Le nostre spedizioni verranno sospese per la pausa natalizia dal 19 dicembre al 6 gennaio.
Gli ordini ricevuti in questo periodo verranno fatturati e spediti dal 7 gennaio.

Portuali e marittime, perché no?

Barbara Bonciani

Portuali e marittime, perché no?

La disparità di genere nei porti italiani

Gruiste, smarcartici, addette al rizzaggio e derizzaggio, direttrici di macchina, capitane: sono solo alcuni dei ruoli professionali che le donne ricoprono nell’industria portuale e marittima, ambiti storicamente maschili che da pochi anni stanno vivendo una trasformazione importante. Tuttavia, in Italia la strada per l’uguaglianza di genere è ancora lunga e poco è stato fatto per contrastare l’esclusione e la segregazione professionale delle donne in questi contesti. Il volume approfondisce le cause alla base della segregazione di genere nei due comparti e le conseguenze che ne derivano in termini di competitività e coesione sociale del Paese.

Edizione a stampa

20,00

Pagine: 120

ISBN: 9788835163534

Edizione: in preparazione 1a edizione 2024

Codice editore: 1439.4

Gruiste, smarcartici, addette al rizzaggio e derizzaggio, direttrici di macchina, capitane: sono solo alcuni dei ruoli professionali che le donne ricoprono nell'industria portuale e marittima, ambiti di lavoro storicamente maschili che da pochi anni stanno vivendo una trasformazione importante. Le donne, in questi settori, stanno sfidando gli stereotipi e i pregiudizi di genere e anche emergendo per il loro indispensabile contributo, portando nuovi modelli di visione, di leadership e di gestione del lavoro che si aggiungono a quelli maschili. Tuttavia, in Italia la strada per l'uguaglianza di genere è ancora lunga e poco è stato fatto per contrastare l'esclusione e la segregazione professionale delle donne in questi contesti, tanto che la presenza delle donne è diminuita nelle imprese portuali e non ce n'è traccia nei ruoli di governance, mentre nell'industria marittima rimane sconosciuto il numero delle imbarcate. Partendo da queste premesse, il volume approfondisce le cause alla base della segregazione di genere nei due comparti e le conseguenze che ne derivano in termini di competitività e coesione sociale del Paese. Sono riportate anche alcune storie di successo di donne che si sono affermate con caparbietà, competenza e determinazione, con lo scopo di facilitare la destrutturazione di stereotipi e pregiudizi che ancora oggi vorrebbero farci ritenere questi ambiti di lavoro appannaggio esclusivamente maschile.

Barbara Bonciani
, sociologa, è docente presso l'Università di Pisa, ricercatrice associata al CNR-IRCrES di Torino e vicepresidente dell'Associazione internazionale per la collaborazione fra porti e città RETE. Impiegata nella Direzione pianificazione e studi dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale, dal 2019 al 2024 ha ricoperto il ruolo di Assessora al porto e alla relazione città-porto nel Comune di Livorno, dove ha ideato il progetto "Il Porto delle donne. Le donne nel settore portuale e marittimo, perché no?", riconosciuto come uno dei più interessanti nel panorama nazionale ed europeo per l'empowerment femminile in questi ambiti. Si occupa di temi connessi alla portualità, alla relazione città-porto e alla cooperazione internazionale. Nel corso della sua carriera professionale ha svolto attività di ricerca al Parlamento europeo, all'Università di Newcastle Upon Tyne e collaborato in qualità di esperta con la Commissione europea - Programma Development Education and Awareness Raising - e con il Parlamento europeo nell'ambito dell'Assemblea parlamentare unificata UE-ACP e dell'Asia-Europe Summit.

Costanza Musso, Prefazione
Premessa
Introduzione
L'uguaglianza di genere nei porti: un traguardo ancora lontano
(#Uominisoli; La sfida della segregazione professionale delle donne)
Portuali e marittime, perché no?
(Le marittime: tracce della genealogia dell'esclusione; I portuali siamo noi: singolare maschile; Perché no?; Il porto delle donne: da un'idea a un'azione positiva)
Tra stereotipi, pregiudizi e realtà: storie di successo di donne "rivoluzionarie"
(Noi donne a bordo non ne vogliamo, ma neanche Cristoforo Colombo; Love Boat: il fascino e lo stereotipo dell'uomo al comando; Si può essere mamme e marittime; L'inizio della storia: plurale femminile; Orgogliosamente portuali; Il pitecantropo e i suoi simili: per un'evoluzione della specie nei porti)
Conclusioni
Riferimenti bibliografici
Ringraziamenti.

Contributi: Costanza Musso

Collana: Social DistrActors

Argomenti: Sociologia dei processi culturali - Sociologia economica, del lavoro e delle organizzazioni - Studi di genere

Livello: Studi, ricerche

Potrebbero interessarti anche