Hannah Arendt, Edith Stein, Simone Weil, Maria Zambrano, sono tra le pensatrici più grandi del secolo appena trascorso. L'eredità che ciascuna delle filosofe lascia al Novecento, ne svela i caratteri di originalità e di autenticità rispetto alle vicende esistenziali, al percorso speculativo, alle scelte e alle vocazioni testimoniate da ognuna di esse.

La fedeltà a se stesse, al mondo, la cura per gli altri, la priorità per un "sentire diverso" che diviene filtro attraverso cui elaborare il reale, è ciò che qualifica una filosofia che attesta il bisogno di conciliare vita e pensiero, di avvicinare nuovamente il sapere all'esperienza, di trasformare una ragione astratta in una ragione vitale. La filosofia di queste pensatrici si nutre dunque dell'esperienza del mondo. Di fronte al cogito, cifra di un umanesimo che ha spesso allontanato la filosofia dalla vita e dimostrato il suo fallimento, queste pensatrici rivendicano la priorità dell'essere nel mondo come autentica espressione dell'esistenza umana.

Maria Camilla Briganti, vive ed insegna a Roma, dove segue un dottorato di ricerca sulla storia della questione femminile. Collabora con la cattedra di Filosofia morale dell'Università degli Studi di Roma Tre, in qualità di cultrice della materia. Svolge un'attività di studio e ricerca sul pensiero femminile del Novecento, nell'ambito del "progetto giovani ricercatori" promosso dal Dipartimento di Filosofia. È autrice di un libro sulla storia delle donne nella città di Roma e scrive per diverse riviste di didattica e filosofia.