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This article examines the recent transformations of the migration industry in Tunisia’s Sfax region, focusing on the emergence of small metal boats - locally known as tobà - as a pivotal innovation in the organization of irregular sea crossings. Drawing on ethnographic fieldwork conducted between 2017 and 2024, the article traces how the material infrastructures of mobility have become entangled in new social, racial, and economic configurations along the Central Mediterranean route. The tobà is explored not merely as a technical artifact, but as a truly political actor embedded within overlapping systems of autonomy, control, and appropriation. While initially enabling a brief moment of sub-Saharan self-organization and reduced dependency on Tunisian intermediaries, the tobà was quickly reterritorialized into local economies of exploitation, led by rural landowners in El Amra. Through this lens, the article contributes to the literature on the migration industry, viapolitics, and border externalization, arguing that material objects such as boats are key to understanding the shifting political economies and geographies of undocumented migration. The tobà, as both a vehicle and a symbol, becomes a site where lines of resistance, creativity, repression, and reconfiguration intersect and are constantly renegotiated.

This article examines the materialities of the border assemblage in the central Mediterranean Sea and their impact on encounters and solidarities. By exploring the dynamics of maritime border securitisation, the study reveals how the Mediterranean, traditionally seen as a space of encounter, is increasingly depicted as a battleground. The research highlights the tension between practices of solidarity and border securitisation policies, which create friction among personal memories and social practices, public discourse and media narratives, legal devices, administrative measures, and policing practices. Through ethnographic fieldwork in key locations like Pantelleria, Lampedusa, and the Gulf of Gabès, the article uncovers the progressive racialisation of Mediterranean maritime spaces and the erosion of possibilities for spontaneous encounters and solidarities. The findings suggest that the material forms of the border assemblage contribute to the production of the migrant as a disturbing and threatening subject, transforming the Mediterranean from a space of encounter to one of suspicion and collision. This study calls for reconsidering the Mediterranean’s cultural geographies and the potential futures of its histories, challenging the hegemonic narratives that shape public discourse on migration.

Enrico Fravega, Jacopo Anderlini

A new gaze on the Mediterranean crossroads: mobilities, frictions and encounters

MONDI MIGRANTI

Fascicolo: 3 / 2025

This text examines the Mediterranean as a contested space constituted through multiple lines of tension, rather than as a unified entity. Drawing on diverse disciplinary traditions – from Braudel's historical-cultural analysis to the Black Mediterranean intersectional approach – the issue conceives the Mediterranean as a “boundary object”: sufficiently stable to maintain identity, yet malleable enough to assume new meanings across different social worlds. While acknowledging how EU border policies – memoranda with Libya and Tunisia, SAR zones redefinitions, hotspots – materially reinforce barriers through the racialisation of maritime space, the special issue also highlights how the same context generates encounters and solidarity practices. The articles collected analyse three interconnected dimensions: the material aspects of border assemblages and their role in producing the migrant as “alien” subject; the complex interplay between necropolitical measures and practices of solidarity; and methodological innovations developed through “seawork” – an ethnographic practice engaging with the sea, favouring collective writing and circular analysis, thus unsettling epistemologies inherited from land-based research.

La psicoanalisi è una disciplina in movimento: le risposte dei pazienti apportano nuove conoscenze che inducono a pensare nuovi modelli. Questo articolo si propone di mettere in luce lo stato di avanzamento che il setting con le famiglie e le coppie sta apportando riguardo a temi quali l’estensione dell’inconscio (Freud) e l’inconscio presente e passato (Sandler). Il caso clinico esemplifica l’uso del gioco del bambino in seduta come una metafora capace di innescare un movimento di elaborazione nella coppia.

Irma Morosini

Una trasformazione possibile nella terapia familiare psicoanalitica

INTERAZIONI

Fascicolo: 2 / 2025

L’autrice presenta l’integrazione tra la propria formazione teorica psicoanalitica, il lavoro clinico con le famiglie e l’uso dello psicodramma come tecnica di intervento. Descrive un approccio terapeutico di équipe, composta da co-terapeuti, e attraverso il lavoro con una famiglia illustra il suo pensiero clinico e il modo di concepire e applicare l’interpretazione nella psicoanalisi familiare. L’obiettivo è mostrare come il processo terapeutico possa trasformare la sofferenza familiare, mettendo in luce i diversi strumenti tecnici impiegati nei vari momenti e il senso degli interventi.

Il lavoro si focalizza sulle caratteristiche della relazione terapeutica con la famiglia a funzionamento psicotico e sottolinea come l’interpretazione sia, in via preliminare, un modo per contenere le pressioni esercitate dalla famiglia sul setting; solo progressivamente l’interpretazione potrà esplicare la sua funzione elaborativa. Il funzionamento familiare, infatti, coinvolge l’analista che deve accettare di venire contaminato dalla dinamica depersonalizzante, divenendo meno estraneo e separato per poter essere accettato dal nucleo. A partire da questa contaminazione, sia le regole del setting che l’interpretazione potranno essere acquisiti come oggetti-trovati-creati all’interno della trasformazione del processo terapeutico. Il lavoro propone alcune sedute familiari come esemplificazione del complesso processo analitico con la famiglia a funzionamento psicotico.

