L’articolo analizza il rapporto tra lavoro digitale di piattaforma e lavoro degli immigrati, attraverso la revisione critica degli studi esistenti e sulla base di una ricerca empirica. L’ipotesi principale, che affronta una tematica poco studiata in Italia, è che per gli immigrati – in particolare per gli immigrati neoarrivati, i richiedenti asilo – i settori a bassa qualifica della gig economy, in particolare le consegne a domicilio, rappresentino dei nuovi ambiti di primo inserimento lavorativo, dei settori di transito. Dopo aver delineato le caratteristiche della gig economy e del lavoro digitale di piattaforma, l’articolo prima mette a fuoco il mi- grant digital labour esaminando i nessi tra lavoro di piattaforma e lavoro degli immigrati, poi si focalizza sulla situazione italiana a partire da una ricerca sul campo condotta nel 2022 sulle consegne a domicilio a Venezia. La ricerca conferma quanto rilevato dalla lette- ratura internazionale sulla gig economy riguardo l’intermediazione algoritmica, il lavoro a cottimo, l’autonomia formale dei lavoratori; al contempo essa evidenzia la “flessibilità- vincolante” e il pendolarismo tra la città storica di Venezia e la terraferma che caratterizzano questi lavoratori di piattaforma.