadeguatezza dell'offerta.

Il tema è stato affrontato da una ricerca promossa dall'Uisp assieme all'Amministrazione Provinciale di Modena e realizzata dalla Fondazione G. Corazzin di Venezia. E' stata svolta un'indagine attraverso una campagna di interviste ai promotori dell'offerta sportiva che ha permesso di far luce sulle trasformazioni in atto nel settore, rilevando le caratteristiche delle strutture e delle professionalità coinvolte. Un'analisi che evidenzia le particolarità di un mercato in espansione per figure lavorative classificabili tra quelle «innovative» ed «atipiche,,.