Nel corso del XVII secolo si vennero definendo percorsi concettuali volti a perseguire il primato della libertà sulla necessità, a investigarne modalità e nuovi strumenti teorici. Nella riflessione filosofica, politica e religiosa, al venir meno di una visione totalizzante e all'indebolirsi dei vincoli deterministici e dogmatici si affiancarono molteplici interrogativi intorno alle certezze della teologia, alle capacità conoscitive dell'uomo, all'estensione e ai limiti del libero arbitrio e alle libertà religiose e sociali.

Tra gli autori e le correnti di pensiero che, nel corso del secolo, si devono annoverare tra quanti fornirono una risposta e un esempio rilevante di questo passaggio nodale dalla obbligazione alla libertà furono i latitudinari e Hobbes, i platonici di Cambridge, Ramsay, e in modo particolare Locke, i teologi rimostranti olandesi e Spinoza, Fenelon, Bayle e alcuni autori clandestini.

Il volume analizza il consapevole misurarsi del pensiero Sei-settecentesco con il dissolversi di dottrine e ordinamenti determinati e obbliganti; tematizza il confronto attraverso l'esame di concetti quali quelli d'indeterminatezza, di contingenza e d'indifferenza come strumenti teorici che contribuirono a intaccare il sistema di regole e di dottrine, e a investigare la crisi del determinismo. Grazie alle prerogative di una ragione critica si vennero investigando nuove forme di libertà possibili in filosofia, in religione e in politica.