Comunicare la diagnosi di minorazione congenita

Titolo Rivista CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI
Autori/Curatori M. Cannao
Anno di pubblicazione 2009 Fascicolo 2009/1
Lingua Italiano Numero pagine 15 P. 98-112 Dimensione file 97 KB
DOI 10.3280/CDD2009-001008
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Comunicare la diagnosi di minorazione congenita - Vengono prese in esame le reazioni dei genitori alla diagnosi di minorazione congenita del figlio, con specifico riferimento alla minorazione visiva (cecità o ipovisione). Di tali reazioni, inevitabilmente connotate da grande sofferenza, è necessario tener conto quando si comunica la diagnosi, in modo da aiutare i genitori a superare il trauma e riattivare in loro la fiducia e la speranza. Affinché ciò sia possibile la comunicazione deve essere concepita come tappa iniziale di un processo di aiuto da prolungare per tutto il periodo di degenza ospedaliera della madre e del neonato e anche dopo la dimissione. I protagonisti di questo processo sono sia il medico (al quale spetta il compito dell’informazione clinica) sia tutti gli altri operatori sanitari (che devono fornire un costante sostegno), sia i genitori stessi. Una diagnosi comunicata con rispetto, partecipazione, solidarietà, competenza, prepara il terreno per la costruzione del legame di attaccamento con il figlio minorato e risparmia ai genitori l’ulteriore sofferenza di non sentirsi compresi e accolti in una delle fasi più drammatiche della loro vita.

Parole chiave minorazione congenita, cecità, ipovisione, diagnosi, comunicazione;

M. Cannao, Comunicare la diagnosi di minorazione congenita in "CHILD DEVELOPMENT & DISABILITIES - SAGGI" 1/2009, pp 98-112, DOI: 10.3280/CDD2009-001008