Titolo Rivista ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO
Autori/Curatori Valerio Lemma
Anno di pubblicazione 2007 Fascicolo 2007/1
Lingua Italiano Numero pagine 17 P. 163-179 Dimensione file 59 KB
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L’emanazione del Codice delle assicurazioni private ha rinnovato l’interesse sul comparto assicurativo, ponendo le necessarie premesse per indagini volte ad un approfondimento sistematico delle disposizioni che al presente regolano la materia in parola, notoriamente caratterizzata da un elevato livello di complessità tecnica. Tra le molteplici e variegate questioni che la lettura del nuovo codice pone agli studiosi di law and economics meritevole di attenzione appare quella relativa alla determinazione del valore delle «riserve tecniche» delle compagnie di assicurazione, venendo al riguardo in considerazione uno degli argomenti di primario rilievo ai fini della valutazione delle modalità di funzionamento delle compagnie suddette. L’importanza ascrivibile alla tematica di cui trattasi diviene, pertanto, ragione fondante della verifica volta all’accertamento della coerenza dei criteri ordinatori ora adottati dal legislatore con gli obiettivi di stabilità e solvibilità che, com’è noto, sono alla base della disciplina speciale che presidia il settore. Se ne deduce che l’impianto normativo dettato per la corretta determinazione del valore di dette riserve, dovrà necessariamente fondarsi sull’assunto che tali compagnie siano dotate di un idoneo assetto organizzativo (sia operativo che finanziario), avendo predisposto adeguate procedure di verifica della compliance e di mero controllo interno. Tale ultimo aspetto rileva in modo particolare nel settore che ci occupa, che com’è noto - si contraddistingue per l’inversione del ciclo produttivo. Da un analisi complessiva della legislazione di riferimento emerge, quindi, la preoccupazione di garantire che le imprese di assicurazione si presentino sul mercato come operatori finanziariamente affidabili. Il Codice delle assicurazioni, pertanto, rappresenta un intervento di riordino della normativa previgente finalizzato alla composizione di uno schema operativo che si è ritenuto necessario per la corretta gestione dell’organizzazione aziendale. È in tale prospettiva che si coglie il collegamento tra la normativa in tema di valutazione delle riserve tecniche delle compagnie di assicurazione (di cui all’art. 39 C.d.A.) e la logica prudenziale che ispira la legislazione in materia; ciò in quanto la prima rappresenta il momento di specificazione analitica che dà contenuto alla seconda. È un dato di generale e comune acquisizione che le problematiche connesse all’analisi della solidità patrimoniale e finanziaria di una compagnia assicurativa è caratterizzata da problematiche complesse. Nell’esercizio dell’attività assicurativa, il quadro di tale tipicità si incentra, ovviamente, su aspetti più propriamente tecnici e finanziari collegati alla gestione; emerge così la specifica connotazione del settore assicurativo nel quale, come detto, il ciclo economico dei costi e dei ricavi si contraddistingue sia in termini di modalità di realizzazione, sia sotto il profilo temporale. Nel settore in esame, la disciplina del bilancio supera la mera funzione di informazione patrimoniale, economica e finanziaria che la dottrina le ha da sempre riconosciuto, assurgendo a strumento di equilibrio delle compagnie e, quindi, dello stesso mercato assicurativo. È in tale prospettiva che si giustifica una normativa secondaria dettagliata contenente quelle regole che, da un lato, si propongono di ridurre le asimmetrie informative e, dall’altro, di indirizzare l’operatività verso una gestione che sia sana e prudente. Risulta, quindi, opportuna la scelta di affrontare con apposita norma la questione della solvibilità, intesa come capacità di assolvere ai propri impegni. Ed è in tale ordine logico che il legislatore del codice delle assicurazioni ha deciso di assegnare all’ISVAP il potere di adottare un regolamento di carattere attuativo anche in tema di valutazione delle attività patrimoniali: la fonte amministrativa assolve, dunque, un ruolo decisivo nella definizione dell’assetto delle coperture delle riserve tecniche. Da qui l’auspicio di un intervento dell’autorità di settore che risponda alla specifica esigenza di rivedere il sistema disciplinare oltre il mero aggiornamento delle disposizioni previgenti (che si caratterizzavano per una rigidità d’impianto che imponeva alti costi di natura transattiva), tale sembra la via migliore per ottenere un incremento complessivo della qualità della regolazione idoneo a determinare un incremento dell’efficienza del comparto assicurativo e, più in generale, la massimizzazione del benessere sociale nel pieno rispetto dei principi dell’ordinamento finanziario italiano.;
Valerio Lemma, Il valore delle riserve tecniche delle compagnie di assicurazioni secondo le indicazioni del codice delle assicurazioni private (d.lgs. N. 209/2005) in "ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO " 1/2007, pp 163-179, DOI: