"Mai oggi". Il motto di Alice esprime pienamente il carattere paradossale del pensiero di G. Deleuze. Un filosofare che non è né pura riflessione né comunicazione ma messa in atto di un pensiero non discorsivo il cui unico statuto è quello della "perpetua digressione o digressività".

Un pensiero aperto al disparato e all'impensabile a quella alterità molteplice e plurale che ne è il limite e la più alta potenza. Un Dehors assoluto, un in-pensato nel cuore del pensiero che la filosofia non può né dire né comunicare ma solo mostrare pensandolo nella sua paradossalità, nella sua essenziale duplicità come un fuori non esteriore ed un interiore non interno, attraverso la creazione di concetti cioè di "configurazioni di eventi a venire" e l'apertura di un piano di immanenza che rende gli eventi indipendenti sia da un soggetto pensante che dagli stati di cose in cui si effettuano. Un piano che non rimanda né ad un concetto pensato né ad un'idea pensabile essendo ciò che "di diritto" è del pensiero, il movimento assoluto del suo farsi, l'infinito divenire di ciò che è infinto, l'eterna oscillazione del pensiero all'essere e dell'essere al pensiero. Physis e Nous, queste sono le due facce del piano di immanenza, le due espressioni di una "Omnitudo" che è pensiero ed essere, pensiero e natura.

Mostrare il piano di immanenza, mostrarlo come puro, dare ad esso consistenza "senza perdere l'infinito ", questo è il senso della " filosofia per Deleuze, resistere al presente e alla storicità, essere "inattuali" facendo del pensiero un «no where now here», un movimento di trasformazione infinita che sfugge ad ogni presente, un nomadismo che scopre nell'impotenza a pensare l'evento come ciò che è da pensare la sua più alta potenza.

Chiara Di Marco è ricercatrice confermata presso il Dipartimento di Filosofia della Terza Università di Roma. È' autrice di alcuni saggi tra i quali: Arte e tecnica. Quale rapporto?(1986), L'Antilogos. La filosofia della differenza di G. Deleuze (1981), La storia. Dal logos al mito divenendo racconto (1989), Il lavoro della sensazione nella composizione estetica. Deleuze/Bacon (1994) che ruotano attorno alle tematiche della soggettività, della differenza e delle connesse problematiche del senso e del linguaggio.