All'inizio degli anni Settanta il tema della casa era sull'agenda dell'amministrazione pubblica come fondamentale e urgente. Su tale tema i sindacati proclamarono uno sciopero generale, e il governo in carica ritenne di doversi dimettere. Nell'arco di diversi decenni vennero stabilite e attuate politiche a livello nazionale e locale, e venne svolta una rilevante azione cooperativa per l'apprestamento di abitazioni.

Questo venne compiuto allo scopo di realizzare abitazioni soprattutto per i ceti più deboli, ed ebbe particolare significato soprattutto nelle grandi città, dove vi era atata una confluenza di popolazione in connessione a massive migrazioni interne, e situazioni di degrado abitativo in determinate aree urbane.

Accanto all'azione pubblica, si ebbe una forte iniziativa privata. Il parco alloggi, che un tempo consisteva di abitazioni prevalentemente in affitto, è diventato in assoluta prevalenza di abitazioni in proprietà. L'obiettivo di un abitante per vano per la stragrande maggioranza della popolazione italiana è raggiunto. Esiste una grande quantità di seconde case; lo sviluppo residenziale ha determinato una notevole occupazione di suolo, ed è avvenuto con modalità da analizzare. La politica del "recupero", che alla metà degli anni Settanta costituiva l'oggetto di una rilevante battaglia politica, è stata ampiamente seguita, e ha dato risultati quantitativamente e qualitativamente significativi.

Con tutto questo nelle grandi città italiane la "questione casa" è ancora aperta per una grande quantità di persone, soprattutto per le basse classi di reddito. Oggi gli Istituti per le case popolari sono stati in notevole misura smobilitati; non esistono più politiche nazionali, regionali, locali, per apprestare abitazioni, l'edilizia convenzionata non ha significato pratico per le basse classi di reddito. Ciò determina una situazione in cui in città come Milano migliaia di cittadini sfrattati non riescono a trovare alloggio; diecine o centinaia di migliaia di altri cittadini non trovano abitazioni decenti; la mobilità per lavoro trova un impedimento assai forte proprio nel problema dell'abitazione che non sembra risolubile attraverso l'operare del mercato.

Il convegno non parte con soluzioni prefigurate per quanto riguarda l'azione pubblica che necessariamente deve venire svolta, ma vuole sottolineare il problema, quantificarlo, esporlo e cercare di prospettare linee di soluzione.