Verrà presentato l’estratto di un caso clinico. Si rifletterà sulla condizione umana che non si presta a facili e rigide categorizzazioni, tantomeno se queste sono basate sui comportamenti. Per comprendere il reale funzionamento e le potenzialità di una persona sono necessari tempi lunghi e una relazione di sufficiente vicinanza emotiva. Momenti difficili della vita o circostanze particolari possono indurre una persona ad assumere condotte che forse non avrebbe messo in atto in situazioni maggiormente favorevoli. La condotta sintomatica necessita di venire accolta per favorire la riconciliazione con sé stesso del paziente: può essere la conseguenza di una regressione difensiva, talvolta anche non priva di rischi, con sacrificio di libertà e vitalità, per la necessità di certezze rassicuranti rispetto ad angosce profonde di integrazione, spesso poco o per nulla consapevoli. Per valutare l’andamento di un’analisi occorre tenere in mente non solo le azioni di un paziente ma la relazione tra queste e le fantasie inconsce nonché con l’evoluzione nel tempo e nella relazione. Un tema centrale dell’analisi di Marta, e forse di ogni percorso analitico, è quello della dipendenza. Questo problema merita un’attenta riflessione, in particolare per quanto riguarda scelte terapeutiche complesse come la frequenza delle sedute.