
La ricerca ha estratto dal catalogo 115 titoli
Percorsi introduttivi alla psicoterapia della Gestalt
cod. 1252.16
Il rapporto figura/sfondo tra dolore e piacere
Gettando le basi della Terapia della Gestalt, Fritz Perls sostituì il primato della libido di Freud con il concetto di aggressività dentale. Da allora, i gestaltisti si sono sempre meno interessati alla sessualità e hanno considerato l’aggressività solo come fame. È arrivato il momento, sostiene l’autore, di superare le false dicotomie e di ripensare la relazione tra aggressività e sessualità come un flusso ininterrotto di figura-sfondo.
cod. 1252.15
Il lavoro con il corpo in psicoterapia
cod. 1252.10
Questo articolo tratta quattro aspetti dell’esperienza depressiva: 1. il suo senso ontologico in quanto esperienza umana, 2. l’epistemologia gestaltica delle esperienze depressive, in confronto con l’epistemologia psichiatrica, 3. una lettura fenomenologica ed estetica delle esperienze depressive in psicoterapia (distinguendo tra depressioni reattive, "incarnate" e psicotiche), 4. una considerazione politico-sociale della depressione giovanile nella società contemporanea.
L’articolo è un contributo per una prospettiva gestaltica contemporanea sulla sessualità in psicoterapia. Partendo da una definizione della sessualità secondo il testo di Perls, Hefferline e Goodman, l’autrice espone poi l’evoluzione del vissuto sessuale nella società post-moderna, rifacendosi alle riflessioni di studiosi contemporanei come Galimberti e Bauman. Superando la logica edipica, l’autrice propone dunque una lettura dei vissuti sessuali in psicoterapia secondo l’ottica del confine di contatto nel campo fenomenologico, che consente di intuire elementi relazionali implicitamente offerti dal paziente. Vengono poi forniti suggerimenti ed esempi clinici per orientarsi nel caso di vissuti sessuali nel setting psicoterapico contemporaneo.
Atti del III Convegno della Società Italiana Psicoterapia Gestalt
Il volume raccoglie i contributi del III Convegno della Società Italiana Psicoterapia Gestalt sul tema del dolore e della bellezza.
cod. 1252.13
L’autrice passa in rassegna l’opera del grande psicoanalista intersoggettivo distinguendo cinque punti di confronto con la psicoterapia della Gestalt: la teoria evolutiva, la teoria del sé, la comunicazione relazionale implicita, il now-moment, le forme vitali. Evidenzia come, alla fine del suo geniale percorso di ricerca e di sviluppo teorico, Stern sia giunto a vedere in ogni relazione, ed in particolare nella psicoterapia e nelle arti, la stessa bellezza che aveva scoperto nelle intera- zioni fra madre e bambino. È dunque lo sguardo estetico alle relazioni umane ciò che accomuna il metodo gestaltico e il modello di Daniel Stern, anche se questa comunanza è basata su percorsi di ricerca diversi: lo studio delle relazioni primarie per Stern e l’interesse socio-politico per la psicoterapia della Gestalt. Il pensiero di Stern rappresenta per la psicoterapia della Gestalt un’occasione di apprendimento e sviluppo, soprattutto rispetto ad un linguaggio sempre più fenomenologico e legato alla ricerca.
Nel sottolineare l’importanza degli studi e delle ricerche di D.N. Stern, G. Fava Vizziello e M. Spagnuolo Lobb ricordano con gratitudine il dono da parte dello psicoanalista di una teoria evolutiva fondata sul bambino osservato e inserito in una relazione profonda con l’altro. Ne evidenziano il coraggio nel prendere le distanze dalle più tradizionali teorie evolutive centrate sul solipsismo del mondo interiore del bambino "patologico", e ricordano la fiducia che Stern riponeva sulla possibilità di crescita che avviene anche in un "campo difficile". L’essere-con, il valore del dialogo e della relazione permeavano il pensiero scientifico e l’umanità del grande psicoanalista scomparso, una candela accesa nel buio di una società liquida.
In un vivace dinamismo di domande e risposte, i due autori riportano ricordi di esperienze condivise con D. Stern e approfondimenti su tematiche fondanti per la psicoterapia e per la ricerca neuroscientifica: l’intersoggettività co-costruita, la simulazione incarnata, la modalità di funzionamento cervello-corpo, le evidenze del bambino osservato, la conoscenza implicita, il vissuto del e la solidità empirica delle ricerche di D. Stern, le sue riflessioni, in anticipo sui tempi e il suo coraggio di fare dialogare una prospettiva psicodinamica con la dimensione cognitiva, fisiologica e filosofica dell’esperienza.
L’articolo presenta l’esperienza corporea in riferimento all’epistemologia gestaltica: fenomenologico- relazionale ed estetico. Queste "radici" del concetto di esperienza corporea portano lo sguardo terapeutico verso il movimento che paziente e terapeuta co-creano con le loro intenzionalità cliniche complementari. Concetti come integrazione, funzione sé, olismo, aggressività, sostegno al now-for-next sono rivisitati alla luce dell’esperienza corporea, con esempi clinici di forme di sofferenza del corpo-in-relazione, dai disturbi d’ansia alle desensibilizzazioni, ai disturbi psicosomatici. Infine, vengono descritte alcune competenze terapeutiche fondamentali per il lavoro gestaltico sul corpo.
Dall'isomorfismo alla simulazione incarnata
Esiste un qualche nesso fra salute psichica e la capacità di “integrare”, di creare “forme” compiute? In questo volume un interessante quanto inedito confronto fra psicoterapia della Gestalt e neuroscienze.
cod. 1252.11
Rispondendo alla domanda "quale prospettiva sullo sviluppo è coerente con i principi della psicoterapia della Gestalt e dunque utilizzabile a livello clinico dai gestaltisti?", l’autrice afferma che ciò che serve al clinico non è tanto una teoria dello sviluppo in sé, ma una "mente evolutiva", ossia una mappa per comprendere come il passato si rivela nel presente, che possa aiutarlo a intuire sia l’evoluzione delle modalità di contatto del paziente che il suo movimento interrotto, l’intenzionalità di contatto bloccata che chiede di essere liberata nel presente. Presenta dunque un modello per osservare come le risorse del paziente sono ancora disponibili nella relazione o sono dormienti. La chiave concettuale di questo lavoro è lo sviluppo polifonico di domini, che l’autrice propone come una prospettiva epistemologicamente coerente di guardare, nel qui e ora della seduta, allo sviluppo del paziente, come una funzione del campo fenomenologico, allo scopo di sostenere l’eccitazione per il contatto che ha perduto la sua spontaneità, nel quadro di riferimento della domanda di terapia del paziente. Descrive i domini gestaltici, le loro caratteristiche e i rischi che implicano nel caso di un confine di contatto desensibilizzato.
Massimo Ammaniti e Margherita Spagnuolo Lobb dialogano sul tema della prospettiva evolutiva in psicoterapia, su come la storia evolutiva del paziente si declini nel qui ed ora della seduta terapeutica e nell’attualità della vita del paziente. Basandosi sull’evidenza dei risultati di ricerche attuali, gli autori sono concordi nell’affermare che la realtà dello sviluppo possiede una variabilità e una complessità che le tradizionali teorie stadiali non esprimono. Il dialogo assume i toni di un contradditorio appassionato, tra epistemologie, modelli e identità diverse nella riflessione sui domini e sui sistemi motivazionali sovraordinati, sulla strutturazione del senso di Sé, sull’importanza del corpo in psicoterapia e sul confronto tra intersoggettività e contatto.