Della centralità della "questione comunista" e della opportunità della sua soluzione in tempi ravvicinati e in modi appropriati e consapevoli tutte le forze politica italiane. E non potrebbe essere altrimenti, dato che la soluzione di tale problema è destinata a influire in maniera preminente sullo sviluppo della nostra democrazia verso traguardi compatibili con quanto si richiede a un sistema politico moderno ed efficiente (o che pretende, a torto o ragione, di essere tale) e cioè in grado di garantire, in primo luogo, le condizioni oltre che politiche, istituzionali, indispensabili a rendere fisiologicamente possibile il ricambio della classe dirigente.

Proprio per questo il compito che il gruppo dirigente del Pci è chiamato ad affrontare in occasione del suo XVII Congresso è estremamente arduo, tanto più arduo quanto è maggiore è il consenso popolare che esso si è trovato a gestire(e che neppure gli ultimi insuccessi elettorali hanno sostanzialmente intaccato) e quanto più questo consenso è radicato in una tradizione che, se non può essere politicamente liquidata, deve, essere culturalmente rinnovata. Ma è proprio qui, sul piano culturale, che si registrano i ritardi più gravi, nonostante che gli effetti sclerottizzanti e paralizzanti della vulgata marxista-leninista siano stati nel Pci di gran lunga inferiori rispetto a quelli riscontrabili negli altri partiti comunisti europei. Nel presentare questo volume comprendente undici interviste (e tre contributi) sulla "questione comunista" ci auguriamo che l'impressione complessiva che ne avranno i lettori sia quella di un unico dibattito in cui domande e risposte costituiscono altrettanti interventi.