Una ricerca inedita che affronta con nuovi strumenti metodologici il problema dell'esperienza culturale nei regimi di tradizione orale, assumendo come oggetto di studio il concreto comportamento del gruppo nella produzione del fenomeno musicale. La qualità di "oggetto memorabile" assegnata dalla tradizione ad un patrimonio di canti popolari dai tratti estremamente arcaici viene assunta come punto di partenza per un'indagine sul valore esistenziale dell'esperienza culturale, che viene posta in rapporto con le esigenze mentali del gruppo che trasmette e ri-crea il repertorio attraverso rinnovati atti interpretativi. La reinvenzione dei materiali simbolici nella musica e nel rito, il rapporto con la parola poetica nell'azione verbale, il gesto sonoro, vengono così studiati alla luce dei processi psichici coinvolti nell'attività culturale, in una chiave che consente di estendere al campo dell'antropologia le più rilevanti conquiste della ricerca bioniana sul pensiero. Il lavoro si basa su una documentazione raccolta nel corso della ricerca sul campo in una zona della Calabria settentrionale ed è completato da un ampio repertorio di testi poetici, che costituiscono affascinante materia di lettura e che in molti casi rinviano direttamente, per immagini e stile, alla prima fioritura della letteratura italiana.

Tullia Magrini ha contribuito alla documentazione e allo studio della musica dì tradizione orale con saggi, volumi e pubblicazioni discografiche dedicati a culture europee ed extraeuropee. Tra i suoi lavori, frutto di originali ricerche sul campo, "Forme della musica vocale e strumentale cretese", "Bali: rito, danza e teatro", "Vi do la buonasera. Studi sul canto popolare in Romagna: il repertorio lirico" e i due volumi della "Guida allo studio della cultura del mondo popolare in Emilia e in Romagna" (con R. Leydi). E' segretario generale della Società italiana di etnomusicologia.