Titolo Rivista MINORIGIUSTIZIA
Autori/Curatori Luciano Spina
Anno di pubblicazione 2020 Fascicolo 2020/1
Lingua Italiano Numero pagine 15 P. 144-158 Dimensione file 121 KB
DOI 10.3280/MG2020-001015
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La violenza domestica e quella di genere costituiscono un grave fenomeno che non si esaurisce all’emergenza di un periodo limitato di tempo, ma rappresenta piuttosto un dato di carattere cronico a livello mondiale. Con il c.d. "codice rosso" sono stati approntati ulteriori strumenti normativi, oltre a quelli già esistenti, che mirano alla realizzazione tempestiva di interventi, cautelari o di prevenzione, a tutela delle vittime dei reati di violenza, che presuppongono l’obbligo di audizione della vittima da parte del pubblico ministero nei tre giorni dalla denuncia. Quella della vittima minorenne rappresenta però una peculiare posizione, posto che vengono in rilevo esigenze di tutela in materia civile e segretezza degli atti dell’indagine penale, che richiedono un coordinamento tra diverse autorità giudiziarie e i diversi operatori psico-sociali coinvolti, talvolta difficile da realizzare anche per la poca chiarezza dei riferimenti normativi. È richiesto quindi un approccio interdisciplinare e una particolare specializzazione degli operatori nel sapersi relazionare al minore, in modo da evitare che la gestione del processo possa costituire un danno ulteriore, con conseguente vittimizzazione secondaria. In particolare, occorre ridurre le audizioni al minimo necessario, privilegiando lo strumento dell’incidente probatorio, unica prova in senso tecnico utilizzabile anche nelle successive fasi del giudizio, che deve essere effettuato in modo scrupoloso, con la collaborazione di professionisti che siano effettivamente formati ed esperti in materia.;
Keywords:Violenza domestica e di genere, violenza assistita, coordinamento autorità giudiziarie, collaborazione, specializzazione, audizione soggetto minorenne, vittimizzazione secondaria, incidente probatorio
Luciano Spina, Il "codice rosso" e la tutela della vittima minorenne in "MINORIGIUSTIZIA" 1/2020, pp 144-158, DOI: 10.3280/MG2020-001015