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Carmen Mecca

Verso una nuova cultura giudiziaria dei legami familiari

MINORIGIUSTIZIA

Fascicolo: 4 / 2024

L’articolo analizza l’evoluzione giurisprudenziale e normativa in materia di affidamento e adozione, con particolare attenzione al principio della continuità affettiva. Attraverso l’esperienza del Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, si evidenzia la centralità del minore e dei suoi legami significativi. Le recenti sentenze costituzionali e di legittimità hanno rafforzato un approccio relazionale alla tutela dei minori. Si propone una giustizia minorile attenta alla gradualità, all’ascolto e al rispetto del vissuto affettivo. L’obiettivo è una cultura giuridica fondata sull’interesse concreto del bambino.

Cristina Maggia

La legge n. 173 del 2015: un’introduzione

MINORIGIUSTIZIA

Fascicolo: 4 / 2024

Il contributo analizza pregi e criticità della legge n. 173/2015 sulla continuità degli affetti, che ha modificato la legge n. 184/1983 in materia di adozione, introducendo il diritto dei minori in affido a mantenere relazioni significative con le figure di riferimento che li hanno cresciuti. L’autrice valorizza il senso evolutivo della riforma, che ha permesso di superare l’automatismo dell’interruzione dei legami affettivi in caso di adozione, e sottolinea il ruolo centrale del giudice minorile nel valutare tali relazioni. Tuttavia, emergono anche rischi applicativi, come l’uso strumentale della norma da parte di famiglie affidatarie temporanee che, nonostante un mandato limitato, avanzano richieste adottive senza aver affrontato un percorso di preparazione adeguato. La riflessione si conclude con un richiamo alla necessità di una lettura della legge centrata sul benessere del minore e sulla qualità del legame costruito nel tempo, evitando decisioni standardizzate e ponendo al centro l’unicità della vicenda individuale.

Frida Tonizzo, Alice Coggiola, Alice Lerda, Noelia Turco, Nicole Zunino

“Non ti scordar di me”: la voce delle famiglie affidatarie e adottive sull’applicazione della legge n. 173/2015

MINORIGIUSTIZIA

Fascicolo: 4 / 2024

L’articolo propone una riflessione critica sull’applicazione della legge n. 173/2015, a partire dalle esperienze dirette di famiglie affidatarie e adottive. Attraverso interviste e focus group emergono chiaramente sia i punti di forza sia le criticità dell’attuale prassi applicativa. Le testimonianze evidenziano l’importanza della continuità affettiva per la stabilità emotiva e identitaria dei minori e mettono in luce la necessità di una gestione graduale e condivisa del passaggio dall’affido all’adozione o al ritorno nella famiglia d’origine. Particolare attenzione viene dedicata al ruolo degli affidatari, alla loro valorizzazione e al riconoscimento formale del loro contributo attraverso modalità adeguate di ascolto da parte degli operatori e del tribunale. L’articolo sottolinea, inoltre, l’importanza di una maggiore collaborazione tra famiglie affidatarie, famiglie adottive, servizi socioassistenziali e giudiziari, per garantire concretamente il diritto del minore alla continuità dei propri legami affettivi.

Questo contributo raccoglie la testimonianza personale di Emanuela, una giovane donna che ha vissuto l’esperienza dell’affidamento familiare per dodici anni prima di rientrare nella propria famiglia d’origine. Il racconto evidenzia il valore della continuità degli affetti, così come sancito dalla legge n. 173/2015, mostrando come sia possibile mantenere legami affettivi significativi con la famiglia affidataria anche dopo la fine dell’affido. Attraverso emozioni, ricordi e riflessioni mature, Emanuela sottolinea quanto l’affido abbia contribuito alla sua crescita personale, alla costruzione di valori e all’elaborazione di un’identità che abbraccia entrambe le sue famiglie.

Alessandra Simonelli, Bianca Filippi

Continuità e discontinuità nello sviluppo tra cura e tutela

MINORIGIUSTIZIA

Fascicolo: 4 / 2024

L’articolo esplora il ruolo cruciale della continuità affettiva nello sviluppo dei bambini, specialmente nei contesti di affido e adozione. Partendo dalla teoria dell’attaccamento e dagli studi dell’Infant Research, viene sottolineata l’importanza dei legami stabili per la crescita emotiva, cognitiva e relazionale. La discontinuità affettiva, spesso inevitabile nei casi di tutela, può generare traumi se non gestita correttamente, ma può diventare occasione di cura se accompagnata da narrazione, gradualità e relazioni ponte. La continuità non va intesa rigidamente come mantenimento dei legami biologici, ma come coerenza emotiva e costruzione di significati condivisi nel percorso del minore.