Il lavoro propone due modi di stare in seduta, differenziando la consultazione prolungata nei casi complessi e la terapia familiare vera e propria. Si prende in considerazione il versante transfert-controtransfert e si rapporta con il livello degli interventi-interpretazioni del terapeuta che variano in base alla consultazione o alla terapia. Nella consultazione prolungata è da tenere in grande considerazione il transfert sul setting e l’obiettivo è di costruire un setting in una situazione difficile e problematica. Qui prevale il lavoro psichico di contenimento e l’attenzione a ricercare l’alleanza terapeutica che permetta una processualità. Invece, nella terapia familiare si valorizza l’importanza per il terapeuta di sintonizzarsi con i livelli del funzionamento psichico della famiglia che in quel momento esprime: livelli primitivi con interventi basici del terapeuta in cui prevale un lavoro di metaforizzazione; livelli rappresentazionali e simbolici in cui il terapeuta ricorre a costruzioni che tengano conto della dimensione mitica prevalente di quella famiglia. In questi casi correla quello che accade nel campo dei vari personaggi utilizzando la capacità intermediaria di collegare l’intrapsichico con l’interpersonale.

Berniero Ragone, Elena Longo

Il transfert e le sue articolazioni nel lavoro con la coppia

INTERAZIONI

Fascicolo: 2 / 2025

Il seguente lavoro, attraverso una breve panoramica sul transfert riferito al lavoro con coppie e famiglie, focalizza il cambiamento di prospettiva che le recenti ricerche stanno portando avanti rispetto ai fenomeni di transfert e controtransfert in una cornice che privilegia le matrici relazionali e soprattutto interattive dell’incontro delle coppie con il/i terapeuta/i. Partendo dalle relazioni oggettuali, il concetto di campo implica l’emergere di stati mentali e corporei, sensoriali, atmosfere, enactment che coinvolgono tutti gli attori nel campo, con manifestazioni che possono mettere non necessariamente in primo piano la consapevolezza, la verbalizzazione e l’interpretazione. Anche il concetto di legame richiama al qui ed ora dei soggetti, reali e fantasmatici, alla loro interazione, agli agiti, enactment, con la loro quota di novità, insaturità, imprevedibilità, indeterminatezza. Il cambiamento in terapia implicherebbe, quindi, anche lo spostamento da esclusivi piani di verbalizzazione a “momenti ora” di profonda condivisione di stati emotivi, sensoriali e corporei che interesserebbe nell’incontro anche l’inconscio non rimosso. Una vignetta clinica esplicativa focalizzerà come esempio uno di questi momenti fondamentali del processo terapeutico.

Daniela Lucarelli

Come e quando interpretare con la coppia

INTERAZIONI

Fascicolo: 2 / 2025

Il lavoro si propone di affrontare l’importante tema dell’interpretazione declinandolo verso il trattamento della coppia. L’interpretazione, insieme al setting, ha sempre rappresentato un contributo fondamentale dell’analista per il processo terapeutico e molto numerose, nel tempo, sono state le prospettive proposte in tal senso, mettendo in luce sia il rapporto tra interpretazione e cambiamento, che il ruolo dell’analista nella relazione analitica. Con questo contributo si desidera rivolgere l’attenzione, in particolare, a quell’ambito della psicoanalisi che ha ampliato la sua ricerca teorica e la sua pratica clinica aprendosi a setting con più pazienti, come la coppia coniugale. Attraverso una presentazione clinica si cercherà di mettere in evidenza vari aspetti della funzione interpretativa.

Dopo aver esplorato le analogie e le differenze tra le terapie psicoanalitiche di gruppo e di famiglia, l’autore parla di come la tecnica della terapia psicoanalitica di gruppo (TPG) si applichi alle terapie psicoanalitiche di coppia e famiglia (TPCF), soprattutto per ciò che concerne l’interpretazione e i suoi scopi. I terapeuti che lavorano con coppie e famiglie fanno spesso delle costruzioni, il richiamo verbale delle produzioni di gruppo ne è un esempio. È il “tocco finale” che sintetizza ogni intervento ed è ciò che favorisce il cambiamento nella TPCF, equivalente a ciò che Strachey sperava per l’interpretazione nella psicoanalisi individuale.

Anna Maria Nicolò

Psicoanalisi della famiglia e della coppia: un modello italiano

INTERAZIONI

Fascicolo: 2 / 2025

In questo articolo l’autore presenta un modello di comprensione e intervento nella clinica con la famiglia e la coppia. Questo modello si basa su precisi assunti: l’intreccio continuo e reciproco tra il mondo intrapsichico di ogni singolo membro della famiglia e il mondo fantasmatico della famiglia come unità, l’esistenza del legame, l’inconscio interpersonale, l’uso delle difese inter e transpersonali, la famiglia come matrice di identità e contesto di apprendimento, la molteplicità dei livelli compresenti nella famiglia e nella coppia, la specificità della tecnica e l’uso della metafora. L’applicazione del modello verrà esemplificata attraverso la presentazione di brevi stralci clinici.

A cura della Redazione

Norme redazionali

PSICOTERAPIA PSICOANALITICA

Fascicolo: 2 / 2025