Sul terreno della libertà si è combattuta in Italia nell'ultimo decennio una battaglia aspra ma opaca, che ha visti giocare la destra all'attacco e la sinistra in difesa attorno alla ridefinizione concettuale e pratica di questa bandiera. La libertà ne esce stravolta di segno nella declinazione liberista e antipolitica della destra, ridotta di senso nella declinazione liberaldemocratica (ma spesso contraddetta da tratti persistenti di paternalismo) della sinistra, e in entrambe ricondotta a una accezione puramente negativa e "immunitaria". Alle spalle c'è, nel nostro paese, un trentennio di incomprensione delle istanze radicali di libertà espresse dalle soggettività più mature, in primo luogo quella femminista, da parte della sinistra istituzionale. Ma c'è soprattutto da rivisitare le storia della libertà politica nel Novecento, prisma semantico ambivalente e campo del conflitto teorico-pratico.
Rispetto alle tendenze prevalenti negli anni Novanta, unilateralmente ferme alla registrazione della débacle della libertà nel campo comunista, qui lo sguardo si sposta sullo scacco della libertà nel campo delle democrazie occidentali, sempre più pesantemente segnate dalla contraddizione fra il quadro di garanzie delle libertà inscritto nel costituzionalismo e la deriva verso la dipendenza, le ansie e il conformismo inscritte nella vita quotidiana dell' homo democraticus.
Ida Dominijanni , giornalista e saggista, fa parte del comitato editoriale di Democrazia e diritto e del direttivo del Crs. Editorialista del quotidiano il manifesto, collabora con la comunità filosofica "Diotima" all'Università di Verona ed è autrice di numerosi saggi di teoria politica e di teoria della differenza sessuale pubblicati su Memoria, Reti, Donna Woman Femme, Parole chiave, Sofia, Democrazia e diritto, Europa Journal of Women's Studies e in alcuni volumi collettanei.