LIBRI DI FABIO RAPISARDA

Fabio Rapisarda

Trans-formazione: l'essere e il divenire delle persone transgender

Teorie, contesti e interventi

L’obiettivo di questo libro è di fornire ai professionisti della salute le informazioni più aggiornate e i risultati delle ricerche più recenti, al fine di agevolarli nello sviluppo di una pratica più affermativa, rispettosa e assertiva nei confronti delle persone TGD.

cod. 1240.1.89

I criteri per la valutazione della conclusione del percorso analitico erano già stati trattati da Freud (1937) in Analisi terminabile e interminabile. Nei decenni successivi, con il cambiare dei presupposti teorici e poi con le nuove acquisizioni nel campo dell’Infant Research, che pone l’interazione caregiver-bambino come fondante nella co-costruzione della personalità di quest’ultimo, si è reso necessario ripensare l’argomento. Ciò può essere di grande aiuto allo psicoterapeuta, soprattutto in caso d’interruzione dell’analisi. Difatti, anche se l’esperienza di percorsi terapeutici non andati a buon fine può portare l’analista ad una riflessione a posteriori su ciò che è accaduto durante il percorso terapeutico, è indubbio che ciò potrebbe causargli un senso di disistima ed inadeguatezza (Paradisi et al., 2015). Per tale motivo può essere importante dare il giusto peso alle esperienze di interruzione e conclusione precoce, non soltanto da un punto vista della matrice relazionale tra paziente ed analista (valutando gli elementi che hanno inciso negativamente nello sviluppo della relazione terapeutica), ma considerare anche le aree di non analizzabilità del paziente stesso. Difatti, ogni paziente ha la sua "roccia basilare" (Cooper, 1991) che non sempre riesce ad essere accessibile ad un’esplorazione psicoanalitica. Ciò non significa che questa "roccia" non sarà mai affrontabile, ma che il paziente potrà farlo successivamente, riprendendo la terapia oppure potrà farlo autonomamente. Ciò dipenderà soprattutto da quanto il percorso analitico sarà riuscito ad attivare una fase post-analitica, nella quale il paziente continuerà ad esplorare le sue modalità mentali ed affettive di funzionamento. Tutto ciò porta, quindi, a considerare l’analisi interminabile, dal momento che non è tanto importante quanto sarà stato di-svelato nella fase terapeutica con l’analista, quanto invece ciò avrà aiutato ad attivare una fase post-analitica che contribuirà alla perenne autoanalisi del paziente.

Il seguente lavoro, esaminando la notevole diffusione di alcuni fenomeni devianti on line come il cyberbullismo (minacce insistite tramite email e mezzi di comunicazione on line) ed il sexting (invio di materiale pornografico offensivo non richiesto), evidenzia il ruolo che hanno sia nelle vittime che negli abusatori i tratti di personalità, l’ambiente familiare ed il rapporto con i coetanei, considerando che le vittime per la maggior parte sono adolescenti. L’autore traccia una lettura psicodinamica dei fenomeni, evidenziando anche l’utilità di un trattamento psicoterapeutico sia per gli abusatori che per le vittime, considerando che soprattutto quest’ultime potrebbero cadere in crisi depressive.

Fabio Rapisarda

L’identificazione proiettiva nella prospettiva della psicoanalisi contemporanea

RICERCA PSICOANALITICA

Fascicolo: 1 / 2010

In questo lavoro l’autore sostiene la necessità di una revisione del concetto di identificazione proiettiva. Questo meccanismo di difesa, inizialmente coniato da M. Klein ed alla base del Disturbo Paranoideo di personalità, viene rivisto, secondo un ottica relazionale, sia in chiave teorica che clinica e viene proposto di rinominarlo "identificazione intersoggettiva". Partendo dalle recenti scoperte delle neuroscienze e dell’infant research, viene evidenziato come l’identificazione proiettiva costituisca una modalità relazionale fisiologica nelle prime fasi del rapporto madre-bambino e come poi possa diventare disfunzionale nella crescita se non viene sostituita da meccanismi difensivi più maturi. Viene successivamente sviluppato un nuovo modello teorico che ha ovviamente una sua incidenza nel trattamento delle patologie nelle quali l’identificazione proiettiva è presente in maniera determinante.