La riqualificazione energetica degli alloggi di edilizia popolare è una delle strategie più efficaci tra le azioni volte a ridurre la povertà energetica. La ristrutturazione, oltre ad intercettare la popolazione vulnerabile, migliora le condizioni di comfort delle persone che risiedono negli alloggi, elimina le situazioni rischiose per la salute (come umidità e muffe) e contribuisce a migliorare la qualità della vita. I progetti di efficienza energetica non possono essere imposti, ma devono prevedere un reale coinvolgimento degli inquilini, soprattutto nei casi di “ristrutturazione profonda”. Nonostante il costo degli interventi non sia a carico degli inquilini, questo ovviamente non li rende automaticamente ben accetti. È utile la figura di un “facilitatore”, capace di accompagnare nella condivisione degli obiettivi e di mediare, non solo per ridurre i disagi che comportano i lavori, ma per poter sfruttare al meglio i benefici che derivano dalla riqualificazione energetica. Tutto questo diventa ancor più necessario nel caso dell’installazione di tecnologie altamente innovative, che necessitano la comprensione e una corretta gestione da parte degli utenti.
L’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è attualmente impegnata nel progetto di ricerca Horizon Europe REHOUSE (https://rehouse-project.eu/) nella realizzazione di soluzioni innovative per processi di ristrutturazione efficienti, economici e sostenibili, da applicare a quattro edifici “dimostratori” rispettivamente in Grecia, Italia, Francia e Ungheria. ENEA, responsabile del dimostratore italiano, ha scelto un edificio popolare nel Comune pugliese di Margherita di Savoia, su cui verranno applicate le innovazioni tecnologiche del progetto grazie al contributo di tutti i partner italiani (UNIBAS, Rina Consulting, TERA, Steel tech, R.I., Pedone Working), con la partecipazione di ARCA Capitanata e la supervisione della Sezione Politiche Abitative della Regione Puglia. L’esperienza è caratterizzata da un approccio che pone “la persona al centro” del processo di riqualificazione attraverso la sperimentazione di diverse metodologie: la creazione di una “task force” sociale con tutte le parti interessate, l’analisi puntuale del contesto sociale e abitativo, la co-progettazione con gli inquilini, il coinvolgimento degli utenti finali in tutte le fasi, dalla progettazione e allo sviluppo, con un’attenta analisi dei bisogni e l’individuazione dei requisiti, e la realizzazione di una S-LCA (social life cycle assesment). La relazione continua con gli inquilini ha permesso di avviare un processo partecipativo, rafforzando la stessa comunità di inquilini. Questo ha già portato ad un arricchimento e ampliamento del progetto iniziale, in un’ottica di quartiere, e alla rinuncia e la deviazione da alcune proposte che non sono state giudicate di facile gestione.