Hannah Arendt: esperienze di libertà

Giuseppe Magni

Hannah Arendt: esperienze di libertà

Edizione a stampa

34,50

Pagine: 304

ISBN: 9788846416100

Edizione: 1a edizione 1999

Codice editore: 230.67

Disponibilità: Fuori catalogo

Oggi viene generalmente riconosciuto che le analisi di Hannah Arendt (1906-1975), la grande studiosa del totalitarismo, implicano rilevanti problemi filosofici e ci inducono ad impostare in modo nuovo le domande sulla libertà, sulla contingenza e la necessità, sulla storicità, sul pensiero e la volontà, sull'agire, sull'autorità e la violenza, sulla modernità, sulla realtà del mondo.

Nel testo ci si propone appunto di individuare questi temi ripercorrendo analiticamente l'itinerario delle principali opere dell'autrice, mostrando come in esse si intrecciano le analisi storiche e politiche con le riflessioni filosofiche.

Sul presupposto dell'identità fra Essere e pensiero la tradizione filosofica occidentale ha teorizzato il primato dell'Unità, ipostatizzata come Essere, Provvidenza, Assoluto, Progresso, Astuzia della Ragione, Materialismo dialettico, a cui veniva subordinata la diversità del molteplice: in tal modo è però negata la libertà, perché ricondotta ad una Necessità superiore che la guida.

Contro questa impostazione Hannah Arendt rivendica invece la libertà dei singoli, intesa come spontaneità, capacità di far nascere il nuovo, seguendo le indicazioni di Agostino e Kant. Tenendo ferma l'originarietà della pluralità, costitutiva della "condizione umana", l'autrice può così fondare la sua interpretazione degli eventi storici, dei fenomeni, delle attività, delle facoltà mentali, sulle diverse esperienze che le caratterizzano, chiedendosi ogni volta quale significato esse assumano per gli uomini.

Rifiutando ogni teoria compiuta, preferisce definire le sue ricerche come esercizi di pensiero , sempre modificabili da nuove esperienze, e ci suggerisce un'immagine di politica intesa come agire in comune dei cittadini in base a reciproci patti fra eguali.

Giuseppe Magni (1939) è nato a Milano, dove risiede. Laureato in Storia della Filosofia, è stato redattore della rivista "Classe" diretta da Stefano Merli, dove ha anche pubblicato saggi di filosofia politica. Su riviste sindacali ("Azimut") ha partecipato a ricerche collettanee sul tempo operaio e le condizioni di lavoro in fabbrica. Si è occupato della filosofia politica di Hannah Arendt pubblicando saggi e articoli (1988 e 1990) sull'argomento.


Il diritto di avere diritti
(Il punto di vista del cittadino; Il parvenu e il paria; L'affare Dreyfus; Critica dello stato nazionale; L'imperialismo e il razzismo; I movimenti razzisti e i partiti; Masse e totalitarismo; Totalitarismo e dignità umana; "Natura" umana e condizione umana; Ideologia e terrore; Nazismo e bolscevismo)
La ricerca del significato
(La comprensione; La condizione umana; I significati delle attività; Il significato del lavoro; La svalutazione dei valori; Processualità e perdita di significato; Lavoro e dignità umana; L'aporia del lavoro; Il significato dell'operare e la sua aporia; Il significato dell'agire; Un sistema parlamentare basato sui consigli; Il rimedio alle aporie dell'azione)
Né governare né essere governati
(Il significato della rivoluzione; La questione sociale e la compassione; I reciproci patti; Il nuovo concetto di potere; I nuovi concetti di legge e di autorità; Rappresentare l'autorità; La sostituzione dell'Assoluto; L'abbandono; La natalità)
La responsabilità di giudicare
(La banalità del male; L'accordo con se stessi; La polemica; La sfiducia in se stessi; Il crimine contro l'umanità; Le caratteristiche del pensiero; Lo stupore e la metafora; La lacuna del presente; Volontà e libertà; Volontà e contingenza; Pensiero e giudizio; La validità esemplare del giudizio)
La realtà del mondo
(Le nuove esperienze della modernità; La realtà del mondo; Un corpo politico di dimensioni mondiali; La politica dell'immagine; Una ribellione di dimensione mondiale; Differenti e amici).

Contributi:

Collana: Filosofia

Livello: Studi, ricerche