Riflettendo sulla accessibilità, la persona con disabilità rappresenta l'emblema dei bisogni psico-fisici sottesi a questo concetto. Ma la condizione di disabilità non è l'unica espressione di bisogno di accessibilità. Donne in stato di gravidanza; anziani con particolari difficoltà psico-fisiche; donne con bambini al seguito; persone con menomazioni transitorie in corso di recupero; persone che necessitano di un costante collegamento alla rete; persone con particolari allergie e intolleranze alimentari; persone con difficoltà alimentari e metaboliche; persone che hanno bisogno di servizi per animali domestici; persone che necessitano di riguardo per le proprie credenze, culto e religione; persone che richiedono rispetto del proprio genere: sono tutti soggetti che sollecitano accessibilità per diversi motivi e in diversi contesti.
È nella vasta costellazione di questi bisogni che si va a collocare il cosiddetto turismo accessibile, ove per accessibile si intende la possibilità di rendere fruibili beni, servizi e luoghi per ogni tipologia di occorrenza espressa dal cittadino. Pertanto, un luogo, un servizio o una struttura è definibile accessibile quando tutte le persone possono beneficiarne a prescindere dalle loro caratteristiche psico-fisiche.
Da un punto di vista sociologico, il concetto di accessibilità annulla il concetto di normalità, perché scardina la dicotomia normalità/anormalità e focalizza l'attenzione sui bisogni espressi da un individuo: un luogo/servizio è accessibile quando non impedisce a nessuno di usufruire di quanto disposto, in piena libertà.
L'eliminazione di barriere fisiche e socioculturali vorrebbe dire rendere una persona attiva e partecipe nel proprio contesto di vita. In altre parole, se la disabilità è intesa come ogni forma di limitazione dell'attività e restrizione della partecipazione sociale, l'ambizione di avere luoghi e servizi accessibili vanificherebbe l'etichetta di disabilità e otterremmo una società pienamente inclusiva.
Il volume è composto da due parti: la prima tratta le definizioni di accessibilità e di disabilità, dimostrando un modello interpretativo tra i due fenomeni sociali; la seconda, invece, riporta l'esperienza maturata in Basilicata di un progetto di accessibilità turistica per persone con disabilità.

Rocco Di Santo, sociologo, è presidente di Presidi Educativi Impresa sociale srl di Policoro (MT) e dal 2022 presiede la Società Italiana di Sociologia della Salute. Collabora per attività di ricerca, formazione e progettazione sociale con enti locali, ASL, scuole, ETS, centri di ricerca, enti di formazione, università pubbliche. Tra i suoi principali campi di interesse vi sono: la disabilità, le povertà e il welfare. È autore di pubblicazioni tra le quali: Sociologia della disabilità (2013, FrancoAngeli) e Dalla comunità alla prossimità: le nuove sfide del welfare (2022, Maggioli). Di recente ha curato il volume Come l'araba fenice? I sociologi nel SSN (con G. Giarelli e G. Mascagni, 2024, FrancoAngeli).