Parole quali leasing e factoring, home banking e telematica, marketing e pianificazione, ed altre ancora, occupano ormai un posto fisso nel lessico quotidiano.

Questo "lessico" è una "spia" delle profonde modificazioni in atto anche nell'economia e nella società modenesi; modificazioni appena iniziate, ma che nell'arco del prossimo ventennio rivoluzioneranno la città e la provincia, incidendo sulle abitudini, il modo di produrre, il costume, come e forse più di quanto avvenne quando l'industria prese il sopravvento sull'agricoltura. Stiamo entrando nella cosiddetta società post-industriale o "terziaria", mentre già si profila all'orizzonte, quale ulteriore evoluzione, l'era della bioingegneria o della biogenetica.

Ma fermiamoci al post-industria. Che significa? Letteralmente il dopo-industria. In pratica, una società in cui la produzione industriale, che pur si accrescerà in quantità e qualità, avrà un'importanza inferiore rispetto ai servizi necessari al funzionamento delle aziende ed alla commercializzazione dei beni o servizi che esse sforneranno o erogheranno.

La terziarizzazione in Italia ed a Modena è però in ritardo. Il sistema produttivo ed economico locale, dinamico ed intraprendente, accusa oggi difficoltà nella commercializzazione, nell'adozione e nello sfruttamento ottimale delle nuove tecnologie e sistemi in cui è venuta evolvendosi l'attività industriale.

Ecco allora lo studio della società ginevrina "Battelle" sulla situazione del terziario nella realtà modenese e sui servizi che oggi mancano e che in futuro occorrerà realizzare per reggere la concorrenza interna ed internazionale. Questo studio è stato realizzato per iniziativa degli enti pubblici locali, e segnatamente, di Provincia, Comune di Modena e Camera di commercio già in passato tra i principali artefici, con gli imprenditori ed il sistema bancario, del decollo di Modena come primaria entità economica nazionale.