Calcio e tv.

Valeria Napolitano

Calcio e tv.

Stereotipi di genere e prospettive educative

Il ruolo degli stereotipi di genere nella televisione italiana; dal cliché della coppia calciatore-velina, a quello dell’allenatore, personaggio paterno protettivo e dominante, dotato di autoritarismo e nazionalismo.

Edizione a stampa

26,00

Pagine: 208

ISBN: 9788820498801

Edizione: 1a edizione 2014

Codice editore: 249.1.9

Disponibilità: Discreta

Pagine: 208

ISBN: 9788891702937

Edizione:1a edizione 2014

Codice editore: 249.1.9

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

La riflessione pedagogica sul ruolo dei media nello sviluppo cognitivo-strutturale e affettivo-emozionale dei soggetti in formazione è riconducibile prevalentemente a due macro-aree: da un lato la linea di intervento che considera il teleschermo uno strumento utile ad accrescere lo sviluppo critico degli individui, dall'altro, la consapevolezza di un dispositivo autoreferenziale, portavoce di interessi privati che ne stravolgono il ruolo di congegno pubblico finalizzato al progresso della comunità civile.
Una possibile soluzione a questo dissidio è una prospettiva critica e femminista, nella quale l'utilizzo del supporto audiovisivo nella scuola - luogo di socializzazione caratterizzato da un forte coinvolgimento emotivo - sia subordinato alla valorizzazione della relazione, dello scambio e della comunicazione. In tale direzione, il volume indaga il ruolo degli stereotipi di genere nella televisione italiana, a partire da una riflessione sulla nozione di maschilità nelle trasmissioni calcistiche. Qui la spettacolarizzazione del corpo maschile è sintomatica di una virilità sinonimo di concorrenza, di competitività e di conformismo, identificabile nei cliché della coppia calciatore-velina, o in quello dell'allenatore, personaggio paterno protettivo e dominante, dotato di autoritarismo e finanche di quel nazionalismo ormai fortemente in crisi soprattutto tra le nuove generazioni.
Alcuni esempi di calciatori, allenatori e veline - José Mourinho, Francesco Totti e Ilary Blasi - uniti all'analisi di alcune trasmissioni calcistiche in onda sulle reti nazionali e locali aiutano a proporre percorsi concreti di intervento, nei quali la pedagogia della differenza implica una riflessione sul ruolo femminile nei processi educativi, ovvero l'inserimento della differenza sessuale nella relazione formativa. Il testo offre anche il resoconto di un'esperienza di ricerca-azione partecipativa svolta con due gruppi di licealii napoletani, protagonisti di un percorso riflessivo volto a contrastare la fruizione individualistica del mezzo audiovisivo.
Strumento imprescindibile per la partecipazione attiva dei giovani coinvolti nella ricerca è il metodo narrativo, in grado di delineare non solo le modalità di legittimazione degli stereotipi di genere, ma anche possibili profili alternativi riconducibili all'esperienza degli studenti e delle studentesse, promuovendo nuove strategie educative fondate sul connubio tra pensiero critico ed esercizio della cittadinanza attiva.

Valeria Napolitano, dottore di ricerca in Studi di genere presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Napoli "Federico II", si occupa di formazione con i media in contesti formali e di questioni relative alle rappresentazioni di genere nei nuovi media. Tra le sue pubblicazioni: Il cineforum come strumento di formazione nella scuola di oggi (2012), Narrare la democrazia a scuola. Black block e Diaz. Don't clean up this blood (2012), "Essere donne": il cinema di Cecilia Mangini come dispositivo formative per l'acquisizione dei diritti di cittadinanza delle lavoratrici italiane (2012).



Introduzione
Parte I. Gli stereotipi di genere nel calcio televisivo: la maschilità
Uno sguardo di genere
(Gli stereotipi di genere nella tv italiana; I modelli del maschile tra innovazione e tradizione; L'ostentazione del corpo nell'era della spettacolarizzazione: il calcio moderno; Relazioni di potere e discriminazione simbolica: calciatori e veline)
Il corpo maschile come modello ideologico
(L'esibizione narcisistica del leader: Jose Mourinho; Fenomeno italiano o globale? La retorica virilistica nell'Inter dei tre titoli; Il calcio e la dialettica valori-denaro nelle immagini mediatiche; Guerra e religione nella Spagna del Barcellona di Guardiola)
Parte II. Prospettive pedagogiche: la ricerca azione partecipativa
Genere e formazione: la pedagogia della differenza
(La maschilità nel calcio in tv e gli adolescenti; La pedagogia della differenza tra feminist media studies e men's studies; L'importanza della scuola come ambiente riflessivo; Per un uso "ecologico" della tv: decostruire gli stereotipi di genere tramite il metodo narrativo nella ricerca qualitativa)
La ricerca azione
(Metodologia dell'indagine qualitativa: la ricerca azione partecipativa; La ricerca sul campo: le interviste; Il brainstorming; Il corpo delle donne tra ragazze-immagine e showgirl; La differenza dei sessi nello sport e nel calcio; La maschilità tra tradizione e innovazione: Jose Mourinho; Gli elaborati scritti)
Conclusioni
Bibliografia.

Collana: Collana di Pedagogia sociale, storia dell’educazione e letteratura per l'infanzia

Argomenti: Pedagogia sociale e della marginalità - Strumenti per insegnanti - Strumenti per educatori

Livello: Textbook, strumenti didattici - Testi per insegnanti, operatori sociali e sanitari

Potrebbero interessarti anche