LIBRI DI SERGIO MANGHI

La ricerca ha estratto dal catalogo 40 titoli

Sergio Manghi

Informazione di massa e relazioni medico-paziente-altri. Spunti da una ricerca

SALUTE E SOCIETÀ

Fascicolo: 1 / 2007

This essay is based on an empirical research on 55 doctors (Parma, Italy, 2001- 2002). It focuses on the communicational uneasinesses experienced by the doctors in their social interactions with the patients, their relatives, the Health Services, the media agencies, and the others individual and social subjects constituting the healthcare context. In particular, the relationship is analized between such communicational uneasinesses and the representations of mass information orienting the descriptions of their own interactive experience provided by the doctors to the researchers.

Sergio Manghi

Psicosi, famiglia, istituzioni. La riflessione di Gregory Bateson sullo schizofrenico John Perceval

RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA

Fascicolo: 3 / 2005

John Perceval era uno schizofrenico che nel 1836 e nel 1840, ritenendosi guarito, pubblicò due volumi sulla propria esperienza. Oltre un secolo dopo (1961), i due volumi furono ripubblicati, in un volume unico, dall’antropologo Gregory Bateson (1904-1980). In quegli anni, Bateson si stava occupando di teoria della comunicazione, e in particolare del ruolo dei paradossi comunicativi nell’umorismo, nel gioco, nell’arte, nella religione e nella psicosi. Nel memoriale di Perceval, Bateson trovava una lucida anticipazione delle proprie teorie: la teoria della comunicazione come processo che non ha alla base i singoli individui ma sistemi interattivi più ampi (tipicamente: le famiglie); e la teoria della schizofrenia come caratteristica di un sistema (un sistema comunicativo intrappolato in un doppio legame). Perceval, osserva Bateson nel saggio introduttivo, descrive in termini di doppi legami i pattern interattivi che connettevano lui stesso, i propri familiari e i medici degli istituti psichiatrici nei quali era stato internato. Inoltre, Perceval mostra come la psicosi non sia da vedere come una malattia, ma come un tentativo di autocura attivato dall’interno di un sistema relazionale doppiovincolante. La psicosi, per Bateson, può esser vista come una cerimonia di autoguarigione: un complesso rituale iniziatico che i linguaggi scientifici e istituzionali, insensibili alle modalità comunicative relazionali di natura estetico-religiosa, tendono a ostacolare, alimentando così, con le migliori intenzioni, lo stato di sofferenza in atto. Discutendo il saggio di Bateson, e situandolo nella cornice della sua opera complessiva (dagli anni ’30 agli anni ’70 del XX secolo), si possono svolgere alcune considerazioni tuttora attuali, intorno al ruolo delle istituzioni e dei professionisti nei processi di cura. In particolare, intorno ai limiti dell’evidence based care e dell’abitudine a pensare secondo lo schema bisogno-risposta; limiti derivanti dalla delegittimazione istituzionalizzata dei linguaggi relazionali, sapienziali, estetici e religiosi, che Bateson considerava complementari a quelli scientifici.

Laura Fregolent, Francesco Indovina

Un futuro amico

Sostenibilità ed equità

cod. 1740.94

Marco Ingrosso, Sergio Manghi

Sociologia possibile

Neodarwinismo e scienze dell'uomo: la ricerca di un'alternativa al determinismo biologico

cod. 902.6