Leonardo Luzzatto

Affetto e legami oggettuali

MINORIGIUSTIZIA

Fascicolo: 4 / 2024

Il presente breve lavoro vuole puntualizzare, attraverso un excursus dei contributi psicologici e psicoanalitici, il significato da attribuirsi al termine “Affetto/Affetti” in riferimento alla questione della continuità di cui alla legge n. 173/2015. Dopo aver considerato la rilevanza degli affetti nello sviluppo individuale e nella costruzione della memoria, viene esaminata l’essenzialità delle relazioni oggettuali con particolare riferimento alla teoria dell’attaccamento e definito il concetto di continuità interna della storia personale come fondamento dell’identità personale.

A cura della Redazione

Autori/Autrici

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

Giacomo Buoncompagni

Minoranze, conflitti e newsmaking: cornici storico-culturali e logiche giornalistiche

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

Nella moderna ecologia dei media non si tratta tanto di entrare nel dibattito sulla necessità o meno di come, e se, trattare notizie connesse al fenomeno della discriminazione, quanto piuttosto di constatare come spesso la mediatizzazione delle minoranze e della diversità culturale non vada oltre determinati frame narrativi. All’interno del campo giornalistico vi sono cornici che (ri)producono e rafforzano nel tempo stereotipi negativi nei confronti di gruppi e comunità, spesso a causa di una informazione confusa e sovraccarica oppure per la scarsa formazione dei giornalisti in merito a specifiche realtà storiche e culturali. A partire dal volume Studiare il giornalismo e le discriminazioni (tab edizioni, 2024), pubblicato dall’autore dell’articolo qui proposto, l’obiettivo del paper è quello di riflettere criticamente sul rapporto tra media, professione giornalistica e discriminazioni culturali, offrendo prospettive e strumenti utili per esplorare le modalità con cui il giornalismo affronta le attuali sfide pervasive della multiculturalità, partendo dal caso studio della guerra “dimenticata” in Ruanda, analizzando la sua narrazione in rapporto alle logiche mediali tradizionali e al ruolo del digitale come ambiente cognitivo-culturale contemporaneo.

Maria Giovanna Bosco

The dark side of energy transition in Sardinia. Implications for energy poverty

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

The Sardinia Region has been chosen as a laboratory for electrification within the framework of the ecological transition agenda. The combined effect of the regulatory framework and media narrative has triggered a real speculative assault on the territory, which is being replicated in various other regions of the country. However, there is evidence of a positive correlation between the diffusion of renewable energy sources and the cost of electricity. Considering that Sardinia has historically faced higher-than-average electricity costs and that it consumes only 60% of the energy it produces autonomously, the wave of projects risks increasing energy poverty among local households and businesses and increasing the number of individuals exposed to energy vulnerability. The dirigiste approach to the ecological transition, the generous incentive scheme, and the lack of attention to the needs and proposals of local communities denounce a green transition that could primarily benefit those investing in the sector, without real gains for the environment or sustainability.

Leone Maria Barbaro, Roberto de Lieto Vollaro

Energia Pulita e Comunità Energetiche Rinnovabili: il caso-studio dello Stadio Olimpico di Roma

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

Grandi infrastrutture di uso pubblico, come gli stadi, possono diventare una risorsa fondamentale per l’abitato urbano circostante grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici sulle loro coperture. Uno stadio, utilizzato poche volte alla settimana, può diventare una centrale elettrica funzionante tutti i giorni, senza impatto ambientale o architettonico, installando sulla sua copertura un impianto fotovoltaico. Pertanto, potrebbe fornire energia elettrica rinnovabile alla comunità locale in un’ottica di Comunità Energetica Rinnovabile (CER). Questo studio si concentra sullo Stadio Olimpico di Roma, indagando possibili strategie di condivisione dell’energia rinnovabile prodotta. La modellazione energetica dell’impianto fotovoltaico è stata effettuata mediante il software di simulazione dinamica System Advisor Model (SAM). Quindi, la produzione di energia rinnovabile da fotovoltaico è stata correlata con il fabbisogno energetico per l’illuminazione stradale e i consumi domestici e non. I risultati evidenziano la potenzialità di questo nuovo concept di produzione e condivisione dell’energia dal punto di vista energetico, economico e ambientale.

