Lavoro di ignoto, anche se già falsamente attribuito al filosofo cosentino T. Cornelio (1614-1684), il dialogo Giannettasius costituisce un documento, per molti aspetti interessante, del travaglio che la cultura napoletana visse intorno alla fine del Seicento, nel momento del trapasso dagli interessi fisico-naturalistici, che avevano sinora caratterizzato i suoi studi filosofici, a quelli giuridico-economici, che saranno predominanti nel Settecento.

Risuona in questo dialogo, qua e là, l'eco dell'accesa lotta che in quegli anni di trapasso si combatte così ardentemente tra i "novatori" eredi e prosecutori dell'Accademia degli Investiganti, ed i rappresentanti della cultura del passato, raccolti intorno al Gesuiti. Tra questi due schieramenti, però, l'autore del Dialogo non prende mai posizione a favore dell'uno o dell'altro; anche se è un Gesuita, o, almeno, un amico e partigiano dei Gesuiti, l'ignoto autore non si rivela affatto un lottatore. Egli, più che un'opera di propaganda, ha voluto comporre un lavoro di grande erudizione. che gli dà la possibilità di rimanere al di fuori della . mischia. In quest'opera egli trova il modo di esporre, in un latino sempre accurato ed elegante e talora persino un poco pretenzioso. tutto quello che al suoi tempi si conosceva intorno alle teorie pitagoriche. Ed è proprio per I' ampiezza e l'accuratezza dell'informazione su questo argomento che il lettore moderno lo trova ancor oggi interessante.

Il curatore, Luigi De Franco (Altomonte (CS). 1921) è preside nei Licei Scientifici e si occupa di studi sulla filosofia del Rinascimento. Oltre a curare l'edizione dell'opera di B. Telesio, ha. tra l'altro, pubblicato la traduzione italiana della Philosophia sensibus demonstrata di T. Campanella, con uno studio sul suo pensiero giovanile (Napoli, 1974), ed il lavoro: L'eretico Agostino Doni, medico e filosofo cosentino del '500, con in appendice il raro testo del suo Da natura hominis (Cosenza 1973).