Anna Amato, Monica Misceo

Innovazione tecnologica e riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

La riqualificazione energetica degli alloggi di edilizia popolare è una delle strategie più efficaci tra le azioni volte a ridurre la povertà energetica. La ristrutturazione, oltre ad intercettare la popolazione vulnerabile, migliora le condizioni di comfort delle persone che risiedono negli alloggi, elimina le situazioni rischiose per la salute (come umidità e muffe) e contribuisce a migliorare la qualità della vita. I progetti di efficienza energetica non possono essere imposti, ma devono prevedere un reale coinvolgimento degli inquilini, soprattutto nei casi di “ristrutturazione profonda”. Nonostante il costo degli interventi non sia a carico degli inquilini, questo ovviamente non li rende automaticamente ben accetti. È utile la figura di un “facilitatore”, capace di accompagnare nella condivisione degli obiettivi e di mediare, non solo per ridurre i disagi che comportano i lavori, ma per poter sfruttare al meglio i benefici che derivano dalla riqualificazione energetica. Tutto questo diventa ancor più necessario nel caso dell’installazione di tecnologie altamente innovative, che necessitano la comprensione e una corretta gestione da parte degli utenti. L’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è attualmente impegnata nel progetto di ricerca Horizon Europe REHOUSE (https://rehouse-project.eu/) nella realizzazione di soluzioni innovative per processi di ristrutturazione efficienti, economici e sostenibili, da applicare a quattro edifici “dimostratori” rispettivamente in Grecia, Italia, Francia e Ungheria. ENEA, responsabile del dimostratore italiano, ha scelto un edificio popolare nel Comune pugliese di Margherita di Savoia, su cui verranno applicate le innovazioni tecnologiche del progetto grazie al contributo di tutti i partner italiani (UNIBAS, Rina Consulting, TERA, Steel tech, R.I., Pedone Working), con la partecipazione di ARCA Capitanata e la supervisione della Sezione Politiche Abitative della Regione Puglia. L’esperienza è caratterizzata da un approccio che pone “la persona al centro” del processo di riqualificazione attraverso la sperimentazione di diverse metodologie: la creazione di una “task force” sociale con tutte le parti interessate, l’analisi puntuale del contesto sociale e abitativo, la co-progettazione con gli inquilini, il coinvolgimento degli utenti finali in tutte le fasi, dalla progettazione e allo sviluppo, con un’attenta analisi dei bisogni e l’individuazione dei requisiti, e la realizzazione di una S-LCA (social life cycle assesment). La relazione continua con gli inquilini ha permesso di avviare un processo partecipativo, rafforzando la stessa comunità di inquilini. Questo ha già portato ad un arricchimento e ampliamento del progetto iniziale, in un’ottica di quartiere, e alla rinuncia e la deviazione da alcune proposte che non sono state giudicate di facile gestione.

Lorenzo De Vidovich

Eco-welfare e complessità urbane della povertà energetica

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

La povertà energetica sta acquisendo rilevanza nel dibattito pubblico dopo oltre un decennio di studi accademici di respiro interdisciplinare, dedicati a definizioni, misurazioni, specificità geografiche, e strategie di contrasto del fenomeno. Infatti, le Amministrazioni pubbliche stanno recentemente maturando una particolare attenzione rivolta al tema, cercando di intensificare gli impegni locali di decarbonizzazione e neutralità climatica, integrandoli con sistemi di protezione degli utenti più vulnerabili, nonostante la compresenza di diverse sfide e complessità nel supportare le famiglie in difficoltà. Utilizzando la lente analitica dell’eco-welfare come paradigma che permette di interpretare la povertà energetica come tema all’intersezione fra la dimensione sociale e la dimensione ambientale del benessere, questo articolo si pone l’obiettivo di fornire una riflessione accurata sulla dimensione urbana della povertà energetica, utilizzando due riflessioni tra ricerca e governo pubblico con il fine di fornire indicazioni utili a studiosi, practitioners e decisori pubblici sull’analisi socio-ambientale del fenomeno e sugli elementi critici da considerare per lo sviluppo di mirate azioni di contrasto.

Luca Biserna, Filippo Barbera

Energyscapes: The place-based nature of energy vulnerability in the Italian provinces

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

Energy poverty is a phenomenon that is closely dependent on the socio-spatial context under observation and exhibits a territorial characterization, both between and within countries. Its roots are multidimensional and inherently tied to territory, and the coexistence of these factors determines varying degrees of exposure. The aim of this study is to investigate whether and how, during the reference period of observation, territorial exposure – related factors – socio spatial energy vulnerability – differs at the provincial level in Italy, thereby generating distinct clusters of energy vulnerability and related material deprivation, the energyscapes. To achieve this, we constructed a multidimensional index composed of relevant indicators, based on both a review of prior studies employing similar approaches and the available data for Italy. We then conducted a Principal Component Analysis (PCA), followed by a Hierarchical Cluster Analysis. Three cluster – energyscapes – emerged, delineating territorially characterized vulnerabilities founded on two key features: (i) the conurbative nature of provinces and (ii) their geographical location. Socio-economic, demographic, and housing-related vulnerabilities predominate and coexist in provinces linked to the most populous cities, illustrating a potential multiplier effect of vulnerability. Simultaneously, a clear geographical division emerges with respect to infrastructural vulnerability, which is most prevalent in central-southern regions. This finding opens up considerations on the material foundational economy of energy. Overall, our results advance the socio-spatial analysis of this phenomenon through both household -based and foundational lens, offering insights into policy implications that arise from a localized and multidimensional perspective.

Federica Ragazzo, Giuseppe Sbrescia, Marina Varvesi

La formazione degli operatori come strumento di contrasto della povertà energetica: il caso dei TED

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

L’obiettivo di questo articolo è analizzare il ruolo della formazione nella lotta alla povertà energetica, evidenziandone l’importanza come strumento di rafforzamento e di riduzione delle disuguaglianze. Verrà fornita una panoramica dell’attuale contesto giuridico e politico, sia a livello europeo che italiano, illustrando le principali direttive, normative e strategie adottate per affrontare questa problematica. In particolare, saranno esaminati gli atti normativi prodotti in ambito europeo dal 2009 fino alle disposizioni più recenti, con un focus sulle politiche di transizione energetica e inclusione sociale. Un approccio analogo sarà riservato al complesso di normative e strategie attuate dai governi italiani, evidenziando le iniziative più significative. In secondo luogo, sarà analizzato l’impatto della formazione nel contrasto alle disuguaglianze sociali legate alla povertà energetica. In particolare, sarà messa in luce la rilevanza dell’educazione attraverso l’esposizione di studi sociologici e progetti di ricerca che hanno evidenziato l’effetto positivo della formazione e della sensibilizzazione nel rendere le persone consapevoli e attive nel contesto della transizione energetica. L’educazione, infatti, non solo consente di comprendere i meccanismi economici e tecnologici alla base dei consumi energetici, ma fornisce anche strumenti pratici per migliorare l’efficienza energetica e ridurre i costi. Infine, saranno analizzati alcuni progetti europei che hanno utilizzato la formazione come leva strategica per contrastare la povertà energetica.

Anna Amato, Edoardo Pandolfi

La povertà energetica nel settore degli affitti privati in Europa

PRISMA Economia - Società - Lavoro

Fascicolo: 2 / 2024

Le più importanti Direttive Europee in materia di Efficienza Energetica hanno evidenziato la necessità di prevedere misure per contrastare la povertà energetica, ponendo l’attenzione su come gestire il rapporto tra inquilini e proprietari nella promozione dell’efficienza energetica. La povertà energetica, intesa come la combinazione di alti prezzi dell’energia, salari bassi e abitazioni inefficienti dal punto di vista energetico, è un problema crescente nel settore degli affitti privati, particolarmente critico in Europa dove circa il 30% dei cittadini vive in affitto, in abitazioni spesso caratterizzate da scarsa efficienza energetica. Anche il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) sottolinea come uno dei temi di maggiore complessità sia quello delle persone che risiedono in abitazioni non di proprietà. Dai dati disponibili risulta infatti che la maggior parte delle famiglie in povertà non abita in case di proprietà, ma in alloggi di terzi (case in affitto o in usufrutto) e che l’incidenza di povertà assoluta è maggiore tra le famiglie che vivono in affitto. Nel 2021, le famiglie povere in affitto corrispondono al 45,3% di tutte le famiglie povere, con un’incidenza di povertà assoluta pari al 18,5%, contro il 4,3% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà. In tale contesto, è molto debole la spinta ad effettuare interventi di efficienza energetica. Come emerso nell’ambito del progetto Horizon 2020 ENPOR - Actions to Mitigate Energy Poverty in the Private Rented Sector, finanziato dalla Commissione europea, la situazione dei diversi stati membri è molto variegata in termini di misure di contrasto alla povertà energetica, e lo è ancora di più nel settore degli affitti privati. Nell’articolo, partendo da una panoramica sulle strategie e misure in essere per contrastare la povertà energetica in alcuni stati membri, verranno evidenziate le principali barriere e le possibili soluzioni. Si evidenzieranno quindi le priorità e indicazioni contenute nelle nuove Direttive europee che andranno ad influenzare le possibili strategie da implementare a livello nazionale.